Sostituiamo la caldaia a gas di un albergo con una pompa di calore. Quanto conviene?

Abbiamo provato il simulatore creato dal GSE per valutare la convenienza per una struttura ricettiva di un intervento di sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento con una pompa di calore aria-acqua con l'incentivo del conto termico.

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La climatizzazione è uno dei fattori che incidono maggiormente sui consumi energetici e sui costi di gestione di una struttura ricettiva.

Ma quanto è possibile risparmiare economicamente e migliorare l’efficienza energetica di un albergo sostituendo, per esempio, la caldaia a condensazione esistente con una pompa di calore elettrica sia per il riscaldamento che per l’acqua calda?

Per farsi un’idea della risposta a questa domanda e ad altre relative a configurazioni diverse degli impianti esistenti nei vari tipi di strutture ricettive, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha creato un simulatore online che abbiamo provato.

Inserendo i dati salienti della struttura ricettiva, come la dimensione, i dati di localizzazione dell’edificio, ecc., si può stimare non solo quanto potrebbe costare, in linea di massima, un intervento di riqualificazione energetica della centrale termica, ma anche gli incentivi del Conto Termico, le voci di risparmio economico e climatico e il tempo di rientro dell’investimento, pur ovviamente con tutte le precauzioni del caso circa la necessità di fare una diagnosi energetica e un’analisi puntuale delle molteplici peculiarità di ogni caso specifico.

Caratteristiche di un ipotetico albergo

Per il nostro test, abbiamo ipotizzato un albergo a quattro stelle con meno di 10 milioni di euro di fatturato annuo, categorizzato quindi come “piccola impresa”, e situato a Limone sul Garda, in provincia di Brescia, sul lato lombardo del lago di Garda, in zona climatica E.

Da un punto di vista strutturale, abbiamo ipotizzato inoltre che l’edificio che ospita l’albergo sia di 4 piani, interrati e fuori terra, alto 25 metri, con un perimetro di 60 metri.

Circa i servizi, si presume che l’albergo abbia 28 posti letto, un ristorante frequentato complessivamente da 25 persone al giorno, con 40 metri quadrati di uffici, che usufruisca di un servizio di lavanderia esterno operato da terzi e non abbia una palestra o, se ce l’ha, non sia provvista di docce.

Dal punto di vista energetico, si presume che l’albergo abbia una superficie utile riscaldata di 1.000 mq, sia in classe energetica G, con un fabbisogno per il riscaldamento di quasi 186.000 kWht l’anno e per l’acqua calda sanitaria di poco più di 23.500 kWht l’anno.

Si presuppone, inoltre, che come generatore esistente abbia una caldaia a condensazione alimentata a metano, usata sia per il riscaldamento che per l’acqua calda sanitaria, con distribuzione ad acqua per il riscaldamento, e un consumo medio annuo complessivo di 28.000 metri cubi di gas.

Secondo il simulatore del GSE, un’ipotesi così impostata ha un grado di affidabilità di 97 su 100, “sulla base dello scostamento tra il consumo annuo di combustibile fornito e il fabbisogno energetico simulato”.

Il test

In sintesi, sostituendo una caldaia a condensazione con una pompa di calore a compressione ad alta efficienza aria-acqua, secondo la simulazione, il nostro ipotetico albergo potrebbe risparmiare 8.600 euro l’anno, più che dimezzando le proprie emissioni.

Da un punto di vista economico, il simulatore prefigura un esborso iniziale di circa 164.000 euro, a fronte di un incentivo complessivo del Conto Termico di oltre 61.500 euro, pari a cinque contributi annuali di oltre 12.300 euro, che riesce a coprire il 37% del costo iniziale.

 

All’introito dell’incentivo vanno aggiunti gli 8.600 euro annui di risparmio in bolletta, che determinano un tempo di rientro dell’investimento stimato in 12 anni, come si può vedere nel grafico, che riporta in grigio l’investimento iniziale, in arancione i cinque contributi annuali dell’incentivo e in verde il risparmio in bolletta sui 15 anni di vita utile presunta della pompa di calore.

Da un punto di vista climatico, l’intervento di efficientamento energetico simulato consentirebbe un risparmio di 91 barili equivalenti di petrolio, pari a oltre 32 tonnellate di CO2 non emessa (è come dire che ci vorrebbero 231 alberi di 10 anni per assorbirla).

Questo risultato è dunque dovuto alla sostituzione della vecchia caldaia a gas con una pompa di calore da circa 200 kW, con coefficiente di prestazione (COP) di 5,1 (per 1 kWh di energia elettrica si produrranno 5,1 kWht di energia termica).

C’è poi la possibilità di vedere nel dettaglio i flussi di cassa stimati per l’ipotetico intervento descritto nella simulazione.

Conclusioni

Lo strumento online messo a disposizione del GSE consente di fare simulazioni variando una moltitudine di parametri, relativi alla struttura ricettiva e alle sue esigenze energetiche.

Sembra quindi un contributo utile a favorire una sempre maggiore diffusione degli interventi di efficienza energetica, applicata anche alle strutture ricettive del nostro paese, che sebbene stiano vivendo un momento molto complicato, a regime avranno bisogno di abbattere costi e consumi della propria attività, a partire da quelli energetici.

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