Francia, primo sì alle legge nazionale per il clima

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Il controverso disegno di legge approvato dall'Assemblea nazionale mira a tagliare le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030, ma secondo gli ambientalisti non è abbastanza.

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L’Assemblea nazionale francese ha approvato ieri un ampio disegno di legge sul cambiamento climatico che, fra le altre cose, impedirà le future espansioni degli aeroporti, proibirà gli apparecchi riscaldanti a fossili per gli ambienti all’aperto e ridurrà i rifiuti da imballaggi. Il disegno di legge passa ora al Senato prima del voto finale alla Camera bassa.

La Francia mira a tagliare le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, obiettivo che secondo gli ambientalisti non è però sufficientemente ambizioso, anche rispetto ad una sentenza storica con cui, a febbraio, un tribunale transalpino ha stabilito che la Francia deve fare di più per combattere il cambiamento climatico.

I contrasti emersi sul disegno di legge hanno richiesto più di 200 ore di dibattito nelle commissioni parlamentari e alla camera bassa, che alla fine ha comunque approvato il disegno con 332 voti contro 77. Al prossimo voto del Senato, il presidente francese Emmanuel Macron e i suoi alleati possono contare sulla maggioranza dei voti.

La legge vieterà l’uso di riscaldatori a gas negli spazi esterni di caffè e ristoranti a partire dall’aprile 2022.

Le scuole pubbliche dovranno offrire un menù senza carne o pesce almeno un giorno alla settimana. I supermercati dovranno ridurre gli imballaggi per diminuire l’uso della plastica, mentre a prodotti come l’abbigliamento sarà assegnato un “eco-voto” che misuri il loro impatto sull’ambiente.

La legge proibisce anche la costruzione di nuovi aeroporti o l’espansione della capacità degli aeroporti esistenti in uno dei paesi più visitati del mondo. I voli nazionali su rotte servite da collegamenti ferroviari inferiori alle due ore e mezzo saranno eliminati, a meno che non siano di coincidenza con voli internazionali.

La vendita di auto con emissioni superiori a 95 grammi di CO2 per chilometro sarà vietata dal 2030, mentre verrà esteso un sussidio per l’acquisto di biciclette elettriche.

Ai padroni di casa infine sarà proibito affittare proprietà poco coibentate, attraverso un graduale aumento dei requisiti di efficienza energetica a partire dal 2025.

“Piuttosto che riempirsi la bocca di belle parole e farsi belli con obiettivi irraggiungibili che generano solo resistenza sociale, stiamo mettendo in atto misure efficaci“, ha detto il ministro dell’ambiente Barbara Pompili alla camera.

La norma giunge dopo una consultazione pubblica cui hanno contribuito circa 150 soggetti fra cittadini e associazioni varie, da cui sono scaturite decine di suggerimenti per ridurre le emissioni.

Numerosi partecipanti hanno criticato Macron per aver annacquato le misure proposte. Da parte sua, il presidente francese spera che la nuova legge aumenti le sue credenziali ambientali, ad un anno dalle prossime elezioni presidenziali, con i partiti verdi che stanno ottenendo buoni risultati altrove in Europa.

Greenpeace, da parte sua, ha indicato che la nuova legislazione francese non si spinge abbastanza lontano.

“È una norma che poteva andare bene 15 anni fa, quando l’emergenza climatica era meno pressante. Nel 2021, non sarà sufficiente per affrontare efficacemente il riscaldamento globale”, ha detto Jean-Francois Julliard, capo di Greenpeace Francia.

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