Rivoluzione elettrica: rinnovabili al 67% al 2050, ma il gas resta in gioco

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Secondo BloombergNEF, entro il 2050 la domanda elettrica crescerà del 75%, trainata da mobilità elettrica, raffrescamento e ICT. Nel 2035 i data center consumeranno il 5% della produzione elettrica.

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Entro il 2030 la produzione elettrica mondiale da rinnovabili aumenterà dell’84% rispetto ai 9.842 TWh generati nel 2024, per poi raddoppiare ulteriormente entro il 2050.

A metà secolo le rinnovabili saranno in grado di soddisfare il 67% della domanda mondiale di elettricità. Nello stesso tempo, la quota di generazione da fossili (carbone, gas e petrolio) scenderà dal 58% del 2024, al 25%.

Lo rileva l’aggiornamento dello “Scenario di transizione economica” (“Ets”) di BloombergNEF, contenuto nel “New Energy Outlook 2025” (link all’executive summary in basso) pubblicato il 15 aprile, in cui si prevedono anche 6,9 TW di nuovi impianti fotovoltaici e 2,6 TW di eolico aggiunti a livello globale a fine 2035.

Le rinnovabili saranno cruciali per soddisfare l’aumento del 75% della domanda di elettricità che Bnef prevede entro il 2050, guidata dallo sviluppo economico di alcune aree del mondo, dalla diffusione delle auto elettriche, dalle crescenti esigenze di raffrescamento e dai data center.

La spinta dei data center

I centri dati dovrebbero arrivare a consumare 1.200 TWh/anno entro il 2035 e 3.700 TWh/anno entro il 2050, finendo col costituire l’8,7% della domanda elettrica complessiva a metà secolo.

Una percentuale comunque inferiore a quella richiesta dai veicoli elettrici (l’11,2% a metà secolo), ma superiore a quella relativa a condizionatori e pompe di calore (7,1%).

Secondo le stime degli analisti Bnef, per venire incontro all’espansione dei data center al 2035, saranno necessari altri 362 GW di potenza. Le rinnovabili (47%) e i sistemi di accumulo (9%) combinati garantiranno più della metà di questa capacità aggiuntiva necessaria, ma il resto (44%) sarà da fonte fossile.

Nonostante l’esigenza di costruire nuovi impianti Fer e di stoccaggio, i modelli elaborati nel report suggeriscono che l’aumento della domanda elettrica dovuto a questi siti e applicazioni contribuirà a prolungare la vita delle centrali a carbone e a gas esistenti.

Le fossili resistono, soprattutto il metano

Restando in tema di note “dolenti”, la domanda di petrolio non è destinata a frenare nel breve periodo. Il picco dovrebbe essere raggiunto nel 2030, intorno ai 104 milioni di barili al giorno, per poi scendere a 88 milioni entro il 2050.

La domanda di carbone dovrebbe diminuire più rapidamente nello scenario Ets: -25% atteso al 2035, erosa da rinnovabili e gas, molto più competitive dal punto di vista dei costi.

Con 5.449 miliardi di metri cubi stimati al 2050, la domanda globale di gas dovrebbe invece aumentare del 25% rispetto al 2024. Gran parte di questa crescita dovrebbe verificarsi dopo il 2035, anno a partire dal quale Bnef prevede un vero e proprio “rimbalzo” dei consumi.

Per questa fonte il report ammette che “sono possibili futuri molto divergenti” e il suo ruolo nella transizione energetica “sarà molto diverso a seconda del tipo di traiettoria di transizione” in atto nelle varie regioni del mondo.

Emissioni in calo (ma non per tutti)

Buone notizie arrivano però dal fronte delle emissioni, visto che secondo gli analisti il 2024 dovrebbe essere stato l’anno in cui si è raggiunto il picco, con il 2025 che potrebbe essere il primo anno in cui si potrebbe osservare un declino strutturale.

Mentre molte singole economie avanzate hanno già assistito a cali strutturali, sarebbe la prima volta per un fenomeno simile a livello globale.

A metà del secolo, le emissioni globali legate all’energia dovrebbero essere diminuite del 22% rispetto al 2024. Il 75% di questa riduzione avverrà grazie all’impiego di tecnologie pulite, un altro 15% verrà dall’elettrificazione degli usi finali (compresi i trasporti) e un 7% dal miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria e dal risparmio energetico in altri settori.

Non tutti i Paesi contribuiranno però allo stesso modo. Economie importanti come India, Vietnam e Indonesia vedranno aumentare le loro emissioni, mentre un ampio gruppo di altri mercati, tra cui il Medio Oriente e l’Africa, l’America Latina e altre parti dell’Asia, potrebbero andare verso una sorta di plateau.

Il declino globale dei gas serra sarà quindi largamente guidato dalle riduzioni che si verificheranno nelle principali economie, come Cina, Stati Uniti ed Europa.

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