Questa la situazione nel paese secondo il “Rapporto sull’impronta ecologica della Cina“, commissionato dal China Council for International Cooperation on Environment and Development (CCIED) e prodotto in partnership con il Global Footprint Network e il WWF Cina.
L’impronta ecologica misura la quantità di superficie terrestre e marina, produttiva dal punto di vista biologico, necessaria a soddisfare i fabbisogni di una popolazione. Tre sono i fattori che determinano l’impronta di un paese: popolazione, consumi pro capite e quantità di risorse necessarie a quei consumi. Secondo il documento l’impronta ecologica della popolazione cinese è, come detto, di 1,6 ettari globali, che porta la Cina al 69° posto, per grandezza, fra le impronte ecologiche delle 147 nazioni in cui è stata misurata.
Così come nel caso delle nazioni ad alto reddito, per la Cina, è il carbonio a incidere fortemente, costituendo circa la metà dell’Impronta ecologica totale della nazione. Nel paese il 75% della produzione elettrica dipende, infatti, dal carbone. Con questo trend, le stime prevedono che dal 2025 la Cina sarà il principale inquinatore di gas serra al mondo.
Ne discende che le decisioni che verranno prese in questa regione si ripercuoteranno su tutto il mondo. Ma forse che anche le decisioni contro l’effetto serra prese nei futuri consessi internazionale potranno influenzare le economie asiatiche.
29 dicembre 2008