La tecnologia SyngaSmart di Reset per l’utilizzo di biomasse di scarto

Un esempio di produzione di energia rinnovabile ed economia circolare: si genera elettricità per autoconsumo o da cedere in rete, energia termica per riscaldamento, teleriscaldamento e acqua calda sanitaria, BioChar da rivendere come ammendante.

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RESET è un’azienda di Rieti fondata nel 2015, attiva nel settore dell’economia circolare e delle fonti energetiche rinnovabili.

Nata come start up innovativa da un nucleo di cinque persone, oggi è una PMI che ha basato la sua crescita su un continuo processo di innovazione e sviluppo tecnologico, arrivando ad una dimensione aziendale che impiega stabilmente 70 dipendenti in un’unità produttiva di circa 7000 mq in cui si concentrano le attività di R&D, progettazione e ingegneria, costruzione e collaudo impianti, sviluppo business.

Attraverso la ricerca portata avanti negli anni è stata sviluppata e brevettata nel mondo la tecnologia SyngaSmart, finalizzata a dare un contributo significativo all’economia circolare e alla decarbonizzazione attraverso l’utilizzo di biomasse di scarto con un processo carbon-negative, alternativo allo smaltimento e al conferimento in discarica, con l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali e generare nuove opportunità di business.

Da un punto di vista pratico, la tecnologia SyngaSmart di RESET è basata sull’integrazione di più processi, coordinati da una sofisticata logica di automazione.

  1. Trasformazione della biomassa in gas di sintesi: il processo di gassificazione permette di generare un biocombustibile gassoso (BioSyngas) attraverso degradazione termochimica di biomasse organiche come residui legnosi, agricoli e scarti organici di varia natura. Avviene a circa 900 °C in un reattore chiuso e in carenza di ossigeno, e trasforma la biomassa una miscela di gas combustibili e una piccola quantità di residuo solido ricco di carbonio, il BioChar. Il gas viene successivamente depolverizzato, raffreddato e filtrato.
  2. Produzione di energia elettrica e termica: il gas prodotto viene inviato ad un generatore, che può essere un motore accoppiato ad un alternatore o un bruciatore con caldaia, al fine di convertire l’energia chimica in energia elettrica e/o termica. Nel caso della cogenerazione, quest’ultima viene recuperata attraverso l’utilizzo di scambiatori che intercettano calore nella fase di gassificazione, dal liquido refrigerante del motore e dai fumi di scarico.
  3. Gestione automatica e controllo remoto: ogni impianto SyngaSmart è un sistema integrato di processi meccanici e termochimici governati da un’articolata architettura IoT e da sistemi di automazione che, attraverso sensori di pressione e temperatura, valvole, sonde, motoriduttori, coclee, pompe e inverter, permettono di gestire l’impianto con il minimo intervento umano, sia in locale che da remoto attraverso software e app dedicata.

Unico sottoprodotto del processo è il Biochar che, oltre ad essere un ammendante per il terreno, effettua un’azione concreta e tangibile di sequestro del carbonio.

L’installazione di un impianto SyngaSmart permette, quindi, di attivare nuovi processi di economia circolare. La tecnologia evita emissioni di nuova anidride carbonica da fonti fossili sequestrando, allo stesso tempo, una parte della quota di CO2 assorbita precedentemente dalla biomassa. Inoltre, riduce i costi e gli impatti ambientali legati allo smaltimento, creando nuovi posti di lavoro “green” e valorizzando le risorse locali.

Prendiamo ad esempio gli operatori della filiera del legno, che vanno dalla silvicoltura e gestione del bosco, alla trasformazione e produzione di semilavorati, ai mobilifici, ai produttori di parquet, di imballaggi in legno, pallet, ecc.

Cosa hanno in comune questi soggetti? Grandi quantità di sottoprodotti, che non hanno valore di mercato e che diventano quindi uno scarto da smaltire, con relativi costi associati e impatti ambientali negativi.

La tecnologia SyngaSmart permette di generare valore da questo scarto, trasformandola in bioenergia rinnovabile carbon-negative, ovvero con sequestro di CO2. La biomassa legnosa, essiccata e trasformata in cippato o bricchetti attraverso macchinari standard, può esser valorizzata per produrre:

  • Energia elettrica per coprire i propri consumi, o da cedere in rete.
  • Energia termica per riscaldamento, teleriscaldamento e acqua calda sanitaria.
  • BioChar da rivendere come ammendante, come mezzo filtrante, oltreché come sistema per compensare le emissioni di CO2 legate al ciclo produttivo.

L’attività di RESET non si ferma alle biomasse legnose e organiche. Nel 2020, ha stimolato l’attenzione di Eni Joule, con la quale è stato realizzato il progetto “ReWaste”.

L’obiettivo ambizioso del progetto è quello di sviluppare un impianto innovativo finalizzato alla riduzione volumetrica “on-site” dei fanghi di depurazione prodotti in uno degli stabilimenti Eni, e alla loro valorizzazione energetica.

Il beneficio è duplice: valorizzare uno scarto normalmente avviato a smaltimento, e ridurre gli impatti ambientali legati al modello business as usual, inclusi quelli causati dal trasporto di queste sostanze.

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