Per la IEA nel 2050 il solare prima fonte nel mix elettrico mondiale

  • 30 Settembre 2014

Nel 2050 il fotovoltaico potrebbe contribuire per il 16% della domanda elettrica mondiale, mentre un altro 11% potrebbe venire dal solare termodinamico (CSP). Insieme queste due tecnologie contribuirebbero alla riduzione delle emissioni climalteranti al 2050 per il 29%. I dati nei report 2014 della IEA.

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Nel 2050 il solare peserà per la fetta più grande del mix elettrico mondiale, superando fossili, eolico, idroelettrico e nucleare. Il fotovoltaico infatti potrebbe contribuire per il 16% della domanda elettrica mondiale, mentre un altro 11% potrebbe venire dal solare termodinamico da impianti a concentrazione (CSP).

L’insieme di queste due tecnologie contribuirebbe alla riduzione delle emissioni climalteranti al 2050 per il 29%, prevenendo l’emissione di oltre 6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno (vedi grafico sotto). È quanto emerge da due report appena pubblicati dalla International Energy Agency (IEA), il Technology Roadmap: Solar Thermal Electricity e il Technology Roadmap: Solar Photovoltaic Energy (vedi allegati in basso).

“Il dispiegamento della tecnologia fotovoltaica finora è stato molto più veloce rispetto a quello del solare termodinamico – spiega la IEA – principalmente grazie a una imponente riduzione nei costi”. In base alle previsioni della IEA, sarà cosi anche nei prossimi anni.

Secondo il report IEA – che, sottolineano dall’Agenzia, non è una previsione ma piuttosto una roadmap – la potenza fotovoltaica cumulativa installata a livello globale supererà i 400 GW nel 2020.

Sarà la Cina a guidare la crescita con 110 GW di nuova potenza installata. Seguiranno Giappone e Germania con circa 50 GW, poi gli USA con oltre 40 GW. L‘Italia e l’India si aggiudicheranno, probabilmente, il quinto e sesto posto rispettivamente con 25 e 15 GW di nuova potenza installata al 2020. A pari merito Regno Unito, Francia e Australia con circa 10 GW. La potenza FV installata a livello globale produrrà entro la fine del 2019 tra i 530 e i 580 TWh, circa il 2% del consumo globale di elettricità.

Dopo il 2030, secondo gli scenari delineati dalla IEA, le cose cambieranno. Dopo aver raggiunto quote tra il 5 e il 15% della generazione annuale di elettricità, l’elettricità da fotovoltaico inizierà a perdere valore sui mercati all’ingrosso (per via dell’effetto peak-shaving per il quale l’energia a costo marginale nullo del FV fa abbassare i prezzi di mercato nelle ore centrali della giornata). Ed è proprio a questo punto che il solare termodinamico, che conta oggi circa 4 GW di potenza installata contro i 150 GW del solare fotovoltaico, diventerà competitivo e potrà decollare.

Un ruolo determinante lo avranno i sistemi di accumulo integrati negli impianti solari a concentrazione, che consentiranno a questa tecnologia di generare l’elettricità in corrispondenza dei picchi di domanda del tardo pomeriggio e della sera, integrando in tal modo la generazione fotovoltaica. In questa fase – segnala la IEA – i principali mercati per il solare termodinamico saranno Africa, India, Medio Oriente e gli Stati Uniti.

I Report:

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