Mobilità, la bocciatura della Corte dei conti Ue: “basta fondi a chi non la rende più sostenibile”

La relazione della Corte dei conti europea boccia i trasporti pubblici urbani in diversi Stati membri, tra cui l’Italia (Napoli e Palermo). Dati e raccomandazioni in sintesi.

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Dal 2014 al 2020 l’Europa ha finanziato con oltre 16 miliardi di euro i progetti di mobilità urbana sostenibile in vari Stati membri, ma i progressi compiuti sono stati molto scarsi: questo, in sintesi, il responso della Corte dei conti europea che ha dedicato una relazione speciale allo sviluppo dei trasporti a basse emissioni inquinanti nelle città.

Nel documento, in particolare, si ricorda che la Commissione Ue ha varato il pacchetto sulla mobilità sostenibile nel 2013, pacchetto che però non ha sortito gli effetti auspicati da Bruxelles.

La Corte dei conti, infatti, evidenzia che (neretti nostri) “non si intravedono chiari segnali di un radicale cambiamento di approccio da parte delle città” e che “non si osserva una netta tendenza a promuovere modi di trasporto più sostenibili”, tanto che “l’uso dell’auto privata non si è significativamente ridotto” e le emissioni di gas-serra dei trasporti su strada “sono costantemente aumentate e in molte città sono ancora superiori alle soglie di sicurezza”.

Un sostanziale fallimento, quindi, che ha portato la Corte dei conti a raccomandare alla Commissione Ue, in particolare, di “collegare l’accesso ai finanziamenti dell’Ue all’approvazione di piani di mobilità urbana sostenibile”, cosiddetti PMUS.

Gli auditor della Corte dei conti, chiarisce il rapporto, tra novembre 2018 e aprile 2019 hanno visitato otto città particolarmente “critiche” per la mobilità sostenibile in quattro Stati membri: Napoli e Palermo in Italia, Amburgo e Lipsia in Germania, Madrid e Barcellona in Spagna, Lodz e Varsavia in Polonia, esaminando 15 progetti co-finanziati dall’Ue in queste città.

Inoltre, il lavoro è stato completato da sondaggi in 88 centri urbani e da analisi geo-spaziali e di big-data sulle congestioni di traffico.

Il documento poi ricorda che il governo italiano ha previsto che le città con più di 100.000 abitanti debbano presentare i PMUS per accedere ai fondi nazionali per le infrastrutture di trasporto pubblico; tuttavia, scrive la Corte dei conti, il processo di adozione di tali piani rischia di diventare “una formalità amministrativa per avere accesso ai fondi”.

Tra le note dolenti rimarcate dalla Corte dei conti per Napoli e Palermo: gli autobus troppo vecchi e con frequenti guasti (con un’età media superiore a 12-13 anni); la bassissima copertura dei costi di esercizio con le tariffe dei biglietti, a causa anche dei mancati pagamenti dei biglietti da parte dei viaggiatori; scarso impegno a estendere le piste ciclabili; difficoltà nell’aumentare l’uso di tram e autobus.

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