Siamo “in dirittura d’arrivo” con la nuova Strategia Energetica Nazionale “che definisce gli obiettivi in termini di ambiente, competitività e sicurezza delle reti e degli approvvigionamenti fino al 2030 e le azioni da intraprendere per conseguirli.”
Tra le altre cose “fisseremo la data di uscita, anticipata, dell’Italia dal carbone”. Un obiettivo “a cui si dovrà accompagnare l’impegno puntuale e dettagliato realizzare le infrastrutture energetiche necessarie per sostituirlo”.
Questo un estratto del discorso pronunciato ieri dal ministro sello Sviluppo Economico, Carlo Calenda davanti all’assemblea di Confindustria (trascrizione in allegato in basso e video qui sotto).
SEN in arrivo, subito norme su energivori e capacity market
La SEN, ha spiegato “sarà un percorso che durerà nel tempo, ma che produrrà i primi provvedimenti attuativi già nelle prossime settimane.”
Nuova normativa sugli energivori e gasivori, corridoio di liquidità e capacity market, ha annunciato “sono i primi deliverables che contiamo di approvare da qui alla fine dell’anno.
In particolare la nuova norma sugli energivori, “ci consentirà di ridurre sensibilmente il gap con la Germania in termini di costo dell’energia per questa categoria di imprese”, ha spiegato Calenda, esprimendo soddisfazione per l’approvazione del nuovo schema da parte della Commissione Europea.
Avanti col Tap
Altro argomento di carattere energetico toccato dal ministro è quello del gasdotto Tap.
Calenda ha ribadito che il Governo “ha tenuto e terrà la barra dritta, sostenendo le ragioni di una scelta fondamentale per la nostra sicurezza energetica e per la transizione verso un’economia decarbonizzata”.
Le controversie attorno al gasdotto e l’opposizione delle comunità locali, per il titolare del MiSE, sono un chiaro esempio della “necessità di definire una supremazia dello Stato sui veti delle autorità locali quando in ballo c’è un interesse strategico nazionale. “
Nel discorso non sono mancate parole molto dure contro “la sindrome Nimby cavalcata da quasi tutte le autorità locali” e in genere contro chi si oppone all’opera, accusato di “distruggere mure millenari” e “tirare molotov contro i vivai in cui sono custoditi gli ulivi da trapiantare”.
Sono mancati invece argomenti a sostegno dell’effettiva strategicità dell’opera per la sicurezza energetica, che come abbiamo visto non è per nulla scontata (QualEnergia.it, Ma almeno ci serve il gasdotto TAP?)
Il Ddl Concorrenza
Il ministro ha poi parlato del ddl Concorrenza che, come sappiamo, dopo un lungo e tormentato iter è stato approvato in seconda lettura al Senato, con diverse norme che riguardano l’energia pulita, e attenderebbe solo il voto finale della Camera.
“L’anno scorso dissi che non era il migliore del mondo – ha dichiarato – ma che conteneva comunque provvedimenti importanti e che sarebbe stato poco serio non portarlo a casa. Non era la mia legge, avrei potuto facilmente lasciarla cadere, ho scelto invece di assumermene la responsabilità. Non vorrei però finire come l’ultimo dei Mohicani”.
Approvare il Ddl in Senato, ha commentato, “è stata una fatica immane, adesso occorre chiuderlo alla Camera senza modifiche ed ulteriori ritardi”.
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