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In Italia preoccupa il progetto di un nuovo reattore nucleare in Slovenia

Interrogazione M5S per chiedere il coinvolgimento del nostro governo nell'ambito della convenzione di Espoo del 1991 sulle valutazioni ambientali transfrontaliere.

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No al raddoppio della centrale nucleare di Krško in Slovenia.

Lo chiede un gruppo di senatori italiani in un’interrogazione, con primo firmatario Gianni Girotto (M5S), al ministero della Transizione ecologica e al ministero degli Affari esteri.

La realizzazione di un nuovo reattore nucleare con potenza prevista di 1,1 GW lungo il fiume Sava (affluente del Danubio), vicino al confine con la Croazia, è un progetto che, affermano i senatori, in base alla convenzione di Espoo del 1991 sulle valutazioni degli impatti ambientali transfrontalieri, dovrebbe coinvolgere anche il governo italiano, dal momento che la futura centrale potrebbe determinare delle conseguenze negative per l’ambiente nel nostro paese.

L’interrogazione fa riferimento alle notizie riportate sul sito web dell’agenzia governativa ICE che promuove le imprese italiane all’estero.

Vi si legge che, secondo il quotidiano sloveno Primorski Dnevnik, il parlamento di Lubiana ha approvato una risoluzione sulla strategia nazionale per il clima, che prevede l’uso a lungo termine dell’energia nucleare.

Ciò aprirebbe le porte al progetto Krško 2 per la costruzione di un secondo reattore accanto all’unica centrale nucleare in territorio sloveno.

La chiusura di Krško, in attività dal 1983 con un reattore Westinghouse ad acqua pressurizzata da 700 MW, era stata prevista per il 2023, ma la Slovenia ha poi comunicato l’allungamento della concessione fino al 2043 e il suo raddoppio, per una spesa stimata di circa 5 miliardi di euro.

Secondo l’agenzia Ansa, che a sua volta cita l’agenzia di stampa slovena Sta, il ministro sloveno delle Infrastrutture, Jernej Vrtovec, ha rilasciato un permesso energetico per la costruzione della seconda unità, precisando però che tale permesso non rappresenta la decisione finale sull’investimento ed è solo un primo passo.

Girotto, in una nota, ritiene impensabile che (neretti nostri nelle citazioni) “da questo processo decisionale vengano esclusi i Paesi potenzialmente colpiti”.

Per il nuovo reattore di Krško, tra l’altro, scrive Girotto, “sarebbe anche necessaria una nuova valutazione generale dei rischi, sia in relazione alla sismicità, un parametro che è stato sottostimato in fase di progettazione […] sia in relazione alle inondazioni, frequenti nella zona in cui si trova l’impianto”.

Nell’interrogazione quindi si chiede se il governo sia già stato coinvolto nelle procedure per le valutazioni di impatto ambientale, e se i ministeri interessati intendano promuovere un’azione di “moral suasion” nei confronti del governo sloveno, perché non proceda con il raddoppio della centrale nucleare.

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