Fotovoltaico in micro reti: il caso del comune di Serrenti

Un piccolo comune sardo, partendo da sistematici interventi di efficientamento energetico ha liberato risorse economiche pubbliche poi investite in impianti FV collegati in mini reti.

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Le esperienze di alcune aree rurali dove le Pubbliche Amministrazioni hanno mantenuto strutture interne di gestione e manutenzione dei propri sistemi energetici potrebbero dimostrare una migliore resilienza di fronte a stress economici ed energetici.

Un progetto di sviluppo energetico – sia esso una comunità energetica, smart grid, smart city – può nascere da un’idea, un gruppo di persone, un’opportunità economica, una ricerca.

Oppure può crescere e progredire nel tempo come esito della cura, del quotidiano osservare, manutenere, monitorare le singole componenti fino a integrarle in un sistema energetico moderno ed efficiente.

È questo il caso del Comune di Serrenti – 4.725 abitanti nel Medio Campidano, in Sardegna – che dal 2010 ha realizzato con il proprio personale interno piccoli ma sistematici interventi di efficientamento energetico che hanno ridotto i consumi energetici e liberato risorse economiche pubbliche che sono state investite in altri settori.

“Si possono fare progetti di elevato costo o di elevato valore – ci dice Maurizio Musio, tecnico manutentore del Comune –  e il nostro sistema energetico si è evoluto insieme al maturare della tecnologia, dando i suoi buoni frutti con le poche risorse economiche disponibili.”

I consumi elettrici annui della pubblica illuminazione e degli edifici comunali sono passati rispettivamente da 475 MWh a 332 MWh e da 259 MWh a 161 MWh (media del periodo 2008/2010 vs media 2011/2018) con riduzione dei consumi, rispettivamente, del 30 e 40%.

Prendendo come riferimento la media del triennio 2008/2010, dal 2011 al 2018 il consumo totale di energia elettrica degli edifici pubblici è diminuito di 787 MWh con un risparmio di 180.000 € (riduzione di CO2 emessa di 315 t), mentre i consumi energetici dell’illuminazione pubblica sono diminuiti di 1.142 MWh con un risparmio di 263.000 € (minori emissioni di CO2 per 457 t).

Con Maurizio Musio abbiamo ricostruito il percorso energetico del Comune di Serrenti dal 2010, reso possibile principalmente dalla proattività dell’Ufficio Tecnico e dalla relativa libertà di azione concessa dalle amministrazioni che si sono succedute nel tempo.

Come avete tagliato i consumi energetici della illuminazione pubblica a Serrenti?

«Nell’ambito del progetto ‘Illuminamente’ abbiamo attuato una costante manutenzione della pubblica illuminazione nella sua configurazione del 2010. Abbiamo lavorato sui regolatori di flusso già presenti per una buona parte degli impianti stradali: per ogni 10v di tensione ridotta si ottiene un risparmio del 6%. Dalla sola riduzione della tensione per la stabilizzazione di rete da 240 a 220v abbiamo avuto un risparmio del 12%. Nelle ore notturne, dove anni fa veniva spenta una lampada in modo alternato, riduciamo l’intensità dell’illuminazione con un risparmio di energia ben superiore del 35%, garantendo più sicurezza ed evitando zone d’ombra».

Che tipo dispositivi e soluzioni avete adottato?

«Dal 2010-2012 ci siamo dotati di timer astronomici che sulla base delle coordinate geografiche consentono l’accensione e lo spegnimento dell’illuminazione in maniera puntuale rispetto alla luce naturale. Abbiamo ridotto le dispersioni di corrente nei quadri dell’illuminazione, conseguendo maggiore sicurezza e minori perdite di energia in rete e provveduto al sezionamento delle linee con interruttori dedicati per intervenire sulla zona che si vuole accendere senza attivare l’intero quadro. Abbiamo ancora un sistema di monitoraggio per quadro e non punto punto che tuttavia garantisce efficienza e interventi celeri sulle anomalie del sistema ed elevata qualità del servizio reso».

Sebbene abbiate ottenuto significativi risparmi non avete ancora installato lampade a LED, come mai? Non potreste ottenere ulteriori benefici affidandovi a una ESCo?

«Naturalmente negli anni ci hanno proposto di passare al LED, ma in passato abbiamo valutato che si trattava di tecnologia non matura, anche se oggi è decisamente migliorata. Nel 2010 non sarebbe stato un buon investimento. Oggi vorremmo procedere con l’installazione di lampade a LED, ma inserendole in un progetto che consenta di interfacciarsi con la futura Smart City. Un intervento con una ESCo? Consideri che noi, con il sistema a scarica di gas, abbiamo un costo a punto di luce di 60 € contro i circa 110 € degli altri comuni. Un intervento di una ESCo ci farebbe spendere di più».

Come avete ridotto i costi energetici degli edifici?

«Abbiamo sostituito le lampade lineari tri-fosforo con quelle a tecnologia LED, con l’installazione nei bagni e nelle zone di passaggio di sensoristiche di presenza e movimento. Abbiamo la visibilità in real-time del consumo elettrico di vari edifici, con termostati e valvole termostatiche wifi per controllare da remoto la temperatura degli ambienti, risparmiando così anche sulla componente termica».

Ma il risparmio più consistente l’avete conseguito dall’accorpamento di più edifici con la riduzione dei POD. Quando avete installato gli impianti FV e iniziato a collegare tra loro gli edifici?

«Come per l’illuminazione abbiamo fatto per primi gli interventi che potevamo permetterci con le risorse disponibili. Per questo agli impianti FV abbiamo fatto precedere l’ottimizzazione. Con il progetto S.E.I. (Sistema Energetico Intelligente) abbiamo lavorato a monte dell’impianto elettrico, riducendo le potenze contrattuali e incentivando l’autoconsumo da FV sugli impianti via via che li abbiamo realizzati».

E le micro reti?

«Il progetto, che è nato nel 2010, ha portato a realizzare quattro micro-reti in tre macro-aree comunali. Le micro-reti collegano gli edifici comunali dotati di impianto FV a quelli adiacenti e con servizi similari che ne sono sprovvisti. Tutti gli edifici connessi fanno capo al contatore principale, mentre gli altri contatori vengono dismessi. Si ottiene in questo modo una maggiore quota di autoconsumo e la riduzione delle spese fisse in bolletta. A conclusione dei lavori il progetto dovrebbe garantire la cessazione del 50% dei contatori elettrici statici allacciati e la riduzione del 30% della restante potenza contrattuale».

Microreti, accorpamenti degli edifici e produzione FV

Nel 2010 sono stati accorpati l’edificio della scuola media e quello del teatro comunale ed è stato realizzato l’impianto fotovoltaico sulla copertura delle scuole (19,8 kWp).

Nel 2017, con il progetto “La Casa dell’energia”, finanziato con il POR FESR Sardegna 2014-2020, è stato installato un sistema di accumulo ibrido trifase da 43 kWh che consente di distribuire nelle ore serali l’energia accumulata di giorno. La Casa dell’energia contiene inoltre tutti gli apparati dell’impianto FV, inverter ibridi, e il sistema di gestione della micro-rete. Questi apparati sono stati collocati in uno spazio dedicato esterno alla scuola, evitando eventuali problematiche connesse con il certificato di prevenzione incendi.

Nel 2012 sono stati accorpati l’edificio della scuola elementare e quello della materna, dotato di un impianto FV da 19,3 kWp. Nel 2015 al contatore del municipio – sulla cui copertura è ubicato un impianto FV da 17,1 kWp – è stato accorpato l’edificio della Caserma e la casa Corda (sede di uffici comunali distaccati). Accanto alla Scuola materna sorgerà la seconda Casa dell’energia grazie a un secondo finanziamento del POR FESR Sardegna 2014-2020.

Nel 2012 si è collegato il contatore del Parco comunale a quello dell’edificio Vetrina Espositiva (dove ha sede l’orto botanico e negli appositi spazi si tengono sagre, corsi e laboratori didattici) e nel 2017 si è installato un impianto FV da 19,8 kWp. Altri 10 kWp di FV sono installati sul tetto della Casa dei Nonni, mentre 7 kWp sono al servizio del mercato di recente ristrutturazione e prossima apertura.

A breve a questa micro-rete sarà connesso l’impianto elettrico del cimitero. In prospettiva e norme permettendo, una terza casa dell’energia potrebbe alimentare questo micro-polo a cui sarà collegata anche la piscina comunale dotata di un impianto FV da 19,8 kWp.

Nel 2017 è stato installato sul Centro Polivalente un impianto da 19,8 kWp a cui in futuro saranno connessi una piazza e un secondo edificio. L’impianto FV da 10 kWp installato sull’ex asilo nido (ex-esmas) sarà collegato ad un nuovo parco ecosostenibile. (foto Zona A, Zona B, Zona C)

Ingegner Musio, con l’accorpamento degli edifici avete conseguito risparmi sia energetici sia economici importanti, ma con quali costi?

«L’accorpamento del municipio, ad esempio, è costato 12.000 € e ha determinato un risparmio per minori spese fisse in bolletta di 1.300 €/anno, oltre a circa 7.000 € di minori costi per il maggior autoconsumo e la riduzione delle potenze degli edifici. Un costo che si ammortizza in meno di 18 mesi».

Quali sono stati gli impatti di questi interventi sulla cittadinanza?

«C’è stato un generale aumento della conoscenza e della consapevolezza in materia di energia. Nel 2019 nella Sala Polivalente e nella Casa dell’energia abbiamo ospitato il corso teorico pratico di formazione professionale finanziato da Regione Sardegna sulle attività green & blue economy per inoccupati e disoccupati dove sono stati formati 15 persone come tecnico delle micro e smart grid. Altri corsi svolti in altre comunità hanno sfruttato la Casa dell’energia per la parte pratica, portando nel paese anche un piccolo indotto economico oltre alla soddisfazione di ospitare corsi di formazione. Il progetto ‘Casa dell’Energia’ ha favorito diverse altre attività didattiche e di sensibilizzazione sul tema dello sviluppo sostenibile. Noi dell’Ufficio tecnico comunale abbiamo organizzato un laboratorio energetico con le classi primarie della scuola che abbiamo coinvolto con attività ludiche basate su tecnologia e robotica».

Il Comune di Serrenti è stato premiato con il premio ANCI nel 2018 e nel 2019 aggiudicandosi i premi impresa Cresco Award Comuni Sostenibili e Agenda 2030.

Nel 2019 per la Casa dell’Energia ha ricevuto il Premio 3×3, un contest per la sostenibilità al Sud promosso dal Forum PA come uno dei migliori progetti di economia circolare nel mezzogiorno.

Il progetto è stato presentato sulla Piattaforma Energie rinnovabili di Sardegna Ricerche, nell’ambito di un ciclo di seminari divulgativi (disponibili materiali).

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