Zero discarica e riciclo delle pale, così l’eolico punta a una filiera produttiva circolare

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Le proposte di Wind Europe per riutilizzare materiali e componenti delle turbine.

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Riciclare materiali e componenti è una delle sfide più rilevanti per l’industria delle rinnovabili.

Per puntare alla sostenibilità ambientale su tutta la filiera produttiva, infatti, è necessario adottare un’economia circolare che permetta di recuperare la quantità più ampia possibile di materie prime utilizzate nella fabbricazione di pannelli fotovoltaici e pale eoliche.

Così Wind Europe ha rilanciato l’idea di un divieto europeo di mandare in discarica le pale delle turbine eoliche a fine vita, per esempio quando si smantella un vecchio impianto.

Il divieto dovrebbe entrare in vigore, secondo la proposta, entro il 2025, ed essere esteso anche ad altri componenti degli aerogeneratori.

In questo modo, evidenzia una nota di Wind Europe, l’industria del settore intende impegnarsi a recuperare-riciclare il 100% delle pale eoliche a fine vita e a non esportare queste pale in paesi extra-Ue per lo smaltimento in discarica.

Una misura di questo tipo, si spiega nella nota, potrebbe accelerare lo sviluppo di tecnologie di riciclo.

La vita media di un parco eolico, precisa Wind Europe, è di 20-25 anni e già oggi la maggior parte della massa di una turbina eolica (85-90% della sua massa totale) può essere riciclata: cemento, acciaio, fili di rame, componenti elettronici e così via.

Tuttavia, riciclare le pale è più difficile, perché sono realizzate con materiali compositi complessi (mix di polimeri e fibre rinforzate) che permettono di fabbricare pale più lunghe, leggere e performanti grazie alle loro caratteristiche aerodinamiche.

Diverse aziende offrono servizi per riciclare questi materiali compositi, largamente utilizzati anche in altri settori come automotive, imbarcazioni e aerei, ma le soluzioni tecnologiche di riciclo sono ancora costose, poco mature e non diffuse su vasta scala.

Intanto nei prossimi anni crescerà il numero di turbine da smantellare, via via che gli impianti arriveranno al termine della loro vita operativa nei mercati eolici di maggiori dimensioni, come Spagna e Germania. Wind Europe stima che entro il 2025 ci saranno circa 25.000 tonnellate/anno di pale da smaltire a livello europeo e che questo numero potrebbe raddoppiare entro il 2030.

Pertanto è necessario che l’Europa aumenti gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore del riciclo di materiali compositi, evidenzia la nota.

Ricordiamo che Vestas ha appena lanciato una coalizione industriale che punta a sviluppare una nuova tecnologia per riutilizzare i materiali compositi delle pale.

La coalizione, battezzata CETEC (Circular Economy for Thermosets Epoxy Composites), oltre a Vestas include Olin (multinazionale leader nella produzione di resina epossidica), il Danish Technological Institute e la Aarhus University.

In sostanza, la soluzione proposta prevede che le fibre vengano separate dalla resina e che la resina sia ulteriormente ridotta in componenti base che, a loro volta, potranno essere utilizzati per creare una resina riciclata con caratteristiche analoghe a quelle del materiale vergine.

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