Il nuovo PEAR Marche: obiettivo 25,3% di rinnovabili sui consumi totali

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Obiettivo: 25,3% di rinnovabili al 2020 sui consumi finali. Si punta su fotovoltaico e biomasse. Interventi sui consumi dell'edilizia. La proposta del nuovo Piano Energetico Ambientale Regionale delle Marche approvato dalla Giunta. Dovrà essere approvato dall'Assemblea entro il 2016.

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Per la Regione Marche l’obiettivo per il 2020 è di portare la quota regionale di energia rinnovabile sul totale dei consumi al 25,3%, puntando anche sull’efficienza energetica. Un obiettivo più ambizioso visto che il D.M. Burden Sharing vincolerebbe la Regione esclusivamente al perseguimento dell’obiettivo del 15,4%.

Questo dice in sintesi la proposta di nuovo Piano energetico ambientale regionale (PEAR) approvato il 27 giugno dalla Giunta delle Marche, che è possibile scaricare in fondo all’articolo.

Si apre adesso una fase di consultazione relativa alla valutazione ambientale strategica, che si concluderà entro 60 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Regionale, prevista entro i prossimi giorni: presumibilmente intorno al 5 settembre. Chiusa questa fase e sulla base delle risultanze emerse, il Piano verrà nuovamente adottato dalla Giunta regionale e trasmesso all’Assemblea legislativa per la sua approvazione definitiva.

Per raggiungere l’obiettivo la Regione dovrà, come ha spiegato l’assessore ad Ambiente ed Energia, Angelo Sciapichetti, orientarsi in prevalenza all’incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e alla riduzione dei consumi finali.

Nella tabella e nella figura 47 l’andamento del rapporto (FER-E + FER-C)/CFL nelle Marche nei diversi scenari.

Per quanto riguarda l’energia elettrica le fonti che richiederanno maggior sostegno a livello regionale sono limitate, in ordine di priorità, a fotovoltaico e biomasse.

In particolare, si guarda al fotovoltaico integrato agli edifici e a copertura dei parcheggi. Previsti piccoli impianti di pirogassificazione e a biogas a servizio dell’attività agricola e per il recupero di energia dalla frazione organica dei rifiuti urbani, dal verde, dai fanghi di depurazione. Vengono pressoché escluse la fonte eoliche ed idroelettrica.

Il mix di energie rinnovabili che è proposto per il settore termico, invece, attribuisce maggior peso alle biomasse, in prevalenza biomasse di tipo residuale, come i residui di origine forestale e agricola, da manutenzione fluviale, legna spiaggiata, eccetera. Verrà dato impulso al biometano, alle pompe di calore e in misura minore al solare termico, individuando, in ordine di priorità e come settori di maggior sviluppo il domestico, il terziario e l’industriale.

La strategia proposta dal Piano per la riduzione dei consumi finali, poi, prevede interventi sui consumi dell’edilizia, in prevalenza nei settori terziario e domestico, sull’illuminazione pubblica, sui consumi dei settori trasporti, industriale e agricolo.

La proposta individua come strategiche le infrastrutture di trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica. L’obiettivo è quello di potenziare, innovare e rendere più efficiente la rete e migliorare la qualità del servizio fornito al territorio e alle imprese.

“Per garantire il massimo coinvolgimento a tutti i potenziali interessati, prima della definitiva approvazione da parte della Giunta, anche se non obbligatoria, riattiveremo la fase di consultazione con le associazioni di categoria, ambientali e con le rappresentanze delle autonomie locali”, ha detto l’assessore.

L’elaborazione della proposta di Piano è stata avviata lo scorso anno, con la predisposizione del rapporto di Valutazione Ambientale Strategica preliminare e l’apertura della campagna di ascolto con associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni ambientaliste, Anci, Upi e Ancem, al fine di garantire, fin dalle prime fasi di elaborazione, la massima partecipazione e condivisione delle scelte strategiche in materia.

Il Piano dovrà essere approvato dall’Assemblea legislativa entro il 2016 per poter fruire dei fondi strutturali 2014-2020 previsti dal Piano operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Programma di sviluppo rurale per il settore energia.

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