Mercato del fotovoltaico in Italia, nuove realtà crescono

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C'è nuova vitalità nel FV italiano: lo mostra bene l'esordio della divisione aziendale dedicata alle nuove installazioni di Green Energy Service, società di Ancona fino ad ora specializzata nell’O&M di grandi impianti. Ne parliamo con il responsabile commerciale, l'ingegner Marco Panzavuota.

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Con i 32 MW connessi a settembre, il mercato del fotovoltaico italiano nei primi nove mesi di quest’anno ha raggiunto quota 323 MW di nuova potenza connessa, un aumento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2016.

 

C’è dunque una certa dinamicità, complice la detrazione fiscale del 50%, confermata anche per il 2018 dalla legge di Bilancio all’esame della Camere, e al super-ammortamento, che si appresta a essere riproposto, seppure lievemente depotenziato.

 

Lo mostra bene l’esordio della divisione aziendale dedicata al nuove installazioni di Green Energy Service, società di Ancona fino ad ora specializzata nell’O&M di grandi impianti fotovoltaici sia su tetto che a terra, che in meno di due mesi di attività ha già realizzato 40 kW di potenza.

 

Abbiamo parlato con il responsabile commerciale della nuova divisione, l’ingegner Marco Panzavuota, che da settembre ha iniziato il lavoro di costruzione della rete vendita a livello locale e nazionale.

 

Ingegner Panzavuota, su quale target sta puntando la neonata divisione impianti di Green Energy Service?

 

Il segmento che ci siamo scelti è quello del commerciale, il più adatto a installazioni basate sulla massimizzazione dell’autoconsumo: aziende che hanno sentito la crisi meno di altre, ma che hanno consumi elettrici importanti e per le quali dunque è importante ridurre i costi in bolletta. Tra i clienti al momento abbiamo ad esempio supermercati, piccole aziende e ditte dell’agroalimentare come gli allevamenti, che hanno grossi consumi elettrici.

 

Ai vostri clienti, oltre che l’impianto fotovoltaico, offrite altre soluzioni per risparmiare sull’energia?

 

Venendo dall’O&M e dunque avendo una grande esperienza nella gestione, poniamo molta attenzione all’analisi preventiva del profilo dei consumi del cliente. Con la nuova divisione impianti ragioniamo poi sempre su altri interventi, come quelli sugli impianti di riscaldamento o raffrescamento, che si abbinano sempre al fotovoltaico, che resta il nostro core business.

 

Le aziende sono pronte a investire per tagliare la bolletta? Che tempi di rientro dell’investimento riuscite a proporre e quali sono gli ostacoli maggiori da superare per tradurre le offerte in progetti?

 

La sensibilità c’è, visto che i costi in bolletta sono una voce importante sia nei bilanci delle imprese che in quelli delle famiglie. Per interventi profondi si riescono ad avere tempi di rientro degli investimenti di 3-4 anni, per il solo fotovoltaico si va invece sui 6-7 anni, sempre senza considerare incentivi. Il grande ostacolo è l’accesso al credito, molto più difficoltoso rispetto ai tempi del fotovoltaico incentivato.

 

Per aggirare la barriera dei costi di investimento, con la nuova divisione offrite anche di fornire l’energia con impianti di vostra proprietà da collocare nel sito del cliente?

 

Oggi non siamo una ESCo, per cui non offriamo quel tipo di contratto. Stiamo invece studiando delle soluzioni di noleggio operativo.

 

A proposito di incentivi, per il segmento industriale e commerciale, una spinta al FV in questo ultimo anno è venuta dal superammortmento al 140%. La legge di bilancio attualmente all’esame del Parlamento proroga la misura, ma riduce l’ammortamento maggiorato al 130%. Che impatto avrà questa riduzione sui business plan?

 

Il superammortamento ha sicuramente dato una spinta al mercato. Con la riduzione prevista, al 130%, calcoliamo che i tempi di ammortamento si allunghino di un anno.

 

Tra le prospettive che dovrebbero essere di breve termine per l’Italia, c’è quella di una riapertura della possibilità di fare nuovi SDC, cioè SEU con più utenze per il momento riservati a utenze commerciali. Che opportunità si aprirebbero?

 

Abbia fatto delle analisi in passato: la situazione sarebbe ideale e consentirebbe l’accesso a un’interessante fascia di mercato, come ad esempio quella dei centri commerciali o di altre situazioni con più utenze.

 

Parliamo di storage: come sta andando da questo punto di vista?

 

E’ una soluzione molto richiesta, anche se va detto che la domanda al momento è spinta, più che dalla convenienza economica, da motivi che potremmo definire “di cuore”. I costi infatti incidono ancora molto e gli utenti cercano l’accumulo più che altro per il desiderio di utilizzare al meglio l’energia pulita autoprodotta con il proprio impianto fotovoltaico e acquistare il meno possibile dalla rete.

 

Dato il contesto attuale, come vedete il futuro del fotovoltaico italiano e quello della vostra nuova divisione?

 

Sicuramente abbiamo visto che c’è spazio per continuare a installare e a crescere. In due mesi di attività abbiamo realizzato circa 40 kW: il mercato c’è, c’è la sensibilità e la voglia di investire. Con le prospettive che si delineano si apriranno altre possibilità ancora. Noi abbiamo il know-how e, grazie alla nostra esperienza decennale nell’O&M, i nostri clienti anche per il nuovo hanno la garanzia che il nostro lavoro non finisce con l’allaccio dell’impianto, lì inizia il nostro impegno di gestione e manutenzione.

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