Dopo aver spento a settembre l’ultima centrale a carbone, sul finire del 2024 la Gran Bretagna dovrebbe raggiungere un’altra tappa rilevante nell’ambito della transizione energetica.
Si stima che per la prima volta in assoluto le fonti rinnovabili (senza biomasse) produrranno più elettricità delle fonti fossili per un intero anno.
Lo scrive in un briefing (pdf) Ember, think tank con sede a Londra specializzato nelle analisi del settore energetico, basandosi sui dati dei primi undici mesi del 2024, più una previsione su generazione e domanda elettrica di dicembre.
Nel dettaglio, eolico, solare e idroelettrico arriveranno a produrre 103 TWh quest’anno, con una quota pari al 37% del mix elettrico complessivo. Le fonti fossili, invece, si fermeranno a 97 TWh (35% del totale).
Solo tre anni fa, nel 2021, gas e carbone valevano il 46% della produzione elettrica UK, mentre le rinnovabili erano al 27%; se si includono le biomasse nel computo delle Fer, il sorpasso sulle energie fossili è già avvenuto nel 2020.
Un altro dato rilevante è che l’eolico potrebbe diventare la singola fonte di energia elettrica con la maggiore produzione nel 2024, davanti al gas: molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche di dicembre. Ora la previsione è che l’eolico produrrà complessivamente 82 TWh quest’anno (29% del mix elettrico), appena 3 TWh in meno rispetto al gas, quindi la partita è ancora molto aperta.
Il grafico sottostante riassume la situazione descritta finora.
Si osserva l’ascesa delle rinnovabili negli ultimi anni, in particolare dal 2010, con il contemporaneo declino dei combustibili fossili, che hanno perso due terzi della loro produzione di energia elettrica dal 2000.
Ember spiega che le importazioni nette di elettricità sono aumentate del 42% nel 2024, sostituendo 125 milioni di sterline di approvvigionamenti gas nel Regno Unito e contribuendo a portare la generazione alimentata da questo fossile al livello più basso dal 1996.
Anche se il Regno Unito è attualmente un importatore netto di elettricità, conclude l’analisi, con ulteriori aumenti delle fonti pulite si prevede che diventerà un esportatore netto entro il 2030.