Al pari dei concorrenti americani e cinesi, gli europei in quest’ultimo periodo hanno dovuto affrontare la difficoltà di reperire capitali e una produzione in eccesso rispetto alla domanda, cosa che ha portato a un forte calo dei prezzi. Ma la crisi ha colpito più duramente in proporzione le industrie solari del vecchio continente, penalizzate da costi di produzione più alti, manodopera in primis, rispetto a quelle asiatiche. La ripresa, che ci sarà dal prossimo trimestre, non sarà allora completamente gratuita. A far migliorare i conti delle aziende europee infatti anche tagli di personale e le delocalizzazioni.
Secondo tutti gli analisti sentiti da Reuter i primi risultati positivi dovrebbero vedersi alla presentazione dei bilanci per il terzo trimestre, già tra questa settimana e metà novembre. Le cose, ovunque, vanno e andranno meglio nella parte a valle della filiera: quella che ha a che fare direttamente con la vendita e il montaggio degli impianti o per le aziende integrate verticalmente. Deluderebbero invece alcune aziende americane, mentre c’è grande attesa per i bilanci di First Solar, il più grande produttore di celle al mondo, che saranno presentati il 28 novembre. Tra gli operatori europei andrebbero bene SolarWorld e il produttore di moduli Solon. Buoni saranno anche i risultati della norvegese Renewable Energy Corp (REC) e della tedesca Q-Cells: entrambe stanno spostando in Asia parte della produzione.
Le prospettive per l’anno che verrà infatti non sono delle più rosee. In Europa c’è la grande incognita della Germania: nel più grande mercato del continente si sta considerando di tagliare la tariffa incentivante per il fotovoltaico. Inoltre, la pressione al ribasso dei prezzi non si attenuerà fino a tutto il 2011: “le aziende devono ridurre i costi di produzione”, spiega Deutsche Bank; se la caverà meglio chi avrà accesso a forza lavoro pagata meno e a costi dell’energia più bassi.
GM
26 ottobre 2009