Next Generation EU, una potenza di fuoco “green” per iniziare a ripensare l’economia

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Anche se l’esito finale dipenderà dal confronto con i Governi, gli indirizzi indicati sono coerenti con il Green Deal europeo. Bisognerà puntare su una neutralità carbonica solidale e resiliente. Un commento di Gianni Silvestrini.

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Chapeau al NextGenerationEu, il gigantesco piano di rilancio post Covid da 750 miliardi di euro proposto dalla Commissione UE, che dovrà avere come priorità le tematiche green e digitali e che si aggiungerà al Quadro finanziario programmatico che è stato riveduto per 1.100 miliardi.

Il piano proposto dalla Commissione europea prevede di recuperare parte delle risorse necessarie, mediante la tassazione delle emissioni di CO2 che la Germania ha già deciso di introdurre dal prossimo anno nel settore dell’edilizia e dei trasporti. E prevede una tassazione sui proventi delle multinazionali digitali oltre ad una plastic tax, che qualcuno in Italia vorrebbe abolire.

Bisognerà vedere quale sarà l’esito finale del confronto con i vari Governi, ma è chiara la potenza di fuoco dello strumento e, sottolineerei l’indirizzo dato sugli utilizzi, coerenti con il Green Deal europeo.

Anche se sarà necessario uno sforzo perché vengano escluse risorse a comparti dannosi per l’ambiente e si assicura una elevata quota alla lotta all’emergenza climatica alla quale va destinato ben più del 25% dei fondi.

La presidenza tedesca del prossimo semestre europeo potrebbe aiutare nella qualificazione del Piano.

È naturalmente auspicabile che questa capacità di visione venga interpretata in modo corretto dai vari Paesi, consentendo di rafforzare la trasformazione ecologica dell’economia che deve diventare la bandiera degli investimenti futuri.

Purtroppo, si sono sentite voci in Italia, del tipo “tagliamo le tasse”, che paiono francamente stonate. Occorreranno invece idee nuove coerenti con la visione della proposta e con la necessità di arrivare a una neutralità carbonica in modo solidale e resiliente, come ha sottolineato ieri la Von Der Leyen nel suo intervento.

Si dovrà accelerare il decollo di nuovi settori e molti altri dovranno trasformarsi.

Pensiamo alla costruzione di mezzi elettrici sul quale siamo in tremendo ritardo, mentre molti paesi europei stanno accelerando.

Proprio nei giorni scorsi Macron ha lanciato un programma per garantire un primato alla Francia, con la produzione di 1 milione di auto elettriche nel 2025 (anche se la leadership sarà certamente tedesca). E viene da riflettere sulla mancanza di capacità di condizionare FCA, malgrado la garanzia sui prestiti che il Governo intende concedere.

E potremmo continuare con la chimica verde, sulla quale l’Italia ha invece delle eccellenze in campo internazionale, e che può essere un’occasione per ripensare anche l’agricoltura.

Sulle rinnovabili che avranno un ruolo centrale nel processo di decarbonizzazione, rispetto alle quali più che risorse, che serviranno per dotare il paese di un’adeguata rete di sistemi di accumulo, servirà un ripensamento dei processi autorizzativi.

Sul rilancio dell’edilizia il nostro Superbonus 110% darà una spinta notevole al cambiamento e garantirà occupazione (anche se può e deve essere migliorato normativamente e ambientalmente), ma è ancora limitato al 2021. Le risorse del pacchetto NextGenerationEu destinate all’Italia potranno dare continuità a questo strumento opportunamente rimodulato.

Insomma, si tratta di una straordinaria occasione per ripensare le città (è la volta di un serio piano nazionale di riqualificazione delle periferie, di realizzazione di piste ciclabili…) e di offrire alla nostra industria la spinta ad investire in modo green.

Infine, il Piano rappresenta una storica opportunità per lasciare ai giovani, che a milioni hanno manifestato nel mondo contro l’emergenza climatica lo scorso anno e a cui è dedicato il piano di rilancio, effettive occasioni lavorative e un’Europa ambientalmente e socialmente più sostenibile.

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