Tutti quei miti sul gas indispensabile per il riscaldamento: breve tutorial in 10 punti

Dalla costruzione del mito alla fake-news: in ambito energetico ai giorni nostri non reggono più il confronto con la realtà.

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Dal greco mỳthos, che significa “parola, racconto”, il mito è una narrazione che può offrire una spiegazione di fenomeni naturali, legittimare pratiche o istituzioni sociali e, anche, rispondere in termini comprensibili alle grandi domande che gli uomini si pongono.

I miti sono pertanto costruiti per conseguire un obiettivo specifico, a volte con intento manipolatorio.

Accade anche in ambito energetico: si costruiscono miti ogniqualvolta vi sia l’opportunità, o la necessità, di innestare cambiamenti positivi ma che possono modificare lo status quo, mettendo a rischio posizioni di vantaggio consolidate.

È interessante notare come in epoca moderna i miti tendano ad essere molto meno durevoli di quanto avvenisse in passato, ad esempio nell’antica Grecia, da dove origina la parola. Tant’è che oggi chiamiamo spesso queste narrazioni storytelling o fake news.

Quali sono i miti, lo storytelling o le fake news che promuovono il gas come combustibile naturale irrinunciabile per la transizione energetica verso le fonti rinnovabili e al contempo impediscono lo sviluppo delle tecnologie a fonti rinnovabili per il riscaldamento delle abitazioni?

QualEnergia.it da tempo dedica webinar e articoli alla promozione di soluzioni per la casa senza gas cercando di smontare per il riscaldamento delle abitazioni i falsi miti sulle pompe di calore elettriche, promuovendo la conoscenza di progetti di teleriscaldamento evoluti, grazie ai sistemi di TLC.  Insomma, che uscire dal matano e dagli altri combustibili fossili si può.

Energy-Cities.eu li ha censiti e descritti in un paper dal titolo “Myth buster on gases and renewable heating technologies”, pubblicato con il supporto della European Climate Foundation (allegato in fondo all’articolo).

Un utile ripasso per riflettere su ciò che possiamo e dobbiamo fare per contribuire alla transizione energetica e contrastare i cambiamenti climatici per salvaguardare noi e le future generazioni.

I miti che promuovono il gas come fonte per la transizione energetica

Mito 1: il gas naturale può essere verde e pulito

Il gas naturale inquina fin dal momento della sua estrazione, pensiamo al fracking e alle emissioni diffuse durante le fasi di trasporto.

Attualmente il gas è il secondo fossile responsabile in termini di emissioni di CO2 nell’Unione Europea, dopo il carbone. Una risorsa finita, che ha un peso significativo nel cambiamento climatico.

Mito 2: il gas naturale è un combustibile “ponte” necessario verso un sistema di riscaldamento più pulito

L’utilizzo del gas verso la transizione alle rinnovabili ritarderà solamente la conclusione del processo di decarbonizzazione. Le centrali e le infrastrutture a gas, che ci ostiniamo a voler costruire (Viva il gas che tanto aiuta l’integrazione delle energie rinnovabili!), hanno infatti una vita economica di circa 30 anni.

Ciò significa che avremo centrali di questo tipo fino al 2040-2050, quando la decarbonizzazione dovrebbe già essere completata, sottraendo investimenti alle rinnovabili e all’ammodernamento delle reti di trasmissione (Il capacity market e la corsa al gas in Italia: una questione energetica o economica?).

L’ultimo rapporto dell’IEA (Agenzia Internazionale per l’Energia) mette fine all’idea del gas come combustibile di transizione in uno scenario emissioni net-zero (Il monito della Iea: non ha più senso investire in nuovi progetti fossili).

Mito 3: l’idrogeno è una soluzione per sostituire il gas naturale nel riscaldamento domestico

L’idrogeno non è la soluzione a tutti i problemi. Fatta la doverosa distinzione tra l’idrogeno verde (prodotto da fonti rinnovabili) e quello blu o grigio (ottenuto da combustibili fossili), occorre considerare che l’idrogeno rinnovabile richiede 5 volte la quota di elettricità necessaria a riscaldare una casa, rispetto a una pompa di calore.

Il trasporto, lo stoccaggio e le varie fasi di trasformazione e combustione determinano perdite multiple. L’idrogeno rinnovabile, pertanto, è una risorsa scarsa che deve essere utilizzata con parsimonia, e solo quando nessuna alternativa è possibile.

Mito 4: Tutti i biogas sono sempre sostenibili

La sostenibilità dei biogas è legata alle materie prime utilizzate, a quanto la loro produzione ha determinato una massiccia deforestazione o l’aumento del prezzo delle risorse alimentari a causa della sostituzione delle colture.

I miti sul gas che frenano lo sviluppo delle tecnologie di riscaldamento rinnovabili

Mito 1: il riscaldamento rinnovabile offre meno comfort per le famiglie soprattutto in inverno

Le tecnologie di riscaldamento rinnovabili possono fornire temperature elevate, a maggior ragione in case ben isolate termicamente. La riqualificazione energetica delle abitazioni è comunque una necessità per ridurre il fabbisogno di raffrescamento e riscaldamento.

Mito 2: le tecnologie di riscaldamento rinnovabili sono troppo costose da installare

Il teleriscaldamento è una soluzione economica nelle aree urbane: città come Strasburgo, Francoforte e Rotterdam stanno progettando l’ampliamento dei propri distretti dove operano sistemi di riscaldamento e raffrescamento.

Per gli impianti individuali, l’extracosto delle pompe di calore può essere coperto con incentivi e sgravi fiscali.

Mito 3: le tecnologie di riscaldamento rinnovabili sono troppo costose da gestire rispetto a quelle fossili tradizionali

Il gas naturale oggi è una fonte energetica relativamente a basso costo unicamente perché gode di sussidi e di un sistema fiscale favorevole. Per il costo di esercizio delle pompe di calore il prezzo dell’elettricità è un fattore chiave su cui si può agire con l’autoproduzione di energia da solare generata in proprio o anche in un ambito di Comunità Energetiche.

Secondo l’Agenzia per l’Ambiente e la Transizione Energetica francese (ADEME), le soluzioni individuali di riscaldamento rinnovabile sono competitive quasi quanto il gas naturale, mentre tra le soluzioni collettive solo l’energia geotermica e il calore di scarto sono più competitivi.

Infine, biomasse e solare termico sono più economici del gas anche senza sussidi pubblici. Occorre inoltre considerare che al prezzo del gas bisognerebbe aggiungere le esternalità ambientali dovute alle emissioni di CO2, il cui costo in futuro aumenterà.

Mito 4: tutti i consumi energetici attuali devono essere sostituiti con energie rinnovabili

Tecnologie più efficienti, come le pompe di calore, necessitano di meno energia primaria a parità di calore fornito. La riqualificazione energetica degli edifici contribuisce quindi a tale riduzione, tagliando le spese e aumentando anche il livello di comfort, sicurezza e salute.

Mito 5: la rete non può gestire l’elettrificazione del calore

L’aumento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile destinato a coprire il fabbisogno per il riscaldamento richiede interventi strutturali.

Ma la pressione sulla rete può essere ridotta grazie al meccanismo di gestione del demand response (Capacity market, come evitare di affidare la flessibilità al gas). Le pompe di calore sono esse stesse sistemi di accumulo e fonte di flessibilità per il sistema e come altre tecnologie di riscaldamento, basate su fonti diverse (vedi Mito 3), copriranno il fabbisogno di calore.

Mito 6: Le tecnologie di riscaldamento rinnovabili non possono essere installate in edifici vecchi e non ristrutturati

Tecnologie di riscaldamento basate sulle fonti rinnovabili possono essere implementate in qualsiasi tipo di edificio. Chiaro che (vedi Mito 4) lo sviluppo delle rinnovabili e la riqualificazione energetica degli involucri degli edifici dovrebbero sempre andare di pari passo.

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