Italia sempre meno attraente per le rinnovabili

Nella nuova edizione del Renewable Energy Country Attractiveness Indices di Ernst & Young il nostro Paese perde un'altra posizione a causa dell'incertezza normativa e dello spalma-incentivi. Cina, Usa e Germania restano in testa. Nuovo big da osservare è l'India con i suoi ambiziosi obiettivi su eolico e fotovoltaico.

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L’Italia scivola ancora in basso nella classifica mondiale dei Paesi più attraenti per gli investimenti in fonti rinnovabili. Colpa dell’incertezza normativa creata da precedenti norme, come lo spalma-incentivi, retroattivo contro il fotovoltaico. Sono passati solo due anni da quando il nostro Paese era al 5° posto del Renewable Energy Country Attractiveness Indices di Ernst & Young, la cui ultima edizione (allegato in basso) è uscita oggi.

Nella scorsa uscita dell’indice, pubblicata a settembre, eravamo al 15° posto. La perdita di una posizione è motivata dalla “instabilità creata dai significativi cambiamenti al sistema incentivante” e in particolare dovuta “al taglio retroattivo shock delle tariffe incentivanti per il solare, entrato in vigore il 6 novembre 2014” che peraltro ha penalizzato il nostro Paese anche nell’edizione di settembre 2014 del RECAI.

La classifica (vedi tabella, clicca per ingrandire e vederla completa) conferma nelle prime 4 posizioni, nell’ordine, Cina , Usa, Germania e Giappone. Seguono l’India, che sorpassa il Canada; segue la Francia che scavalca il Regno Unito.

La graduatoria generale per fonti vede in testa la Cina per eolico offshore, FV, biomasse e idroelettrico e gli Usa per CSP (solare termodinamico) e geotermia, mentre primeggiano ancora il Regno Unito nell’eolico offshore e l’Irlanda nell’energia marina.

L’Italia nella classifica generale, come detto, è al 16° posto, con un punteggio di 51,9 da confrontare con gli oltre 75,6 del primo classificato e i 40,1 dell’ultimo (la Russia). Nel nostro Paese si registra un calo generalizzato dell’attrattività di tutte le tecnologie. Siamo ora al 7° posto mondiale nella geotermia, all’11° per la CSP, al 14° per le biomasse e l’idroelettrico, al 15° per il fotovoltaico, al 21° per l’eolico offshore, al 23° per l’energia marina e al 24° per l’eolico in terraferma.

Guardando agli altri mercati, si segnala l’ascesa dell’India, giunta al 5° posto grazie anche agli ambiziosi obiettivi che si è data: nei prossimi 5 anni sono previsti investimenti in rinnovabili per 100 miliardi di dollari e nella rete per 50 mld di $; 100 GW di solare e 60 GW di eolico entro il 2022.

La Cina resta in testa dopo un 2014 da record in quanto a investimenti in energia pulita (89,5 miliardi di dollari), installazioni da record per l’eolico (24 GW in una anno) e buone prospettive per il FV: anche se il target 2014 (di 14 GW) non è stato raggiunto, le misure per promuovere il solare su tetto e gli obiettivi governativi danno sicurezza.

Bene anche gli Stati Uniti, grazie alla previsione che il FV raggiungerà la grid-parity quasi ovunque nel Pese entro il 2016 (si veda report Deutsche Bank), alla proroga di un anno del production tax credit per l’eolico e all’agenda su clima ed energia di Obama (e nonostante l’opposizione dei repubblicani che controllano il Congresso).

Il Giappone rimane al quarto posto, ma frena per la rimodulazione delle tariffe incentivanti per il fotovoltaico e per i problemi di adeguamento della rete legati al boom del solare.

In Europa va bene la Francia, che sale al 7° posto grazie soprattutto alle politiche di Hollande. Salgono anche Svezia e Polonia (entrambe comunque verso il fondo della classifica).

In America Latina i mercati più interessanti sono Cile e Messico che continuano a scalare la classifica, mentre in Africa tra i Paesi più attraenti si segnala il Marocco.

Il Renewable Energy Country Attractiveness Indices – edizione marzo 2015 (pdf)

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