La finanza lo sa: le rinnovabili un’occasione troppo grande per essere ignorata

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Nonostante un quadro geopolitico critico e segnali contrastanti sulle politiche energetiche, i capitali continuano a muoversi verso l’energia pulita. Con Patrizia Celia di Borsa Italiana vediamo perché investire nella transizione non è più un’alternativa, ma una scelta strategica.

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In un periodo in cui la decarbonizzazione dei consumi e la digitalizzazione stanno ridisegnando interi settori economici, la finanza non può più permettersi di rimanere a guardare.

Gli investitori lo sanno bene: costruire portafogli solidi significa puntare su tecnologie, soluzioni e servizi capaci di coniugare crescita e sostenibilità. Ed è proprio in questo contesto che le rinnovabili si impongono con forza, non come un’opzione tra le tante, ma come un’opportunità impossibile da ignorare.

Lo spiega a QualEnergia.it Patrizia Celia, Head of Large Caps, Investments Vehicles & Sustainable Finance Partnership, di Borsa Italiana. L’abbiamo intervistata ai margini di un convegno nell’ambito di NetZero Milan (14-16 maggio 2025).

Non si tratta solo di una questione ambientale o reputazionale. Nonostante alcuni segnali che all’inizio del 2025 hanno indicato, ad esempio, un certo disimpegno verso gli investimenti cleantech da parte delle banche (“Banche e compagnie fossili fanno marcia indietro sugli investimenti green“), come evidenzia Patrizia Celia, energie pulite, elettrificazione, cleantech sono oggi leve reali di competitività industriale e rendimento finanziario.

I numeri lo dimostrano, spiega Celia, “il 45% delle principali società quotate americane già sviluppa soluzioni per la transizione energetica, generando un giro d’affari da 6mila miliardi di dollari. Chi investe nelle rinnovabili non sta scommettendo sul futuro, ma sta già partecipando a un business presente, concreto e in forte espansione. È un trend che ha preso velocità e che, per dimensioni e impatto, non può più essere trascurato”.

Anche di fronte a narrazioni politiche che promettono rallentamenti o inversioni di rotta, la finanza resta ancorata ai dati. “Gli annunci possono cambiare, ma la realtà resta: la transizione è in corso, crea valore e muove capitali”, aggiunge. “Ed è proprio questa concretezza che la rende irreversibile. Chi investe oggi guarda a strumenti capaci non solo di ridurre le emissioni, ma anche di intercettare nuove soluzioni tecnologiche o di sostenere modelli energetici più resilienti”.

La finanza non si muove per idealismo, ma per convenienza, e le rinnovabili sono una delle poche certezze che offrono al tempo stesso ritorni economici e stabilità di lungo periodo. Trascurarle non è più un’opzione. Perché restare fuori da questa trasformazione significa perdere competitività. E perdere competitività, nel mondo della finanza, significa perdere valore.

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