Prezzo gas, guerra, speculazione e Cingolani, un mix devastante. Il futuro sono le rinnovabili

I ritardi e l'incompetenza della politica energetica nazionale, e non solo, in un'intervista a GB Zorzoli su Il Manifesto.

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“Dietro l’aumento del gas c’è per gran parte la speculazione. Avevo posto il problema da mesi, ma, a parte il presidente della Commissione Industria del Senato, Gianni Girotto, nessuno del governo ha prestato ascolto a questo rischio. Cingolani? Un incompetente che ha fatto gli interessi dell’industria energetica tradizionale”.

In sintesi, questi sono alcuni risoluti concetti espressi da Giovanni Battista Zorzoli in un’intervista pubblicata oggi da Il Manifesto (vedi in basso).

L’esperto energetico, 90 anni, tra i più autorevoli specialisti italiani del mercato elettrico, ha ricordato che aveva proposto, senza successo, di sospendere il prezzo del gas sulla Borsa TTF di Amsterdam, così come accade quando nelle borse un titolo fluttua eccessivamente.

Ora Zorzoli spera che le soluzioni si trovino in ambito europeo. Ed è bastato che la Germania si dichiarasse a favore sul tetto del prezzo del gas che questo si è abbassato (ora a 235 €/MWh contro i 339 di venerdì 26 agosto). E andrebbe imposto a tutti i produttori, non solo alla Russia.

In un nostro articolo di ieri, Zorzoli ci aveva anticipato che sta studiando una proposta per modificare l’impatto dei prezzi dell’energia sulle bollette, anche a beneficio delle rinnovabili elettriche (L’Europa verso l’inevitabile riforma del mercato elettrico).

Questo corto circuito sul prezzo del gas arriva da lontano, spiega GB Zorzoli: “nel 2016 si decise di annullare i contratti di acquisto di lungo termine e passare a quelli spot, specie per il mercato tutelato dove pesavano per il 50%”.

Nel medio e lungo periodo c’è solo una strategia, dice: installare decine di gigawatt di fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico, che hanno costi in continua discesa.

Critico sui rigassificatori fissi e vicino alla costa, fattibili comunque solo per l’attuale emergenza.

Sul nucleare è lapidario: storicamente più è aumentata la generazione dall’atomo, più sono cresciuti i costi di produzione, soprattutto a causa dei necessari sistemi di sicurezza. Inoltre, non esiste nessun nucleare di quarta generazione, come affermano alcuni politici candidati alle elezioni. E i cosiddetti piccoli reattori costano quattro volte di più, non sono sicuri e forse li avremo fra 11 o 17 anni.

Non riusciamo ad autorizzare un impianto fotovoltaico, immaginiamo tanti mini reattori nucleari sparsi per l’Italia, chiude Zorzoli.

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