Gli interventi delle città italiane per ciclabilità e pedonalità nella fase 2

Le strategie e le azioni attuate dai comuni di Milano, Torino, Roma, Rimini e Firenze per la fase 2 del Covid-19.

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Come ha comunicato T&E (Transport and Environmental), sono molti gli esperti sanitari e non che considerano  possibile una connessione tra inquinamento atmosferico e aumento dei tassi di mortalità per coronavirus.

Per questo motivo, con la diffusione di una mobilità green (in particolare la ciclabilità e la pedonalità) sarà possibile aiutare la popolazione più vulnerabile nella loro lotta contro questa e ogni possibile futura pandemia, riducendo l’inquinamento nelle aree urbane.

In questi giorni molte città stanno infatti elaborando dei Piani per la Mobilità di Emergenza per garantire gli spostamenti ciclopedonali in maniera sicura, ridurre l’uso dell’auto privata e non affollare il trasporto pubblico.

Vediamo alcune strategie che sono state adottate nelle città italiane.

In Lombardia, la regione d’Italia con più di 82.000 casi di persone con tampone positivo da inizio epidemia, l’Amministrazione Comunale di Milano ha risposto adottando il progetto “Strade Aperte: strategie, azioni e strumenti per la ciclabilità e la pedonalità, a garanzia delle misure di distanziamento negli spostamenti urbani e per una mobilità sostenibile (documento del progetto – pdf).

Relativamente alle piste ciclabili, tale strategia prevede:

  • l’individuazione di itinerari ciclabili di emergenza in sola segnaletica lungo le principali direttrici della città
  • la connessione dei tratti di ciclabilità esistente
  • l’individuazione di itinerari a velocità limitata
  • l’aumento delle zone 30 (max velocità permessa) e delle strade condivise, dove può essere garantita in sicurezza la promiscuità degli autoveicoli con biciclette e pedoni.

Inoltre, il Piano prevede di ampliare i percorsi pedonali attraverso l’allargamento di marciapiedi laddove si individuano spazi ridotti (in particolare alle intersezioni) anche con interventi non strutturali.

Infine, per agevolare l’attività fisica e il gioco dei bambini nei quartieri con minor offerta di verde, nella strategia si prevedono Play Streets (ovvero percorsi pedonali temporanei diffusi) e Piazze Aperte (nuovi spazi pedonali in prossimità di scuole e servizi).

In Piemonte, seconda regione italiana maggiormente colpita dal COVID-19 in termini di casi positivi, Ilaria Appendino, sindaco di Torino, ha annunciato che è stato elaborato il Grande Piano per la Mobilità comunale che comprende:

  • 80 km di controviali ciclabili
  • 30 nuove stazioni del servizio di bike sharing TOBike
  • 2000 bici Helbitz a pedalata assistita
  • 408 nuove postazioni di ricarica per veicoli elettrici
  • 7500 veicoli in sharing
  • TPL dal 52% all’82% del servizio rispetto alla fase 1
  • +40% mezzi pubblici in orario di punta rispetto alla fase 1
  • Scuole “car free”.

Nel Comune di Roma è stato approvato il primo Piano Straordinario per la mobilità post lockdown per la realizzazione di 150 km di nuovi percorsi ciclabili transitori sulle principali vie della città e su altri itinerari strategici. Le prime realizzazioni interesseranno:

  • Il prolungamento della ciclabile Tuscolana (da piazza Cinecittà a Largo Brindisi) e della ciclabile Nomentana (fino a piazza della Repubblica)
  • Nuove corsie ciclabili da piazza dei Giureconsulti a Porta Cavalleggeri; da piazza Cina a viale Egeo; da Fonte Laurentina a viale Cristoforo Colombo; da piazza Pio XI ai Colli Portuensi.

A tal proposito, l’Assessore alla Mobilità Pietro Calabrese, ha spiegato che con questi interventi si anticipa il completamento della rete romana per chi vorrà usare la bicicletta, così come i monopattini, liberando spazio anche per chi non potrà fare a meno di spostarsi con il proprio autoveicolo.

Roberta Frisoni, Assessore alla Mobilità del Comune di Rimini, ha dichiarato che oltre alle opere attualmente in corso per il completamento della Bicipolitana, sta elaborando una strategia per la “mobilità di emergenza” che consenta di muoversi in sicurezza a piedi, in bici e in monopattino nell’area urbana, con interventi che riguardano:

  • la messa in sicurezza di percorsi ciclabili esistenti
  • la creazione di zone 30
  • la realizzazione di ciclabili di emergenza (fatte, cioè, con soli interventi di segnaletica).

Parallelamente si stanno individuando aree e percorsi in cui incentivare il park and ride, ovvero aree in cui è possibile parcheggiare l’auto e raggiungere il centro città o il mare con la bici, a piedi o in monopattino.

Anche il Comune di Firenze ha presentato il proprio Piano per la Mobilità di Emergenza che si concentra su cinque assi di offerta di mobilità:

  • trasporto pubblico
  • servizio pubblico di trasporto individuale (taxi)
  • mobilità ciclabile
  • sharing mobility individuale
  • utilizzo del mezzo privato (auto e scooter).

Per quanto riguarda la ciclabilità, il piano prevede che entro l’anno saranno completati 12 km di nuove piste (che si aggiungeranno ai 95 già a disposizione), mentre da subito saranno realizzati i 10 km di percorsi provvisori su viabilità fino ad oggi carrabile.

Inoltre, Firenze ha proposto vari incentivi a favore della mobilità green, tra cui:

  • il riconoscimento del tempo di spostamento come parte dell’orario lavorativo
  • il rilascio di un kit antifurto
  • un contributo monetario diretto
  • sconti negli esercizi commerciali
  • rottamazione di autoveicoli a favore dell’acquisto di biciclette a pedalata assistita.

Il 28 maggio, in occasione della presentazione del Rapporto “MobilitAria 2020, elaborato da Kyoto Club e dall’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), verrà fatto un approfondimento su tutta questa tematica, valutando la fase due anche con i provvedimenti delle Città per la mobilità sostenibile e per evitare la crescita del traffico veicolare, inquinamento e congestione.

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