Anche la Grecia, dopo Spagna e Portogallo, è pronta a varare dal prossimo luglio un tetto ai prezzi dei combustibili fossili utilizzati per produrre energia elettrica e così ridurre le bollette per famiglie e imprese, sganciandole dai costi elevati del gas.
Una nota del governo ellenico spiega che è stato raggiunto un accordo di massima con la Commissione europea sui principi di base del meccanismo, dopo un incontro a Bruxelles tra il ministro greco per Energia e ambiente, Costas Skrekas, e il commissario Ue per le questioni energetiche, Kadri Simson.
Una bozza di legge che descrive il funzionamento del meccanismo sarà inviata alla Commissione europea la prossima settimana.
Tale meccanismo non influirà sulle condizioni del mercato comune europeo dell’elettricità; si prevede di imporre un massimale per la compensazione delle unità di produzione di energia elettrica in base al costo effettivo della loro produzione.
La differenza tra la compensazione e il prezzo di borsa dell’energia elettrica sarà trasferita all’Energy Transition Fund (TEC) e si impegnerà a finanziare misure di sostegno ai consumatori per alleviare gli effetti della crisi energetica internazionale.
Ricordiamo che in Spagna e Portogallo si partirà dal primo giugno con il tetto ai prezzi elettrici, dopo la pubblicazione nelle rispettive Gazzette ufficiali dei decreti approvati il 13 maggio dai due governi.
I provvedimenti iberici fissano un cap al prezzo del gas (e del carbone) utilizzato per la generazione elettrica, pari a 40 euro per MWh nei primi sei mesi. Ci saranno poi incrementi mensili di 5 €/MWh fino al raggiungimento di 70 €/MWh al termine della validità del meccanismo (un anno).