In soli 12 anni serve uno scatto per rinnovabili ed efficienza

I nuovi target europei al 2030 spingono l’Italia ad un raddoppio della generazione da rinnovabili elettriche e un intervento deciso sulla riduzione dei consumi, soprattutto nell’edilizia. Governo e istituzioni energetiche al centro di questo processo. Sullo sfondo c’è però il peggioramento della crisi climatica globale.

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Dall’editoriale della rivista bimestrale QualEnergia (n.3/2018)

Dall’Europa arriva una buona notizia: avremo obiettivi più ambiziosi per rinnovabili ed efficienza energetica al 2030.

Il passaggio dal 27 al 32% della quota di rinnovabili sui consumi finali definisce un percorso che consentirà di generare 6 kWh elettrici verdi ogni 10 consumati.

Anche l’aumento del target dell’efficienza al 32,5% comporterà un maggiore impegno su vari fronti, ad iniziare dalla riqualificazione “spinta” del patrimonio edilizio del Continente. E il ritrovato slancio su rinnovabili ed efficienza renderà possibile l’innalzamento dal 40 al 45% del taglio delle emissioni climalteranti alla fine del prossimo decennio rispetto al 1990.

I nuovi target sono stati resi possibili dal continuo calo dei prezzi delle fonti rinnovabili, ma ha contribuito anche la posizione più coraggiosa sia del nuovo governo italiano che di quello spagnolo.

La nuova fase di crescita delle rinnovabili porterà grandi vantaggi. Secondo uno studio di Elemens nel prossimo decennio verranno creati oltre 100.000 posti di lavoro e il beneficio netto per l’Italia sarà di 21,3 miliardi di euro.

Risultati che arriveranno solo con un deciso cambio di marcia. È infatti chiaro che la SEN dovrà essere rivista verso l’alto ma, soprattutto che dovranno essere adottati provvedimenti in grado di favorire l’avvio di un percorso virtuoso. Sul fronte delle rinnovabili elettriche, la competitività delle tecnologie fa ritenere che, rimossi alcuni ostacoli, si possa moltiplicare per 5-6 volte la nuova potenza annua.

Ha fatto scalpore la recente presentazione fatta dalla Bloomberg New Energy Finance (BNEF) presso la sede dell’Enel sugli scenari delle fonti rinnovabili.

Una slide, in particolare, indicava come il contributo delle rinnovabili in Italia potrebbe raggiungere il 90% della domanda elettrica già nel 2030. Va sottolineato come questi risultati derivano da una modellazione mirata ad identificare il mix tecnologico in grado di minimizzare i costi.

Se da un lato gli scenari confermano l’inarrestabile corsa delle rinnovabili, i risultati vanno presi con una certa cautela. La quota dell’eolico risulta molto elevata e non è scontato che si trovino siti adeguati al raggiungimento di questi valori. Inoltre, andrebbe considerato il costo di un sistema di accumuli stagionali.

Il raggiungimento del nuovo target europeo implica comunque in Italia un raddoppio del contributo dell’elettricità rinnovabile, con il fotovoltaico che dagli attuali 25 TWh dovrà schizzare a 85-90 TWh e con l’eolico che dovrà quasi triplicare gli attuali 17 TWh. Il tutto in soli 12 anni.

Una sfida non da poco, che esige una lucida strategia di intervento anche sulla riduzione dei consumi energetici complessivi.

La creazione di un percorso favorevole al dispiegarsi degli interventi di efficienza e delle rinnovabili passerà attraverso politiche innovative e all’azione dell’Autorità dell’Energia e del GSE, che nel recente passato hanno in diversi casi inciso negativamente sullo sviluppo del settore.

Un’ultima riflessione riguarda l’accelerazione in atto del cambiamento climatico, evidenziata da segnali preoccupanti in giro per il mondo.

La decarbonizzazione dovrà essere più rapida di quanto generalmente si pensa. Le rinnovabili potranno dare un contributo rilevante con incentivi limitati, facendo però attenzione all’uso del suolo e alle interazioni con il paesaggio. Diventerà quindi fondamentale ridurre la domanda di energia, non solo attraverso un suo utilizzo più efficiente, ma rivedendo i nostri modelli di produzione e consumo.

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