Riscaldamento residenziale: c’è spazio per un milione di pompe di calore geotermiche

La stima del potenziale è enorme anche per impianti solari termici (su 1-2 milioni di edifici) e sistemi di riscaldamento certificati a biomasse. Alcuni dati dallo studio Elemens sulle soluzioni pulite per il riscaldamento degli edifici residenziali in Italia.

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Le fonti rinnovabili hanno un vasto potenziale per il riscaldamento degli edifici residenziali in Italia, dove oggi si continuano a usare in prevalenza combustibili fossili (metano, gpl, gasolio), grazie anche agli incentivi statali.

Torniamo a esaminare alcuni dati del recente rapporto realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club (si veda questo articolo), in cui si vagliano diverse opzioni per abbandonare le risorse energetiche più inquinanti a favore di soluzioni più pulite.

Lo studio Elemens include una stima del potenziale di mercato per le pompe di calore geotermiche e il solare termico nel settore residenziale.

La società di consulenza si è basata su un set di dati (elaborato a partire da fonti Istat) che comprende tutte le abitazioni in Italia a livello provinciale, con informazioni dettagliate su: tipologia di edificio, epoca di costruzione, zona climatica di appartenenza, orografia del terreno, tipologia di alimentazione del sistema di riscaldamento, in modo da poter valutare il fabbisogno annuale per il riscaldamento delle singole abitazioni.

Dallo studio, quindi, come riassume la seguente info-grafica realizzata da Elemens, emerge che in Italia si potrebbe ad esempio installare più di un milione di pompe di calore geotermiche.

Partendo da un fabbisogno totale di riscaldamento degli edifici residenziali (21,3 Mtep), che per buona parte potrebbe essere coperto da pompe di calore e biomasse legnose, si è potuto stimare che le pompe di calore geotermiche potrebbero soddisfare realisticamente un fabbisogno di riscaldamento pari a 4,9 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).

Per quanto riguarda il solare termico (info-grafica sotto), secondo Elemens si potrebbero installare impianti solari termici su 1-2 milioni di edifici italiani, per un fabbisogno coperto da questa tecnologia di 3-8 Mtep.

Un terzo tipo di impianti considerati nello studio è quello delle caldaie a biomasse legnose.

A oggi, ricorda Elemens citando dati Aiel (Associazione italiana energie agroforestali), risultano installate circa 9 milioni di caldaie alimentate a legna o pellet.

E il potenziale di diffusione nei prossimi dieci anni elaborato da Aiel, prevede la sostituzione di circa 350.000 impianti di riscaldamento con sistemi certificati a 5 stelle, portando il numero di nuove installazioni al 2030 a circa 3,5 milioni.

Oltre alla diffusione delle singole tecnologie (solare termico, pompe di calore geotermiche e riscaldamento a biomassa legnosa), termina lo studio, avranno un ruolo determinante anche gli impianti ibridi, come il fotovoltaico accoppiato a pompe di calore e il solare termico abbinato alle biomasse.

Come eliminare i sussidi dannosi

Il riscaldamento residenziale secondo Legambiente-Kyoto Club beneficia di alcuni sussidi ambientalmente dannosi: Ecobonus 50%-65% e Superbonus 110% quando le detrazioni fiscali vanno a coprire le spese per nuove caldaie a gas a condensazione; agevolazioni su acquisti di gasolio e gpl nelle aree non metanizzate (pensiamo anche alla impossibilità di accedere al conto termico per i privati quando si va in sostituzione del riscaldamento a Gpl con caldaie a biomasse anche se di elevata efficienza); Iva agevolata del 10% per i primi 480 metri cubi di gas consumati in un anno per il riscaldamento domestico.

Al contrario, per favorire la diffusione di soluzioni di riscaldamento caratterizzate bassissime emissioni, ad esempio le pompe di calore e il solare termico, Legambiente e Kyoto Club propongono di eliminare o modificare i sussidi attualmente erogati a favore di gas, gasolio e gpl.

Si parla, in particolare, di eliminare la possibilità di accedere al superbonus per impianti che utilizzano fonti fossili: queste tecnologie dovrebbero beneficiare delle detrazioni al 50% per la sostituzione di impianti fino al 2025.

Inoltre, si propone di vietare dal 2025 la possibilità di installare impianti di riscaldamento a combustibili fossili negli edifici di nuova realizzazione.

In parallelo si chiede di introdurre, partendo dalle ristrutturazioni integrali nelle aree urbane, un obbligo di sostituzione di impianti esistenti a gas, gasolio e gpl con pompe di calore e fonti rinnovabili. In particolare, secondo le stime fatte dallo studio, per le ultime due fonti, gasolio e gpl, ci sono circa 2,5 milioni di utenze che ancora le utilizzano.

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