Come giudicare il documento di riforma del mercato elettrico, presentato martedì 22 settembre da Confindustria. Sinteticamente, possiamo definirlo il classico bicchiere mezzo pieno (quindi anche mezzo vuoto).

Individua con chiarezza il difetto di fondo del funzionamento attuale del mercato, basato su contratti di compravendita dell’energia in larga parte stipulati il giorno prima della cessione effettiva, modalità che non consente di dare segnali di prezzo a lungo termine, essenziali per orientare gli investimenti. Prende realisticamente atto, senza recriminare, che la crescente presenza di FER ha modificato le regole del gioco, perché le più importanti (eolico e fotovoltaico) hanno un costo marginale pressoché nullo e sono meno programmabili …

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