Stand-by per il carbone

  • 21 Novembre 2007

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La grande spinta verso il carbone negli Usa rallenta per le nuove normative più restrittive sulle emissioni di gas serra. Due progetti nel Kansas sono stati recentemente cancellati a causa di una legge statale

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Negli Stati Uniti le preoccupazioni sui cambiamenti climatici stanno rallentando la recente rinascita delle centrali termoelettriche alimentate a carbone (ad oggi sono oltre 20 quelle in fase di costruzione).
Il caso più recente riguarda due impianti da 700 MW della Sunflower Electric Power nel Kansas i cui piani sono stati bloccati da un legislatore dello Stato che evidenziato il livello delle emissioni rilasciate da questo tipo di impianti.
Attualmente il carbone soddisfa la metà del fabbisogno di elettricità degli Usa. Nove mesi or sono, il governo federale aveva elencato più di 150 centrali a carbone in fase di progettazione; da allora almeno 16 progetti sono stati cancellati e molti altri sono in fase di stop, secondo i dati forniti dal dipartimento americano dell’energia (DOE). Quelli della Sunflower sono il 17° e 18° della lista, ma certo non i primi a causa di nuove normative ambientali, ma di certo tra i più significativi.

Tra le ragioni della rivalutazione di alcuni progetti di utilizzo del carbone, c’è l’incremento dei costi dei materiali di costruzione legati alla forte competizione internazionale, in particolare con India e Cina. Inoltre, secondo la Edison Electric Institute, un’organizzazione che rappresenta investitori e proprietari di società elettriche, dal 2000 i costi per una nuova centrale a carbone di taglia media sono lievitati di circa il 40%. Ma la seria preoccupazione per le società elettriche è nella prossima elaborazione da parte del Congresso di una legislazione che prevede un elevato costo per le emissioni di gas serra.

Se tutti i progetti di centrali a carbone previsti o richiesti negli States da qui al 2030 (278 centrali da 500 MW per i prossimi 23 anni) utilizzeranno la tecnologia convenzionale e non la cattura e lo stoccaggio della CO2 si assisterà ad un vero disastro ambientale, ha detto John Thompson, direttore della Coal Transition Project of Clean Air Task Force, un gruppo ambientalista con sede a Boston. Gli Usa avranno, infatti bisogno di ridurre al 2050 le emissioni dell’80% rispetto i livelli del 1990.

LB

26 ottobre 2007

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