Vale ancora la pena puntare sul Gnl?

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Secondo S&P Global il tasso di utilizzo degli impianti europei è fermo al 46% e la domanda di gas resta in calo. Il terminale di Panigaglia segna un -54% di traffico di Gnl tra gennaio e giugno.

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Gli inverni non eccessivamente freddi degli ultimi due anni, uniti alla crescita di generazione da fonti rinnovabili, hanno determinato un calo della domanda europea di gas che spiazza il mercato Gnl nell’Unione europea.

Questa, in sintesi, l’indicazione che arriva da S&P Global Commodity Insights. I dati fondamentali su cui si basa la riflessione pubblicata sul sito web della società sono due: attualmente ci sono 42 progetti di nuova rigassificazione in tutta Europa (11 in fase di costruzione), ma il tasso di utilizzo dei rigassificatori esistenti è fermo al 46% nell’anno in corso.

Il driver della strategia sul Gnl, secondo gli analisti, è arrivato con la guerra in Ucraina che ha spinto l’Ue a tagliare le importazioni russe, oggi ancora ferme a 30 milioni di metri cubi di gas al giorno.

La nascita dei nuovi terminali è dunque vista come la chiave per diversificare gli approvvigionamenti mantenendo il mercato liquido e, così, riducendo lo spread di prezzo rispetto ad altre regioni importatrici, Asia in primis.

Tutto ciò, però, cozza con una domanda europea in discesa, come abbiamo visto, e con un utilizzo dei rigassificatori esistenti mai salito sopra il 70% della capacità da aprile 2023 a oggi, ricorda S&P.

Secondo David Lewis, analista di Commodity Insights, occorre tenere presente che “la maggior parte della capacità di rigassificazione europea è concentrata in mercati con un basso utilizzo di gas, come Spagna e Regno Unito”.

Proprio in Gran Bretagna, però, dal 2025 si stima una ripresa del mercato gas dovuta alla sostituzione delle centrali a carbone.

I dati di Commodity Insights mostrano che le importazioni di Gnl in Europa sono diminuite del 20% tra gennaio e giugno, passando da 68,52 milioni di tonnellate nello stesso semestre del 2023 a 54,89 milioni di tonnellate.

Un trend confermato anche dal Center on global energy policy della Columbia University, secondo quanto riportato sui profili social di Ira Josep, che è anche analista S&P Global: “La domanda di gas in Europa è in linea con i livelli del 1984. Le decisioni politiche a favore delle energie rinnovabili, unite agli alti prezzi del gas provocati dall’invasione russa dell’Ucraina, sono state devastanti per l’uso di questa fonte” (leggi anche In calo i consumi di gas in Italia: il primo semestre 2024 con i dati più bassi).

E per quanto concerne il nostro Paese? L’ultimo dato significativo in ordine di tempo arriva dall’Autorità di sistema portuale del mar ligure orientale, che ha analizzato la movimentazione delle merci negli scali di sua competenza. Tra le indicazioni anche quella sul rigassificatore di Panigaglia, che nel primo semestre del 2024 segna un -54% di traffico di Gnl sul 2023.

Proprio per questo impianto, si ricorda che Snam, attraverso la controllata Gnl Italia, ha avviato la procedura di assoggettabilità a Via relativa a un ammodernamento e a un ampliamento del rigassificatore, passando così da una capacità di 11 milioni di metri cubi al giorno a 14.

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