Investimenti in energia: le fonti low-carbon doppiano le fossili

Il solo fotovoltaico attira 450 miliardi di dollari, sui 3.300 totali, mentre alle fossili va la metà dei fondi stanziati per le tecnologie a basse emissioni. Il World Energy Investment Report 2025 della Iea.

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Nonostante le forti tensioni geopolitiche e l’incertezza economica, nel 2025 gli investimenti globali in energia raggiungeranno un record di 3,3 trilioni di dollari, il 2% in più sul 2024, e un terzo di questa cifra andrà alle tecnologie low-carbon, cui sarà destinato il doppio di quanto si investirà in fonti fossili.

A prevederlo è la nuova edizione del rapporto annuale sugli investimenti energetici mondiali della Iea, l’Agenzia internazionale per l’energia (documento in basso).

Gli investimenti in tecnologie pulite – cioè rinnovabili, nucleare, reti, storage, combustibili a basse emissioni, efficienza ed elettrificazione – quest’anno sono destinati a raggiungere il massimo storico di 2,2 trilioni di dollari.

La rapida crescita della spesa per la transizione energetica negli ultimi cinque anni è stata avviata dai pacchetti di ripresa post-pandemica e poi sostenuta da una serie di considerazioni economiche, tecnologiche, industriali e di sicurezza energetica, non solo dalle politiche climatiche.

Gli investimenti in petrolio, gas naturale e carbone invece quest’anno si fermeranno a 1,1 trilioni di dollari. Il calo dei prezzi del barile e le aspettative ribassiste sulla domanda dovrebbero tradursi in una diminuzione del 6% degli investimenti petroliferi upstream nel 2025, il primo calo su base annua dalla crisi del Covid nel 2020 e il più significativo dal 2016.

“Nel mezzo delle incertezze geopolitiche ed economiche che offuscano le prospettive per il mondo dell’energia, vediamo la sicurezza energetica come un fattore chiave per la crescita degli investimenti globali quest’anno”, commenta il direttore esecutivo dell’Agenzia Fatih Birol.

Lo stesso Birol segnala come “il quadro economico e commerciale in rapida evoluzione fa sì che alcuni investitori stiano adottando un approccio attendista”, anche se “nella maggior parte dei settori non abbiamo ancora riscontrato implicazioni significative per i progetti esistenti”.

Come in ogni rapporto sui cambiamenti nel mondo dell’energia, a impressionare sono le performance della Cina. Nella prima edizione del documento, anno 2015, gli investimenti energetici cinesi superavano di poco quelli degli Usa. Oggi la Cina è di gran lunga il maggiore investitore energetico a livello globale, spendendo il doppio dell’Unione europea e quasi quanto Ue e Stati Uniti messi insieme.

Nell’ultimo decennio, la quota della Cina nella spesa globale per l’energia pulita è aumentata da un quarto a quasi un terzo, sostenuta da investimenti strategici in un’ampia gamma di tecnologie, tra cui solare, eolico, idroelettrico, nucleare, batterie e veicoli elettrici. Allo stesso tempo, la spesa globale per l’estrazione di petrolio e gas si sta spostando verso il Medio Oriente.

Le attuali tendenze mostrano chiaramente che una nuova “era dell’elettricità” si sta avvicinando, spiega la Iea.

Dieci anni fa, gli investimenti nei combustibili fossili erano superiori del 30% rispetto a quelli nella produzione di energia elettrica, nelle reti e nello stoccaggio. Quest’anno, gli investimenti nell’elettricità sono destinati a superare di circa il 50% la spesa totale per immettere sul mercato petrolio, gas naturale e carbone.

Come si vede nel grafico sotto, gli investimenti combinati nella generazione a basse emissioni e nelle batterie hanno un rapporto di oltre 12:1 rispetto a quelli in fossili nelle economie avanzate, di 6:1 in Cina e di 2:1 negli altri paesi emergenti.

La spesa in generazione elettrica low-carbon è esplosa negli ultimi cinque anni, trainata dal fotovoltaico. Si prevede che gli investimenti in FV raggiungeranno 450 miliardi di dollari nel 2025, diventando la voce più importante nell’inventario globale degli investimenti energetici, nonostante un calo dovuto principalmente ai prezzi ribassati dei moduli.

Anche gli investimenti nei sistemi di accumulo a batterie stanno aumentando rapidamente, superando i 65 miliardi di dollari quest’anno.

Crescono anche i flussi di capitali verso il nucleare (+50% negli ultimi cinque anni) sulla buona strada per raggiungere circa 75 miliardi di dollari nel 2025.

La rapida crescita della domanda di elettricità sostiene anche i continui investimenti nell’approvvigionamento di carbone, principalmente in Cina e India. Nel 2024, la Cina ha avviato la costruzione di quasi 100 GW di nuove centrali a carbone, portando le autorizzazioni globali per centrali a carbone al livello più alto dal 2015.

In un segnale preoccupante per la sicurezza elettrica, gli investimenti nelle reti, ora pari a 400 miliardi di dollari all’anno, non riescono a tenere il passo con la spesa per la generazione e l’elettrificazione. Il mantenimento della sicurezza elettrica – avverte la Iea – richiederebbe che gli investimenti nelle reti raggiungessero la parità con la spesa per la generazione entro l’inizio degli anni ’30. Tuttavia, questo obiettivo è frenato dalle lunghe procedure di autorizzazione e dalle rigide catene di approvvigionamento per trasformatori e cavi.

Per il petrolio, il calo degli investimenti previsto, del 6%, è dovuto principalmente alla contrazione della spesa per il tight oil statunitense.

Al contrario, gli investimenti in nuovi impianti di gas naturale liquefatto (Gnl) sono in forte crescita, con l’entrata in funzione di nuovi progetti negli Stati Uniti, in Qatar, in Canada e altrove. Tra il 2026 e il 2028, il mercato globale del Gnl è destinato a registrare la maggiore crescita di capacità mai registrata (mentre in Ue la domanda di gas scende, come sottolinea uno studio Ieefa di cui abbiamo parlato ieri) .

Anche questa edizione del report segnala come i livelli di investimento rimangano molto disomogenei a livello globale, con molte economie in via di sviluppo, soprattutto in Africa, che faticano a mobilitare capitali per le infrastrutture energetiche.

Oggi, l’Africa rappresenta solo il 2% degli investimenti globali in energia pulita. Nonostante ospiti il 20% della popolazione mondiale e abbia una domanda in rapida crescita, gli investimenti totali in energia nel continente sono diminuiti di un terzo nell’ultimo decennio a causa del calo della spesa per i combustibili fossili e dell’insufficiente crescita dell’energia pulita.

Per colmare il divario di finanziamento nei paesi africani e di altre economie emergenti e in via di sviluppo – avverte la Iea – la finanza pubblica internazionale deve essere potenziata e utilizzata strategicamente per attrarre maggiori volumi di capitale privato.

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