Germania, l’indipendenza dal gas russo correndo sulle rinnovabili

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L’obiettivo delle rinnovabili al 2030 è stato portato dal 65 all’80% della domanda elettrica. Dopo l’aggressione all’Ucraina, il governo ha deciso di alzare ancora l’obiettivo, puntando al 100% di rinnovabili elettriche al 2035.

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Il nuovo governo tedesco “semaforo” (socialdemocratici, verdi e liberali) sta tentando un doppio salto mortale: chiusura delle ultime tre centrali nucleari, e abbandono progressivo del carbone grazie ad un fortissimo sviluppo delle energie verdi e dell’efficienza.

L’obiettivo delle rinnovabili al 2030 è stato portato dal 65 all’80% della domanda elettrica. E, dopo l’aggressione all’Ucraina, il governo ha deciso di alzare ancora l’obiettivo, puntando al 100% di rinnovabili elettriche al 2035.

Per raggiugere traguardi così ambiziosi, sono stati individuati obiettivi annui intermedi ben definiti.

Nel prossimo triennio la Germania conta infatti di installare con sole e vento 65 GW (nel grafico in basso gli obiettivi del governo tedesco sulle rinnovabili al 2035. Fonte: Clean Energy Wire), un numero di poco superiore ai 60 GW che Elettricità Futura aveva proposto in Italia nello stesso periodo, destando scandalo nel governo.

Intanto continua la crescita del contributo dell’elettricità verde tedesca. Nel 2021 il 46% dell’elettricità generata immessa in rete è infatti venuta dalle rinnovabili.

Considerando anche il contributo della cogenerazione industriale, la quota delle rinnovabili scende al 41%. Va però ricordato che il 2021 è stato un anno caratterizzato da scarsissima ventosità nell’Europa centro-settentrionale. Nel primo trimestre 2022 la quota delle rinnovabili è aumentata del 9% rispetto all’anno precedente, arrivando al 50%.

Un altro elemento da sottolineare è che, malgrado l’elevatissima quota di solare ed eolico, la rete elettrica ha retto benissimo. Nel 2020, le interruzioni annue sono state infatti solo di un quarto d’ora in Germania, contro le 0,35 ore della Francia e le 1,28 ore degli Usa.

Leggendo questi dati stupisce pensare al messaggio che una trentina di anni fa i produttori elettrici fecero pubblicare sui giornali: la rete elettrica non avrebbe potuto reggere una quota di rinnovabili superiore al 4%.

L’altro versante in cui si intende operare è quello della riduzione dei consumi.

Il ministro del clima Habeck intende coinvolgere le associazioni degli ambientalisti, dei consumatori, degli industriali, del commercio, e dà l’esempio con regole rigide per i ministeri.

Inoltre, considerando che la maggioranza del gas importato viene utilizzato nell’edilizia, il governo punta ad avere più di mezzo milione di pompe di calore installate ogni anno fino al 2024 e 800.000 l’anno dopo, quando le pompe di calore diventeranno obbligatorie.

Infine, a fronte di quote sempre più elevate di rinnovabili elettriche, diventa centrale il ruolo degli accumuli. Alla fine del 2022 saranno oltre mezzo milione le batterie abbinate al fotovoltaico negli edifici.

Iniziano a farsi strada anche stoccaggi di taglia maggiore, ma soprattutto si conta sull’idrogeno come accumulo di lungo periodo in vista dell’obbiettivo 100% rinnovabili al 2035. E nei giacimenti di sale presso la città di Etzel, un tempo utilizzati come stoccaggio strategico di combustibili, si stanno avviando i lavori per le prime sperimentazioni.

Insomma, pur se tra molte contraddizioni a partire dalla mancata diversificazione degli approvvigionamenti rispetto alle forniture fossili russe, la Germania punta con decisione sulla decarbonizzazione dell’economia. E l’aggressione all’Ucraina è destinata ad accelerare la transizione.

Articolo pubblicato nel report di Symbola “GreenItaly 2022”

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