Riscaldamento, le date di accensione nelle varie zone e qualche consiglio su uso e manutenzione

CATEGORIE:

Da quando si possono accendere le caldaie nella diverse zone climatiche? Come usare gli impianti e quando e come fare la manutenzione. I consigli di Assotermica e una guida Enea in materia.

ADV
image_pdfimage_print

Iniziano i primi freddi e si apre quindi il periodo di accensione delle caldaie che, però, non è uniforme in tutta Italia. Come sappiamo il nostro territorio è diviso in zone climatiche dalle quali dipende il primo giorno di funzionamento degli impianti di riscaldamento.

Nella tabella di seguito le date di accensione e spegnimento e di seguito la suddivisione delle aree geografiche nelle relative zone climatiche di appartenenza:

  • Zona A. Riguarda i comuni di Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.
  • Zona B. Le province interessate sono Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.
  • Zona C. Riguarda le province di Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari, Taranto.
  • Zona D. Riguarda le province di Genova, La Spezia, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia.
  • Zona E. Riguarda le province di Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bologna, Bolzano, Ferrara, Gorizia, Modena, Parma, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Venezia, Verona, Vicenza, Arezzo, Perugia, Frosinone, Rieti, Campobasso, Enna, L’Aquila e Potenza.
  • Zona F. Riguarda le province di Cuneo, Belluno e Trento.

La manutenzione

Dopo aver individuato il periodo di accensione della nostra caldaia, vediamo come manutenerla grazie al supporto di Assotermica, l’associazione delle aziende produttrici di apparecchi per impianti termici.

“La corretta manutenzione delle caldaie deve essere eseguita da professionisti del settore che ne verifichino la funzionalità e le condizioni di sicurezza – informa l’ing. Federico Musazzi di Assotermica – Mi riferisco alla pulizia dei filtri e dei condotti fumari, il funzionamento delle parti meccaniche e una corretta areazione del locale”.

“La periodicità dei controlli – prosegue – dipende dalle indicazioni del fabbricante, ma di norma viene richiesto un controllo ogni anno. In aggiunta a ciò, gli impianti di potenza superiore a 10 kW di potenza sono anche soggetti a ulteriori controlli di efficienza energetica secondo una periodicità stabilita per legge dal D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74 (generalmente ogni 2 o 4 anni per le caldaie a gas, a seconda dell’età)”.

Le 10 regole Enea

Per non trascurare  nessuno degli accorgimenti necessari a un funzionamento ottimale ed efficiente del nostro impianto di riscaldamento, l’Enea ha preparato un decalogo di regole che è bene seguire:

  1. Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato consuma e inquina meno. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013).
  2. Controllare la temperatura degli ambienti. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.
  3. Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Ad esempio, per i comuni in fascia “E”, Nord Italia e Appennino, gli impianti possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile, fino a un massimo di 14 ore al giorno, per i comuni in fascia B, nel sud Italia e nelle isole, gli impianti possono essere accesi dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore giornaliere.
  4. Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È una soluzione semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.
  5. Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
  6. Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Collocare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria, ostacola la diffusione del calore verso l’ambiente ed è fonte di sprechi. Attenzione, inoltre, a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.
  7. Fare un check-up alla propria casa. Chiedere a un tecnico di fare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo da fare per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi benefici. Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento anche fino al 40%, gli interventi diventano ulteriormente convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, l’Ecobonus, che consente di detrarre dalle imposte IRPEF o IRES dal 50 all’85% delle spese sostenute a seconda della complessità dell’intervento.
  8. Impianti di riscaldamento innovativi. Per legge, dal 2015, tranne poche eccezioni, si possono installare solo caldaie a condensazione. E’ opportuno valutare la possibilità di sostituire il vecchio generatore di calore con uno a condensazione o con una pompa di calore ad alta efficienza o con un generatore a biomassa oppure con un sistema ibrido, composto da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore e, ove possibile, integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici Anche questi interventi si possono realizzare usufruendo dell’Ecobonus e, limitatamente agli impianti fotovoltaici, delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.
  9. Soluzioni tecnologiche innovative. Anche la domotica aiuta a risparmiare. Cronotermostati e rilevatori di presenza elettronici consentono di regolare anche a distanza la temperatura degli ambienti e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da mantenerli in funzione solo al bisogno. Anche questo intervento può fruire dell’Ecobonus.
  10. Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare la temperatura impostata per il riscaldamento degli ambienti. Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre i consumi fino al 20%. La loro installazione è opportuna quando si installa una caldaia a condensazione e diventa obbligatoria se si usufruisce dell’Ecobonus.

In allegato di seguito riportiamo invece la guida Enea completa, scaricabile anche dal sito del MiSE.

ADV
×