Avere energia pulita 24 ore su 24, 7 giorni su 7, rimuovere e sequestrare CO2 dall’atmosfera e decarbonizzare l’aviazione. Queste le tre sfide cui dovevano rispondere le start up selezionate da BloombergNEF (Bnef), che nei giorni i scorsi ha annunciato i vincitori dei suoi Bnef Pioneers 2022.
Dodici i premiati, tra le oltre 270 candidature da 27 paesi diversi, selezionati in base a tre criteri: il potenziale impatto sulle emissioni di gas serra e sul pianeta, il grado di innovazione tecnologica e la probabilità di adozione e la potenziale scalabilità.
Per la sfida 1, “Fornire energia a emissioni zero 24 ore su 24”, premiata anche una start up italiana, Energy Dome, che ha inventato una batteria alla CO2 per rendere competitivo l’accumulo di energia a lunga durata.
La tecnologia di Energy Dome, leggiamo dal sito dell’azienda, si basa su un ciclo termodinamico chiuso che, manipolando la CO2 tra la sua fase gassosa e quella liquida, consente di conservare l’energia in modo efficiente ed economico.
In modalità di carica, la CO2 viene prelevata da un gasometro atmosferico, il Dome, compressa e quindi immagazzinata sotto pressione a temperatura ambiente in uno stato supercritico o liquido ad alta densità (rendering nella foto-titolo, cortesia dell’azienda). Quando l’energia deve essere rilasciata, la CO2 viene evaporata ed espansa in una turbina, quindi restituita al gasometro atmosferico, pronta per il successivo ciclo di carica.
Conservando in fase liquida a temperatura ambiente, si spiega, si tagliano notevolmente i costi di stoccaggio tipici associati al CAES (Compressed Air Energy Storage) senza dover fare i conti con le temperature criogeniche associate al LAES (Liquid Air Energy Storage).
Altra segnalata da Bnef per la categotia energia 24/7 è Kairos Power (Usa), che ha sviluppato una nuova tecnologia avanzata per reattori nucleari che permette di integrare meglio le rinnovabili. Al terzo posto Nuvve (Usa) che offre una tecnologia vehicle to grid (V2G) per gestire l’energia tra le batterie dei veicoli elettrici e la rete.
Premiata per la stessa sfida anche Reactive Technologies (Regno Unito) che aiuta gli operatori di rete, i servizi elettrici e le autorità di regolamentazione a misurare l’inerzia della rete in modo più accurato.
Per la Sfida 2: “Ridimensionare le tecnologie di rimozione del carbonio a lungo termine”, premiata l’islandese Carbfix che cattura la CO2 e la trasforma in pietra, in meno di due anni.
C’è poi Climate Robotics (Usa) che sviluppa attrezzi agricoli per produrre biochar, un ammendante del suolo che migliora la salute del terreno mentre sequestra il carbonio e la tecnologia di Verdox (Usa) che rimuove la CO2 dalle emissioni industriali e dall’aria con un risparmio energetico del 70% rispetto agli approcci convenzionali.
Per la Sfida 3: “Decarbonizzare l’aviazione”, i premiati sonoTwelve (Usa) che trasforma la CO2 catturata in sostanze chimiche critiche, che possono essere trasformate in materiali e combustibili, utilizzando un elettrolizzatore CO2 PEM brevettato e ZeroAvia (Usa), che progetta e sviluppa propulsori aeronautici a idrogeno-elettrici a emissioni zero, destinati a un’autonomia di 500 miglia per un aeromobile da 10 a 20 posti.
Altre tecnologie sono poi state segnalate come jolly, al di là delle tre sfide. Ci sono gli elettrodi 3D di Addionics (Israele), che aumentano la densità di energia e la potenza, migliorano la sicurezza, prolungano la durata e riducono i costi per le batterie agli ioni di litio con qualsiasi tipo di chimica.
C’è Blue Frontier (Usa), che combina sistemi efficienti per il condizionamento dell’aria degli edifici con un accumulo di energia integrale a basso costo e, infine, c’è la tecnologia di Carbon Clean (Regno Unito), che riduce i costi di cattura del carbonio rispetto alle soluzioni esistenti.