Incentivi ricchi nel Bel Paese

  • 6 Aprile 2007

CATEGORIE:

Dal rapporto di Nomisma Energia "Le fonti rinnovabili per l'energia elettrica in Europa" emerge che gli incentivi alle rinnovabili in Italia sono maggiori alla media europea

ADV
image_pdfimage_print
In Italia il sistema degli incentivi per l’elettricità rinnovabili è piuttosto oneroso rispetto alla media europea e i risultati non sono certo tra i migliori del continente. Quale revisione apportare ai meccanismi di sostegno delle rinnovabili in vista anche degli ambiziosi obiettivi all’orizzonte?
La questione è affrontata dal rapporto curato da Nomisma Energia dal titolo “Le fonti rinnovabili per l’energia elettrica in Europa”, per conto del GSE (Gestore dei Servizi Elettrici) presentato il 5 aprile nel corso di un convegno da Davide Tabarelli, Presidente NE-Nomisma Energia, da Carlo Andrea Bollino, Presidente GSE e da Nando Pasquali, Amministratore Delegato GSE.

Il rapporto ricorda che l’UE-25 vanta il primato mondiale nella valorizzazione dell’elettricità da rinnovabili, con una produzione elettrica da quelle nuove, in particolare da eolico, che è al primo posto in assoluto. La Germania è il paese leader nelle nuove rinnovabili e il modello tedesco è quello di riferimento; tuttavia occorre ricordare – dice lo studio – che la Germania può garantire, in maniera molto efficiente, diffusi e generosi incentivi, grazie anche al fatto che la sua produzione elettrica dipende per oltre il 75% da carbone e da nucleare, con costi complessivi di generazione relativamente contenuti.

Si evidenzia però che l’aspetto economico, legato agli alti costi delle rinnovabili, non è oggi l’ostacolo principale. Secondo il rapporto Nomisma, gli incentivi, stimati nell’UE-25 in 10 miliardi di euro nel 2005, sono sempre abbondanti, con un’incidenza sui prezzi finali al consumo dell’ordine del 4%, una quota facilmente sostenibile da parte dei consumatori finali.
Va sottolineato tuttavia che i prezzi dell’elettricità al consumo in Europa dal 2004 al 2006 hanno segnato un aumento di circa il 15%, sia per effetto dei maggiori costi dei combustibili, sia per un’accresciuta redditività delle società elettriche che ha raggiunto un massimo storico nel 2006.

L’Italia è il quarto produttore di elettricità da rinnovabili nell’UE-25, con 52 TWh nel 2006 (con un notevole apporto del vecchio idroelettrico), anche se è ancora lontana dagli obiettivi annunciati: attualmente la quota di rinnovabili è al 15% sul totale, lo stesso valore del 1997, contro un obiettivo del 22% al 2010.
Le potenzialità dell’Italia non sono sfruttate soprattutto per i ritardi autorizzativi e per i problemi delle reti. Il sistema degli incentivi è comunque particolarmente generoso: il prezzo dei certificati verdi ha raggiunto 125,28 € per MWh nel 2006, valore a cui va sommato il prezzo di cessione dell’energia elettrica sul mercato, con prezzi anche qui molto elevati, superiori a 70 €/MWh. Ne risulta un’incentivazione prossima ai 200 €/MWh che è di gran lunga superiore al resto d’Europa, anche tenendo conto della diversa durata dell’incentivo.
Alta redditività degli investimenti e difficoltà autorizzative hanno condotto alla creazione di un mercato parallelo dei progetti. Ad esempio, per gli impianti eolici, il costo di un’autorizzazione ha superato recentemente 500.000 € per MW, a cui occorre poi sommare i costi di investimento dell’impianto di circa 1 milione di € per MW.
Alti incentivi e conseguenti distorsioni impongono una revisione del sistema. La nuova strategia comunitaria imporrà anche all’Italia un rinnovato impegno sulle fonti rinnovabili e porterà a fissare obiettivi molto più impegnativi. Un percorso da intraprendere presto e con decisione.

Fonte: tratto da Comunicato GSE (5 aprile 2007)

6 aprile 2007

Potrebbero interessarti
ADV
×