Italia ai primi posti in Europa per le morti premature da inquinamento atmosferico

In un anno 52.300 morti premature associate all’esposizione al particolato fine. I dati dell'Agenzia europea dell'ambiente.

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Le emissioni inquinanti sono diminuite in Europa negli ultimi anni, così come il numero di morti premature che si possono attribuire alla cattiva qualità dell’aria, ma il quadro di generale miglioramento non deve distogliere l’attenzione da parecchie zone critiche, tra cui il bacino padano in Italia.

Il nuovo rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente sulla qualità dell’aria, infatti, parla di una qualità dell’aria complessivamente migliore nel 2018, tanto che, ad esempio, ci sono stati circa 60.000 decessi prematuri in meno, provocati dall’inquinamento da particolato fine, in confronto al 2009.

Tuttavia, l’Italia esce piuttosto male dalle statistiche.

Innanzi tutto, il nostro Paese nel 2018, insieme con altri cinque – Bulgaria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania – ha superato il valore limite dell’Ue per il particolato fine (PM 2,5).

Ricordiamo che ai primi di novembre l’Italia è finita di nuovo nel mirino della Commissione europea per la cattiva qualità dell’aria, proprio con riferimento alle emissioni di particolato PM 2,5 dopo le procedure già avviate contro il nostro Paese per il PM 10 e gli ossidi di azoto.

Bruxelles ha inviato a Roma una lettera di costituzione in mora (e anche alla Croazia per lo stesso motivo), che ha due mesi di tempo per rimediare alle carenze individuate dalla Commissione Ue.

E pochi giorni dopo, la Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per aver violato “in maniera sistematica e continuativa” i valori massimi di concentrazione di PM 10 nell’atmosfera, in diverse zone dello Stivale (tra cui: Pianura Padana, agglomerati urbani di Milano, Roma, Torino, Padova, Verona), a partire dal 2008-2009 fino a oggi.

Dai dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, emerge che in Italia nel 2018 ci sono state 52.300 morti premature associate all’esposizione al particolato fine (su 379.000 totali nei 28 Stati membri Ue), 10.400 morti premature da attribuire all’inquinamento causato dagli ossidi di azoto, 3.000 decessi imputabili alle elevate concentrazioni di ozono troposferico.

Il totale per questi tre inquinanti è 65.700, vale a dire, un numero tra i più alti in Europa.

Per quanto riguarda il PM 2,5 ad esempio, solamente la Germania ha avuto più decessi prematuri nel 2018, circa 63.100.

Dalla mappa sotto, tratta dal rapporto dell’Agenzia, si vede poi che la Pianura Padana è una delle aree in Europa maggiormente esposte alle elevate concentrazioni giornaliere di PM 10.

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