Soprintendenze e il “No” alle rinnovabili: cosa ci dice il caso dell’eolico bocciato a Genova

  • 1 Aprile 2022

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La Soprintendenza speciale Pnrr ha chiesto di stralciare l'installazione di turbine eoliche dal progetto della nuova diga foranea. Vediamo le motivazioni.

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In Italia le fonti rinnovabili continuano a incappare nelle bocciature del ministero della Cultura.

E questo capita anche quando a esprimersi è la Soprintendenza speciale per il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, che in teoria è stata costituita per velocizzare le procedure.

Il caso di Genova da questo punto di vista è esemplare: la Soprintendenza speciale per il Pnrr ha dato parere tecnico favorevole, nella procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), alla realizzazione della nuova diga foranea, a condizione però che sia stralciato dal progetto il previsto impianto eolico, “in quanto eccessivamente impattante in relazione ai valori paesaggistici e storico-paesaggistici tutelati” (neretti nostri nelle citazioni).

Ci sono anche altre condizioni nel parere: il completamento delle indagini archeologiche preventive e la redazione di uno specifico studio sulle attuali strutture del molo Duca di Galliera, sulla cui parte tutelata dovranno essere effettuati interventi di restauro e valorizzazione.

Vediamo meglio le motivazioni che hanno portato la Soprintendenza speciale a dire “no” alle pale eoliche.

Con riferimento alla possibile installazione di un parco eolico con turbine alte 50 metri sulla nuova diga foranea, “si evidenzia come opere in elevato da eseguirsi in mare a ridosso di un territorio costiero vincolato, sono potenzialmente in grado di pregiudicare il mantenimento dei valori paesaggistici tutelati e segnatamente le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”.

Pertanto si rileva che gli aerogeneratori “costituiscono elementi dirompenti di forte impatto paesaggistico” a causa della loro “forte verticalità e dinamicità”, tanto che diventerebbero “assoluti protagonisti nelle visuali dalla città verso il mare e viceversa”.

Come dovrebbe essere il parco eolico proposto nel progetto?

La sintesi non tecnica evidenzia che la quota apicale delle turbine (50 m) consente al parco eolico “di essere sostenibile ed è compatibile con quella delle grandi navi portacontainer che solcheranno l’area portuale e delle gru esistenti sulle banchine del porto di Genova”.

Gli aerogeneratori sarebbero installati lungo lo sviluppo della sovrastruttura della nuova diga; la produzione annua stimata dei 20 aerogeneratori da 90 kW di potenza nominale (1,8 MW di capacità totale) è pari a 3.140 MWh, in grado di coprire il 6,5% circa del fabbisogno elettrico del porto genovese.

Per dare un’idea del progetto nella foto gli aerogeneratori nel porto di Blyth (UK) installati già nel 1993 e potenziati nel 2008.

Sarebbe quindi un impianto con una potenza molto contenuta, ben lontano ad esempio dai 30 MW del primo parco eolico offshore italiano a Taranto (dieci turbine da 3 MW ciascuna, installate in mare dentro alla zona portuale), per non parlare dei grandi impianti da centinaia di MW che si stanno proponendo anche nel nostro Paese, pur tra mille difficoltà sempre legate alle autorizzazioni.

Su una scala ben diversa – parliamo di un parco offshore da 2,8 GW – sta incontrando molte opposizioni il progetto Med Wind che prevede 190 turbine galleggianti al largo della Sicilia; tra i motivi del “no”, spicca il rilevante interesse archeologico del tratto di mare interessato (rinvenimenti di navi puniche).

Per approfondire si veda: Eolico offshore in Sicilia fra navi puniche e transizione energetica del XXI secolo

Più in generale, quanto successo a Genova è un altro sintomo di quanto sia ancora estesa in Italia la sindrome Nimby (not in my backyard, non nel mio cortile), alimentata dalla volontà di tutelare il paesaggio da presunte brutture.

È davvero urgente, quindi, risolvere i frequenti conflitti tra ministero della Transizione ecologica e ministero della Cultura, in merito allo sviluppo delle energie rinnovabili.

Dovremmo installare decine di GW in pochi anni: sarà impossibile, se chi dovrebbe accelerare la burocrazia, come la Soprintendenza speciale, invece la rallenta ulteriormente.

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