Un piccolo eolico che deve ancora crescere

  • 11 Maggio 2009

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Il settore del mini eolico suscita notevole interesse per operatori e consumatori, ma ancora c'è molto da lavorare su ricerca, innovazione e prove sul campo per migliorare le prestazioni delle macchine. Un breve resoconto del convegno svoltosi a Solarexpo.

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Il mercato italiano dei piccoli impianti eolici, da 1 a 200 kW, è stato al centro del convegno “Mini e micro eolico” svoltosi lo scorso 9 maggio nell’ambito di Solarexpo & Greenbuilding. Temi dell’incontro le tecnologie e i prodotti presenti sul mercato, le prestazioni delle macchine, la nuova normativa e gli incentivi per un settore che ancora nel nostro paese non ha avuto uno sviluppo importante, ma che potrà fin dai prossimi anni crescere a tassi notevoli.

“Allo stato attuale – ha detto Luciano Pirazzi dell’Enea, moderatore del convegno – manca ancora un controllo e una garanzia certificata di qualità delle macchine sul mercato, la loro adeguatezza ai siti a bassa ventosità, tipici di molte aree dell’Italia, un funzionamento ottimale e con ridotti costi di manutenzione”.
Alla luce della nuova normativa entrata in vigore di recente (Finanziaria 2008 e decreti attuativi del 2 gennaio 2009) che prevede che le macchine fino a 200 kW di potenza possano accedere anche ad una tariffa omnicomprensiva di 0,30 € per ogni kWh prodotto e per 15 anni, Pirazzi ritiene “che adesso spetti alle aziende produttrici dimostrare che questo mercato ha tutte le credenziali per attecchire dimostrando livelli prestazionali e standard sempre più efficienti”.
Anche dal punto amministrativo ci sono dei vantaggi da sfruttare: infatti per chi installa turbine eoliche fino a 20 kW di potenza non è necessario avere una registrazione di officina elettrica (UTF) e per turbine fino a 60 kW l’impianto è soggetto solo a dichiarazione di inizio attività (DIA), quindi con il silenzio-assenso di 30 giorni da parte dell’amministrazione locale.

Per Pirazzi, ma anche per altri relatori presenti al convegno, tuttavia c’è ancora molto da fare soprattutto in termini di prove sperimentali sul campo, di test dei componenti e di ricerca e innovazione.
A questo proposito un interessante intervento di Lorenzo Battisti dell’Università di Trento (Dip.to Ingegneria meccanica e strutturale) ha raccontato l’esperienza di prove in un campo eolico sperimentale sull’efficienza elettrica, funzionale e a livello di emissioni acustiche di macchine da 1, 11 e 20 kW attualmente in vendita sul mercato.
Ne sono emersi dati molto utili per coloro che sono interessati a questo mercato che confermano da una parte le potenzialità del settore, ma che dall’altra dimostrano la necessità di migliorare le competenze, i prodotti, l’adattamento delle macchine al sito e alle specificità del nostro territorio e soprattutto di diffondere maggiormente le informazioni tecnico-economiche sulla tecnologia a vari livelli.
Ad esempio, fa notare Lorenzo Battisti, “dalle prove sperimentali si capisce che, è necessario un miglioramento tecnologico delle macchine soprattutto per ciò che concerne la loro affidabilità”. “I costruttori non sono organizzati per elaborare utilmente le informazioni di ritorno dei siti dove le loro turbine sono installate”, ha aggiunto.

Oltre a far notare che i componenti sono poco standardizzati e la diagnostica è ancora scarsa, il professore dell’Università di Trento ha fatto notare come spesso “non esista molta corrispondenza tra curve di potenze fornite dai costruttori (solo teoriche) e le curve sperimentali ottenute in situ”.
Inoltre, i costi di manutenzione dichiarati dalle aziende sono spesso sottostimati rispetto alla realtà, ma soprattutto le prestazioni in termini di energia elettrica prodotta non sono spesso attendibili e, come ha spiegato Francesco Lioniello, del Dip.to di Ingegneria dell’Università di Napoli “dati sulla ventosità anche leggermente differenti (ad esempio, 5 o 6 metri al secondo) portano a risultati economici molto variabili, anche di quasi 2 volte”.

Battisti è stato esplicito in questo senso: “servono rigidi criteri di certificazione su prestazioni energetiche e strutturali per tutelare consumatori e produttori di energia, tanto che basare criteri di scelta solo su parametri quali il costo per unità di potenza può essere molto fuorviante”.
Il mondo accademico si sta muovendo con uno sguardo al mercato e l’esempio riportato da Lioniello di uno spin-off del dipartimento di Ingegneria Aerospaziale & Eolpower per alcune macchine eoliche ad asse orizzontale e ad asse verticale, quest’ultimi utilizzabili in aree urbane e su edifici, dimostra come le sinergie tra ricerca e industria siano il fondamento per la lo sviluppo di mercato di ogni settore tecnologico che ha potenzialità estremamente interessanti anche per gli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili che il nostro paese dovrà raggiungere al 2020.

11 maggio 2009

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