Per il secondo anno consecutivo, tra le imprese europee in violazione degli obblighi di monitoraggio e verifica delle emissioni climalteranti, quasi la totalità è rappresentata da quelle italiane.
Nel 2006, 865 imprese italiane su un totale di 903 non avevano restituito le quote assegnate entro il 30 aprile (articolo 12.3 direttiva 2003/87/CE) oppure non avevano consegnato all’autorità competente i dati verificati entro il 31 marzo (articolo 15).
Nel 2007 una simile proporzione è stata segnalata dalla Commissione sulla base dell’analisi delle prime informazioni relative alle emissioni verificate. Tra le cause, sembra esserci il funzionamento difettoso del registro italiano delle quote di emissioni, oltre ad un certo lassismo del sistema italiano in fase di applicazione delle sanzioni pecuniarie previste (40 € a tonnellata di CO2eq.).
LM
18 maggio 2007