Domani, venerdì 15 marzo, non si va a scuola.
Gli studenti che hanno a cuore il futuro del pianeta – o meglio il futuro dell’esistenza umana sul Pianeta e dunque il loro stesso futuro – anziché varcare la soglia delle aule scenderanno in piazza a manifestare.
Dopo che negli ultimi mesi manifestazioni #FridaysForFuture si sono tenute in tutti i continenti, domani è infatti la data fissata per lo “sciopero mondiale per il futuro”, “Global Strike For Future”, organizzato in oltre mille città di 82 paesi, dagli Usa al Brasile, dall’Australia all’Iran, dal Giappone all’India e in Europa.
In questa mappa le mobilitazioni organizzate in Italia:
A questo link le iniziative anche nel resto del mondo.
Grazie alla mobilitazione dei giovani lanciata dalla svedese Greta Thunberg, il cambiamento climatico in questi giorni è finalmente finito sulle prime pagine dei grandi giornali generalisti anche in Italia, mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vi ha dedicato dichiarazioni significative.
Alle ragioni della protesta, che QualEnergia.it appoggia, abbiamo dedicato a inizio settimana un editoriale del nostro direttore scientifico, Gianni Silvestrini. Con l’eccezione di negazionisti dalla visione antistorica come Trump e Bolsonaro, spiegava Silvestrini, molti leader nel mondo hanno iniziato ad appoggiare le iniziative dei #FridaysForFuture.
C’è però una evidente incongruenza tra le posizioni di sostegno dei politici e i contenuti radicali del messaggio degli studenti: l’ondata crescente di giovani e giovanissimi che protestano sottolinea infatti almeno due elementi principali.
Il primo riguarda la radicalità delle proposte di chi sa che il suo futuro dipenderà dalle scelte che vengono fatte oggi.
Il secondo è quello dei tempi. Il funzionamento di interi paesi e continenti senza emissioni nette di CO2 nell’arco di 30-40 anni imporrebbe la rivisitazione di tutte le scelte di investimento, un ripensamento sugli stili di vita, l’introduzione di politiche fiscali coerenti con la sfida del clima…
Ma questa volontà non si intravvede nelle scelte della politica e la preoccupazione aumenta.
Serve ben altro e, per supportare la mobilitazione mondiale degli studenti #GlobalStrikeforFuture, nelle ultime settimane Kyoto Club, ha organizzato dei webinar di formazione in cui si spiega cosa e perchè.
Una vera e propria “cassetta degli attrezzi” per tutti coloro che scenderanno in piazza per chiedere ai governanti politiche a favore della giustizia climatica.
Nel primo webinar (video qui) qui sotto, lo stesso le sfide che ci attendono per contrastare i cambiamenti climatici e le politiche da adottare spiegate da Gianni Silvestrini: