Italia e Germania cercano di bloccare il regolamento Ue sulle auto

Slitta a venerdì il voto del Coreper. È in bilico l'approvazione formale al Consiglio Ue del 7 marzo del provvedimento, che impone lo stop alla vendita di nuovi veicoli benzina e diesel dal 2035.

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Italia e Germania puntano a bloccare il nuovo regolamento sulle emissioni di auto e furgoni al 2035, mettendo in forte dubbio – salvo ulteriori concessioni di Bruxelles sui carburanti alternativi – l’approvazione finale del testo, votato in plenaria a Strasburgo a metà febbraio.

Il nostro Paese resta poi fuori dalla nuova alleanza a guida francese sul nucleare.

Queste le principali novità di queste ore, a margine del Consiglio Ue informale su energia e trasporti, che si è chiuso ieri, martedì 28 febbraio, a Stoccolma.

La presidenza svedese del semestre Ue ha appena rinviato a venerdì 3 marzo il voto sullo stop alle auto endotermiche dal 2035. Il voto era previsto oggi, mercoledì 1° marzo, alla riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper I, organo del Consiglio Ue che riunisce i vice-capi delegazione degli Stati membri).

Lo stop alla vendita di nuovi veicoli con motori diesel e benzina, ricordiamo, è stato approvato in via definitiva dal Parlamento Ue il 14 febbraio, con un regolamento che impone un azzeramento delle emissioni di CO2 per auto e furgoni dal 2035. Ciò, di fatto, consente di immatricolare solo veicoli 100% elettrici.

Il provvedimento dovrebbe essere votato al Consiglio Ue del 7 marzo, classificato come argomento di tipo “A”, che non richiede ulteriori discussioni e negoziati. Quello al Consiglio, quindi, dovrebbe essere solo un ultimo passaggio formale, prima della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea del testo, ma Italia e Germania rischiano di far saltare tutto.

Ieri, infatti, martedì 28 febbraio, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica aveva annunciato che alla riunione del Coreper, “l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035″ (neretti nostri nelle citazioni).

Il governo italiano ritiene che “la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni” e che “una razionale scelta di neutralità tecnologica, a fronte di obiettivi ambientali condivisi, deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti”.

Quindi l’Italia punta anche sul futuro utilizzo di carburanti alternativi, come idrogeno e combustibili sintetici di origine rinnovabile (cosiddetti e-fuel).

Anche il ministro tedesco dei Trasporti, il liberale Volker Wissing, ha rimesso in bilico il regolamento Ue sulle auto, nella sua versione attuale.

Wissing, infatti, parlando alla stampa tedesca (Bild Zeitung), ha detto che la Germania si asterrà dal voto in Consiglio, se non ci sarà una proposta, da parte della Commissione Ue, per consentire la registrazione, anche dopo il 2035, di nuove auto con motori endotermici alimentati con e-fuel.

Ricordiamo che tra i “considerando” del regolamento è stata già inserita, su pressione tedesca, una clausola non vincolante che lascia una porta aperta al futuro utilizzo di e-fuel, prevedendo appunto che la Commissione Ue presenti una proposta in questa direzione.

Ma ora la Germania vuole fin da subito maggiore chiarezza e impegno su questo fronte.

Senza il “sì” di Italia e Germania e con la posizione incerta di Polonia e Bulgaria, mancherebbe la maggioranza qualificata al Consiglio (55% degli Stati membri e 65% della popolazione). Quindi il rischio di una bocciatura del regolamento è concreto. A quel punto, il Consiglio potrebbe fare delle modifiche al testo e rimandarlo al Parlamento.

Più cooperazione sul nucleare

Per quanto riguarda il nucleare, la Francia ha lanciato una iniziativa per aumentare la cooperazione industriale europea nel settore; il gruppo comprende altri dieci Stati membri Ue: Bulgaria, Croazia, Ungheria, Finlandia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia.

Obiettivo di questa alleanza, si legge in una nota del ministero francese della transizione energetica, è avere una più stretta collaborazione, in linea con il trattato Euratom, in diversi campi della filiera nucleare, tra cui lo sviluppo di nuovi progetti basati su tecnologie innovative, come i piccoli reattori modulari (SMR, Small modular reactors).

Il nucleare, conclude la nota, “è uno dei tanti strumenti per raggiungere i nostri obiettivi climatici, per generare elettricità di base e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento” (neretti nostri).

Il governo italiano è favorevole alla ricerca per nuove tecnologie nucleari, ha sottolineato la viceministra dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava: “Sugli sviluppi del nucleare di nuova generazione ho avuto, a margine del Consiglio europeo Energia di Stoccolma, un interessante confronto con la collega francese Agnès-Pannier Runacher. […] Ho confermato che l’Italia guarda con grande attenzione a questa scelta strategica […]”.

Tuttavia, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha poi ricordato che l’Italia non può sedersi a un tavolo sul nucleare “prima di aver affrontato e risolto a livello parlamentare e giuridico il divieto di generare energia nucleare nel territorio nazionale, sancito e ribadito dalla volontà popolare”.

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