Non possono farlo, perché gli effetti del global warming si sentono soprattutto a livello locale. Lo ha ricordato il sindaco di Melbourne, quest’anno flagellata (75 morti) dagli incendi causati da una siccità anomala, ed è stato ribadito dalla presentazione del primo studio di valutazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulle città, realizzato dal consorzio accademico internazionale UCCRN.
Devono farlo perché, come emerge dai dati Iea, i centri urbani consumano i due terzi dell’energia primaria mondiale e causano il 70% delle emissioni, percentuale avviata a salire al 76% al 2030. E le città, ha ricordato Nicholas Stern, il famoso economista autore dell’omonimo rapporto, sono anche “il punto da cui è più ovvio partire”: lì si concentra la maggior parte della popolazione mondiale e lì si possono realizzare gli interventi più efficaci in materia di efficienza nell’edilizia e nei trasporti.
Qualcosa le città lo stanno già facendo, spesso con maggiore convinzione dei governi nazionali. Su queste pagine abbiamo già raccontato della Convenants of Mayors, l’alleanza di sindaci europei (ma non solo) che ha deciso di andare oltre agli obiettivi Ue per il 2020 (Qualenergia.it – “Se le città passano all’azione”).
E ancora: San Paolo in Brasile si è data per legge l’obiettivo per il 2013 di tagliare le emissioni del 30% rispetto ai livelli del 2005 e attualmente ha già raggiunto un -20%, grazie anche a un sistema per sfruttare il biogas prodotto nelle discariche, anziché lasciare che si disperda in atmosfera. Il padrone di casa, cioè il comune di Copenhagen (1,2 milioni di abitanti), mira ad essere addirittura carbon neutral al 2025: ha già ridotto le emissioni del 20% dal 1995 al 2005 e punta ad un altro -20% al 2015. Meno ambizioso l’obiettivo di New York (città di isole e infrastrutture sotterranee particolarmente vulnerabile a un innalzamento del livello del mare): taglierà del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2006.
L’azione per il clima si sta giocando e si deve giocare anche a livello locale. Cosa manca per farlo? Il coinvolgimento degli enti locali nelle decisioni a livello globale. A chiederlo a gran voce tra gli altri anche il governatore della California Arnold Schwarzenegger nel suo intervento al summit dei sindaci: “serve una conferenza Onu anche per città, stati e regioni e sarei contento di ospitarla in California”.
GM
17 dicembre 2009