Bioetanolo da corsa

  • 6 Marzo 2007

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La "500 miglia di Indianapolis" per la prima volta vedrà in gara vetture alimentate a bioetanolo

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La storica corsa automobilistica “500 miglia di Indianapolis” per la prima volta vedrà in gara autovetture alimentate a bioetanolo. La notizia arriva in Italia grazie anche a Coldiretti che considera “l’iniziativa non occasionale vista l’attenzione che negli Stati Uniti si sta avendo verso le fonti energetiche rinnovabili offerte dall’agricoltura, dove si stima venga aperto un impianto per la produzione di biocarburante quasi ogni settimana”.
La 500 Miglia di Indianapolis (Indianapolis 500) è la più famosa gara automobilistica degli Stati Uniti d’America riservata a grandi cilindrate che percorrono l’autodromo ad una media di 300 km/h. Nata nel 1911, si svolge nel fine settimana del Memorial Day sul circuito ovale dell’Indianapolis Motor Speedway (quest’anno domenica 27 maggio). Il patron della corsa, Tony Gorge, è stato appena premiato dalla National Farmers Union (l’unione degli agricoltori statunitense) proprio perché quest’anno le automobili in gara faranno il pieno al 100% con bioetanolo ottenuto dalle colture americane del Midwest.

Secondo Coldiretti “da queste coltivazioni è possibile produrre energia rinnovabile in grado di generare un circolo virtuoso che concilia il rispetto delle risorse ambientali (un uso corretto e non intensivo) con l’esigenza di ridurre l’inquinamento atmosferico”.

Come è stato valutato in un recente rapporto della EIA (vedi articolo su qualenergia.it) sullo sviluppo dei biocarburanti negli Stati Uniti, lo scenario futuro del bioetanolo potrà essere il seguente: dai 4 miliardi di galloni del 2005 si passerà a 14,6 miliardi di galloni entro 2030 (circa l’8% del consumo della benzina). Di questi, solo 300 milioni di galloni saranno ottenuti da fonti celluloiche della biomassa, mentre la gran parte sarà ottenuta dal cereale. Notizia più recente è che a fine 2007 negli Stati Uniti circa 140 stabilimenti in tutto il paese produrranno quasi 7 miliardi di galloni di etanolo. Attualmente l’etanolo viene venduto agli automobilisti miscelato al 46% con la benzina.

Per quanto riguarda l’Italia, dove finora nei normali distributori italiani non viene venduto carburante ottenuto da coltivazioni agricole, a differenza di quanto accade in altri paesi europei, Coldiretti ritiene ormai necessario recuperare il ritardo accumulato. Le condizioni esistono – dice l’associazione – perché non mancano terreni, professionalità e tecnologie adeguate anche per evitare di ricorrere alle importazioni che, come nel caso dell’olio di palma proveniente dall’Asia, stanno provocando il disboscamento di intere foreste vergini in Indonesia, Malesia e Cina mettendo a rischio ambiente e biodiversità.

LB

6 marzo 2007

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