Il solare termico nel processo di decarbonizzazione in Europa

CATEGORIE:

Un'intervista a Robin Welling, ex Presidente di ESTIF (European Solar Thermal Industry Federation), che ha cambiato la sua denominazione in Solar Heat Europe: le applicazioni, il suo sviluppo nei prossimi anni e alcune proposte per i decision maker.

ADV
image_pdfimage_print

Dal report DecarbEurope riportiamo l’intervista a Robin Welling, all’epoca Presidente di ESTIF (European Solar Thermal Industry Federation), che ha cambiato la sua denominazione in Solar Heat Europe, e il cui attuale presidentenominato a novembre 2018, è il greco Costas Travasaros. 

Welling fornisce un quadro del solare termico per i non addetti ai lavori e alcune proposte generale per una maggiore diffusione della tecnologia in Italia e in Europa.

Robin Welling, perché bisognerebbe promuovere il solare termico?

Le tecnologie termiche solari sono altamente efficienti e affidabili, sono usate da decenni nelle case europee: ad oggi ci sono circa 10 milioni di sistemi installati in Europa. Il solare termico ha costi competitivi rispetto ai combustibili tradizionali e può lavorare in combinazione con tutte le altre tecnologie per integrare e migliorare diverse fonti di riscaldamento. L’industria europea è dominata dalle piccole e medie imprese ed è leader tecnologica per il solare termico. La grande maggioranza dei sistemi venduti in Europa, più del 95%, sono prodotti nell’UE. Con 33,3 GWth di capacità installata in Europa, corrispondenti al fabbisogno domestico di acqua calda per più di 10 milioni di abitazioni, il settore nel 2015 aveva un fatturato di 2 miliardi di euro e impiegava quasi 25.000 lavoratori. Quasi la metà dei posti di lavoro sono nella vendita al dettaglio, nella installazione e manutenzione. Si tratta di occupazione locale e gli addetti sono principalmente nelle piccole e medie industrie. A livello nazionale il solare termico sostituisce l’import di gas.

Quale sarà il potenziale del mercato entro il 2050?

Potrà giocare un ruolo cruciale nel mix energetico europeo del 2050. Con un quadro politico favorevole, può coprire fino al 47% del fabbisogno delle basse temperature entro il 2050, che significa 133 milioni di Tep.

Il solare termico sta crescendo in sotto-settori specifici, come per esempio il calore dei processi industriali e il teleriscaldamento, dove viene usato per modernizzare gli sistemi abbassandone il prezzo, per ridurre le emissioni e l’impatto dell’inquinamento dell’aria, oltre che fornire o integrare soluzioni di accumulo stagionale. Per il calore dei processi industriali, il potenziale è enorme: ora ci sono pochi sistemi in funzione, mentre sappiamo che circa il 40% del fabbisogno di riscaldamento di questo settore si colloca proprio nel campo delle temperature che possono essere fornite dal solare termico.

Come può il solare termico contribuire al programma di decarbonizzazione europeo?

Il settore del riscaldamento è tra i più alti emettitori di gas serra. Mentre l’elettricità è ancora lontana dalla sua decarbonizzazione e non è in grado di fornire un’offerta di energia pulita sufficiente a coprire tutta la domanda per il riscaldamento di ambienti e di acqua, il solare termico può essere un’opzione per spostarsi rapidamente da un’offerta di riscaldamento basata sui fossili ad una a più buon mercato, abbondante e pulita. Il settore del solare termico ha consentito nel 2015 di risparmiare tra le 6,3 e 7,9 milioni di tonnellate di CO2 nel 2015 in Europa, una cifra che potrebbe raggiungere al 2050 le 687 milioni di tonnellate di CO2 annue con gli opportuni incentivi.

Quali sono le sfide per una sua maggiore diffusione?

Ripeto, è una tecnologia che potrebbe essere ulteriormente diffusa se adeguatamente supportata. Un’iniziativa di sostegno opportunamente pensata può attivare investimenti dal residenziale all’industria. Per quanto riguarda l’aiuto per riscaldamento e raffrescamento con rinnovabili, il rapporto preparato da un progetto europeo “Fair RHC Options and Trade” (FROnT) mostra che gli investimenti danno oggi un ritorno in tempi brevi, benefici in termini di tasse, creazione di posti di lavoro e riduzione complessiva delle importazioni di energia.

Allora come possono i policy-maker europei favorire questa tecnologia?

Ci sono diversi passi che si possono intraprendere per spingere il solare termico. Prima di tutto, è necessaria un’opportuna implementazione dei target 2020 per le rinnovabili da parte degli Stati Membri, che devono spingere di più per decarbonizzare il settore del riscaldamento e del raffrescamento. Poi, si deve conformare il Clean Energy Package secondo il nostro scopo comune, che è di raggiungere il 100% di decarbonizzazione delle nostre società entro il 2050.

Poi ci sono delle sinergie da valorizzare tra le tecnologie del calore rinnovabile e l’efficienza energetica: insieme possono contribuire più efficacemente per rimuovere i combustibili fossili dal nostro sistema energetico. Dobbiamo aumentare il tasso di ristrutturazioni edilizie incoraggiando i cittadini a sostituire i loro vecchi sistemi di riscaldamento con soluzioni più sostenibili, promuovendo per esempio l’etichettatura dei sistemi esistenti.

ADV
×