Iea: la cooperazione internazionale è la chiave per investire di più nelle rinnovabili

La prossima Cop 27 in Egitto a novembre dovrà sciogliere il nodo degli aiuti dei Paesi ricchi a quelli poveri, altrimenti i traguardi net-zero saranno irraggiungibili.

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Per velocizzare la transizione energetica da carbone, gas e petrolio alle fonti pulite, rendendola più accessibile a tutti (anche ai Paesi più poveri), è necessario aumentare la cooperazione internazionale, puntando su innovazione tecnologica, economie di scala, incentivi agli investimenti.

È il messaggio centrale della Iea (International energy agency) nel presentare Breakthrough Agenda Report (link in basso), il suo rapporto dedicato a come raggiungere gli obiettivi lanciati da 45 Paesi alla conferenze sul clima delle Nazioni Unite lo scorso novembre 2021 a Glasgow, attraverso la Breakthrough Agenda, allo scopo di tagliare le emissioni di CO2 su scala globale.

Il nuovo lavoro della Iea quindi è anche un punto di partenza per i prossimi negoziati climatici: la Cop 27 che si svolgerà a novembre 2022 in Egitto.

La Iea, infatti, in una nota sottolinea che servono azioni radicali e immediate per risolvere la crisi energetica e combattere allo stesso tempo il cambiamento climatico, in modo da contenere il surriscaldamento terrestre a +1,5 °C come stabilito dagli accordi di Parigi del 2015.

Nel documento ci sono 25 raccomandazioni per i leader di tutto il mondo, da discutere già al Global Clean Energy Action Forum di Pittsburgh (Usa), dal 21 al 23 settembre.

La scarsa cooperazione internazionale finora ha costituito un freno agli investimenti green, soprattutto nelle regioni meno sviluppate: il punto è che serve un maggiore aiuto delle economie più ricche a quelle emergenti, per supportare le rinnovabili e le politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici.

In altre parole, il futuro verde si gioca in buona parte sulla capacità di sbloccare i finanziamenti a chi ne ha più bisogno; il rischio, se non ci sarà questo sforzo di collaborazione reciproca tra Paesi, è che gli obiettivi net-zero (azzeramento delle emissioni nette di CO2) rimarranno puramente teorici.

Tra le raccomandazioni della Iea, si parla di:

  • creare nuove reti energetiche transnazionali per favorire gli scambi di elettricità rinnovabile;
  • fornire assistenza tecnica e finanziaria per aiutare i Paesi a uscire dal carbone;
  • definire una data comune entro cui vietare le vendite di nuovi veicoli a fonti fossili (si suggerisce 2035 per le auto e 2040 per i mezzi pesanti);
  • mobilitare gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica e stabilire standard tecnologici condivisi;
  • potenziare le attività di ricerca per nuovi tipi di batterie al fine di ridurre la dipendenza da metalli come litio e cobalto;
  • fissare standard per il recupero e riciclo delle batterie;
  • supportare la domanda di idrogeno verde dal settore pubblico e privato (tramite impegni di acquisto di H2 green);
  • investire in pratiche agricole sostenibili in grado di ridurre le emissioni di allevamenti e fertilizzanti.

In definitiva, sostiene la Iea, urgono azioni collettive per rendere le tecnologie pulite più competitive in tutti i settori e accessibili a imprese, istituzioni e cittadini. Sarà questo il vero terreno di confronto alla prossima Cop 27.

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