Mobilità elettrica, Comuni in ritardo su trasporto merci e flotte pubbliche

I risultati del rapporto realizzato da Motus-E e Class Onlus, con le risposte di 112 amministrazioni comunali in tutta Italia.

ADV
image_pdfimage_print

Che cosa stanno facendo i Comuni italiani per sviluppare la mobilità sostenibile?

E quali iniziative hanno preso per favorire la diffusione dei veicoli elettrici, ad esempio nelle flotte comunali e per il trasporto delle merci in città?

Sono i temi affrontati dal sondaggio realizzato da Motus-E (associazione che promuove la mobilità elettrica nel nostro Paese) e Class Onlus tramite un questionario, distribuito da luglio 2021, cui hanno risposto 112 Comuni delle diverse regioni, per la maggior parte con più di 20.000 abitanti (89% del totale).

Dal rapporto, intitolato “Azioni e iniziative dei Comuni a favore della mobilità sostenibile” (link in basso), emerge però una carenza di strategia e di pianificazione sistemica nelle attività svolte dalle amministrazioni comunali in questo settore.

Vediamo più in dettaglio come si sta evolvendo lo scenario, guardando ai risultati più rilevanti del sondaggio.

Tra le iniziative già messe in atto per promuovere la mobilità green e scoraggiare gli utilizzi di auto private, al primo posto figura la realizzazione di piste ciclo-pedonali urbane (86% delle risposte) ed extraurbane (50%).

Altre iniziative adottate da molti Comuni (oltre il 40% di risposte) sono: parcheggi riservati alle auto elettriche, isole ambientali (aree pedonali o con ridotto passaggio di veicoli), agevolazioni per la sosta dei veicoli elettrici, acquisto/noleggio di mezzi alla spina per flotte della pubblica amministrazione, servizi di sharing elettrico per auto, scooter, monopattini, biciclette.

Per quanto riguarda le iniziative future, in cima alla lista troviamo sempre la creazione o estensione di piste ciclabili in ambito urbano; poi le intenzioni di acquistare o noleggiare mezzi elettrici da introdurre nelle flotte comunali.

Inoltre, il 41% dei Comuni intende approvare il regolamento per l’installazione delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici, nel rispetto del decreto Semplificazioni.

La nota meno positiva, si legge nel rapporto, “riguarda il fatto che ancora pochi Comuni pensano di promuovere criteri che premino i mezzi elettrici nelle gare d’appalto per i servizi di prossimità e per i servizi pubblici in generale […]”; pure la creazione di zone a basse emissioni “risulta di scarso interesse nel futuro”, anche a causa dello “scarso ritorno politico delle iniziative, che anzi vengono spesso osteggiate, specie nei Comuni più piccoli”.

Sul versante delle zone a traffico limitato (Ztl) e delle zone a basse emissioni (Lez: Low emission zone), il 72% dei Comuni intervistati – ma con notevoli differenze in base alle dimensioni – non prevede che in futuro venga creato o modificato il sistema Ztl/Lez a seguito della maggior presenza di veicoli elettrici sul territorio.

E chi farà qualcosa, evidenzia il rapporto, “prevede di istituire prevalentemente l’accesso gratuito ai veicoli elettrici e, in subordine, il blocco o l’ingresso a pagamento dei mezzi endotermici”.

Il 42% dei Comuni ha anche previsto restrizioni per gli accessi nelle Ztl/Lez dei veicoli per il trasporto delle merci.

Tuttavia, si segnalano agevolazioni per i mezzi elettrici solo nei Comuni più grandi (a partire da 60.000 abitanti), mentre l’accesso viene tendenzialmente consentito a tutti i veicoli a prescindere dalla motorizzazione. Guardando poi alle risposte sulle prospettive future, a livello aggregato, solo il 13% del campione prevede di rendere il trasporto merci esclusivamente elettrico, mentre il 19% ha intenzione di bloccare il trasporto merci endotermico.

Passando alle flotte elettriche pubbliche, queste sono prevalentemente composte da un numero ridotto di autovetture (fino a 5 mezzi) e ancor meno utilizzati risultano i furgoni.

Tranne i Comuni sopra i 150.000 abitanti, si legge nel rapporto, “sono ancora moltissimi quelli che non hanno mezzi elettrici nella propria flotta”, soprattutto nei Comuni più piccoli (80%).

Il 72% dei Comuni intervistati ritiene che il principale ostacolo all’acquisizione di una flotta elettrica comunale “sia dovuto al prezzo elevato dei mezzi, seguito dalla difficoltà nel reperimento di veicoli idonei all’esigenza della pubblica amministrazione”.

È poi “davvero preoccupante” che il 56% dei Comuni non abbia pianificato l’introduzione di mezzi elettrici nelle flotte. Infine, per quanto concerne le infrastrutture di ricarica, si segnala che il 93% dei Comuni intervistati ha già installato punti di ricarica sul territorio, prevalentemente tra 1 e 10.

Video della presentazione del rapporto:

ADV
×