Emissioni auto, obiettivi fiacchi

  • 3 Dicembre 2008

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Parlamento Europeo e Presidenza raggiungono un accordo sulle emissioni auto, da approvare definitivamente questo mese. Ma flessibilità e gradualità paiono indebolire alquanto gli obiettivi stabiliti.

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Si farà meno e lo si farà più tardi. Questo è il sunto estremo dell’accordo europeo sulla riduzione delle emissioni delle auto, raggiunto ieri tra la Presidenza e rappresentanti del Parlamento, e che sarà votato nel corso di questo mese, in una sessione plenaria a Strasburgo. Una constatazione – quella sui limiti dell’accordo – che non emerge immediatamente guardando il comunicato ufficiale, nel quale si legge l’impegno a raggiungere i 120 grammi di  CO2 per chilometro entro il 2012, lo stesso limite che un anno fa i produttori bollavano come irraggiungibile, e in cui si punta a un obiettivo a lungo termine di  95 g CO2/km al 2020, e si stabiliscono anche le sanzioni per chi non raggiunge i traguardi al 2012.

Per l’europarlamentare Guido Sacconi, portavoce della delegazione italiana è “uno dei più importanti risultati che l’Ue porterà a Poznan”. Quella sulle emissioni auto è sicuramente una decisione fondamentale anche in vista della discussione del pacchetto clima; le automobili in Europa sono responsabili per il 12% del totale delle emissioni di gas serra. Ma a leggere con attenzione i termini dell’accordo ci si rende conto che la nuova versione in realtà accoglie molte delle richieste delle case automobilistiche, alle quali si concede più tempo e flessibilità nel raggiungere gli obiettivi.

L’obiettivo dei 120 gCO2/km, infatti,  è in realtà di 130: l’accordo prevede infatti che i 10 punti per arrivare a 120, con una macchina che di suo emetterebbe 130, possano essere raggiunti montando pneumatici particolari o “con l’uso di biocarburanti”. A questo si aggiunge un bonus di 7 gCO2/km per i modelli che presentano “ecoinnovazioni”, soluzioni che migliorano l’efficienza in modo non misurabile, come può essere ad esempio un tettuccio fotovoltaico. Non saranno invece tenute a rispettare i limiti le case che producono modelli di nicchia, particolarmente inefficienti, come Jaguar o Land Rover, purchè riducano le emissioni della loro gamma almeno del 25%.

Le sanzioni poi ci sono, è vero, ma quelle per i primi grammi di sforamento sono passate – su richiesta italiana – dai 20 euro ad auto venduta proposti  a soli 5 euro. Il 2012 infine non è il vero termine entro il quale i produttori dovranno adeguare la media di emissioni della loro flotta: entro quella data sarà sufficiente che solo la media sul 65% dei modelli prodotti raggiunga il limite; la percentuale dei modelli su cui si calcolerà la riduzione delle emissioni, innalzata a scaglioni nei 3 anni, arriverà al 100% solo nel 2015. Per l’obiettivo al 2020 95 gCO2/km invece non è stato disposto nulla di vincolante.

Calcolando questi elementi di flessibilità – spiega a Qualenergia.it Andrea Lepore, responsabile del settore auto di Greenpeace – gli obiettivi reali si possono quantificare in 164 gCO2/km per il 2012 e 139 per il 2015. “L’Europa deve agire subito per affrontare i cambiamenti climatici. Ma, con questa legge, il settore automobilistico contribuirà poco agli sforzi per il clima e i consumatori continueranno ad avere a che fare con automobili inefficienti ancora per anni – denuncia Lepore – l’accordo raggiunto è stato dettato dalla stessa industria che avrebbe dovuto essere regolamentata”

Meno critica Legambiente per la quale l’accordo è un: “un piccolo passo nella giusta direzione”, ma che non manca di ricordare come la flessibilità degli obiettivi “rischia di compromettere la performance ambientale e la spinta innovativa per le industrie automobilistiche europee indispensabile per vincere la sfida climatica e quella economica. Una doppia sfida – conclude Legambiente – che l’Europa deve affrontare con molta determinazione per non perdere il vantaggio competitivo, soprattutto ora che la nuova amministrazione Usa ha deciso di sostenere la propria industria dell’auto con cospicui incentivi legati alla performance ambientale”.
 

GM
 
3 dicembre 2008
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