Le due associazioni spiegano di non comprendere il primo provvedimento visto che per l’eolico è individuata una procedura cautelativa speciale oltre quanto previsto per ogni tipo di impianti. Infatti, “la valutazione d’incidenza deve essere basata su un monitoraggio dell’avifauna presente nel sito interessato di durata compatibile con il ciclo biologico della stessa e la realizzazione dell’intervento è subordinata a conforme e obbligatorio parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs)”.
Considerando che sono pochi gli impianti eolici previsti in aree Zps, aggiungono Ganapini e Della Seta, “questa scelta appare più ideologica che pratica e quindi incomprensibile”.
L’introduzione della procedura VIA rappresenta, invece, “una novità preoccupante, che non ha eguali in Europa dicono Greenpeace e Legambiente. Vengono, in pratica, superate le competenze delle Regioni con una procedura che le era stata affidata per Legge nella valutazione di tutti gli impianti da fonti rinnovabili.
Ganapini e Della Seta, che ritengono l’eolico una tecnologia molto competitiva e idonea per creare che mix di fonti utili a ridurre le emissioni di gas serra, si dicono “convinti dell’importanza di una diffusione dell’eolico che sia attenta alla tutela dei valori ambientali e dell’avifauna” e ricordano di avere chiesto da tempo “l’approvazione delle Linee guida previste dal dl 387/2003 che permetterebbero per l’eolico, come per tutte le fonti rinnovabili, di avere finalmente un quadro unitario e coerente di regole nazionali”.
In favore dell’eolico segnaliamo un recente video di Greenpeace dal titolo “Non c’è vento da perdere“, della durata di poco più di 5 minuti
Fonte: Agenzia Dire
8 ottobre 2007