Teleriscaldamento da rinnovabili e… banda larga

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Solare termico, biomassa, coinvolgimento diretto dei residenti e sviluppo di internet ad alta velocità: gli ingredienti alla base del progetto pilota nella cittadina tedesca di Pfronstetten.

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Ecco come anche nel nostro Paese potremmo liberarci delle fonti fossili e riqualificare piccoli centri urbani: piccoli progetti ma, se messi uno dietro l’altro, potrebbero rivoluzionare il sistema energetico.

Un esempio ci viene dalla Regione-Stato del Baden-Württemberg, nel sud della Germania, che storicamente ha una forte connotazione “tradizionale” per quanto riguarda l’energia: si è sempre basata, infatti, sul ricorso alle centrali nucleari e al carbone.

Con l’ormai inevitabile “phasing out” da entrambe le fonti da qualche anno la Regione sta mettendo in piedi una serie di iniziative per valorizzare le risorse rinnovabili locali. Tra queste iniziative, spicca la proliferazione di piccole reti di teleriscaldamento, come quella attualmente in sviluppo nel centro rurale di Pfronstetten, uno dei casi pilota del progetto ENTRAIN.

Quando la domanda cresce, il teleriscaldamento risponde

L’idea di realizzare una piccola rete di teleriscaldamento, come testimoniato da Reinhold Teufel, Sindaco di Pfronstetten, nasce dall’esigenza di alimentare alcuni edifici pubblici tramite una produzione centralizzata di energia termica: la palestra locale (anche utilizzata per feste ed eventi), l’asilo nido e la scuola primaria. Poiché questa idea era nelle menti degli amministratori da diverso tempo, tali edifici erano già interconnessi con delle tubazioni. In un certo senso, le utenze erano state predisposte per un futuro collegamento a una rete di teleriscaldamento.

L’ostacolo che rendeva non ancora economicamente sostenibile tale soluzione, però, era la bassa domanda termica complessiva. La recente acquisizione di un altro edificio pubblico, la ‘Gasthaus Rose’, ha poi cambiato la situazione, anche perché questa nuova utenza si trova a meno di 100 metri dagli altri edifici da alimentare.

GPL sempre meno conveniente

Il Sindaco sottolinea come, al di là dell’accresciuta domanda di calore, le condizioni per la realizzazione di un sistema di teleriscaldamento sono divenute più favorevoli anche grazie all’aumento delle tasse sui combustibili fossili, tramite il meccanismo della tassazione sulla CO2. Questo meccanismo, infatti, ha reso meno conveniente l’impiego del Gpl in aree non metanizzate.

Parallelamente, lo sviluppo tecnologico dei generatori a biomassa (soprattutto per soluzioni centralizzate di media potenza), estremamente più efficienti che in passato e con tecnologie avanzate di contenimento delle polveri emesse, ha consentito di progettare una rete di teleriscaldamento fondato proprio su queste soluzioni.

Dare il buon esempio

“Copiare il vicino” è, in questi casi, sempre una delle forze trainanti del progetto. Nell’esempio di Pfronstetten, è lo stesso Sindaco ad avere fatto diretta esperienza di una soluzione simile attivando, qualche anno prima, una produzione centralizzata tramite caldaia a cippato nel paese di Burladingen per alimentare il Municipio, le scuole e la piscina, evitando il consumo di centinaia di migliaia di litri di Gpl.

Altri esempi locali, inoltre, provengono dai centri di Aichelau e Tigerfeld, dove la fornitura di calore tramite teleriscaldamento è basata su impianti a biogas.

Il ruolo centrale dei residenti

Il progetto ha avuto una strada in discesa fin dall’inizio, grazie alla larga maggioranza di consiglieri municipali favorevoli a questa iniziativa.

Un ruolo cruciale, però, è stato giocato dalla popolazione locale. Dopo la prima presentazione pubblica del progetto, infatti, sono cresciute le adesioni di nuovi potenziali utenti, il che ha reso ancora più chiara la fattibilità economica dell’operazione.

Per avere un’idea del coinvolgimento, circa un terzo delle utenze residenziali presenti nell’area ha manifestato interesse a collegarsi alla futura rete. L’interesse è arrivato soprattutto dagli abitanti di edifici risalenti agli anni ’80, molto probabilmente perché, in tali edifici, è ormai imminente la necessità di sostituire l’impianto termico.

Appare chiaro, allora, che la soluzione migliore sia affidarsi a un sistema più economico e meno impattante rispetto a una singola caldaia alimentata a Gpl.

Il Comune sta tuttora conducendo una massiccia campagna informativa, in vista della chiusura dei contratti preliminari con i consumatori, che si dovrebbero completare entro il 2021. Chiaramente, la pandemia ha rallentato questo processo, impedendo lo svolgimento di alcune delle iniziative previste in presenza.

Nonostante ciò, l’attuale miglioramento della situazione fa ben sperare per il prossimo futuro: è stata già programmata, ad esempio, una visita guidata a un impianto simile realizzato a Leibertingen, così che i cittadini possano toccare con mano un esempio già operativo e ascoltare il racconto delle esperienze degli utenti locali.

E la banda (larga) passò

Una peculiarità estremamente stuzzicante di questo progetto è la sua trasversalità. Approfittando dei lavori infrastrutturali necessari per la realizzazione della rete, infatti, il Consiglio Municipale ha pensato di combinare la transizione verso una nuova fornitura termica con l’adozione di un’altra soluzione tecnologica interessante per i cittadini e, più in generale, per l’ammodernamento di un centro rurale come Pfronstetten: la posa della fibra per le connessioni internet a banda larga.

Questa sinergia tecnologica ha permesso alla campagna di promozione del progetto di fare breccia più facilmente tra i potenziali consumatori, interessati al tema energetico ma non solo. Una casa con riscaldamento efficiente e connessione internet veloce, infatti, vede incrementare in maniera sostanziale il suo valore.

Sole e legno

Il ricorso a fonti rinnovabili disponibili a livello locale è spesso uno degli aspetti centrali di questa tipologia di progetti che vogliono valorizzare le risorse del territorio attenuando la dipendenza dall’esterno.

Nel caso della cittadina di Pfronstetten, la scelta è caduta su una combinazione di energia solare e biomassa, in forma di cippato o pellet.

Il solare termico è stato dimensionato e progettato per coprire il carico estivo della rete, così da poter spegnere la caldaia a biomasse nelle stagioni con clima più moderato.

Un’ultima considerazione riguarda la sostenibilità economica dell’operazione: grazie all’impiego di risorse energetiche locali, la società di gestione della rete di teleriscaldamento sarà in grado di offrire agli utenti un costo del calore competitivo con le soluzioni individuali.

Ciò, inoltre, sarà possibile anche nella quasi totale assenza di incentivi: l’unico contributo esterno al progetto, infatti, consiste in una quota di appena 64.000 € proveniente da un programma per la rigenerazione urbana verso l’efficienza energetica.

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