Fotovoltaico galleggiante, si parte davvero: la Corea del Sud farà un super-impianto

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Il paese asiatico realizzerà un impianto da 2 GW di potenza. Intanto in Europa un consorzio belga punta a realizzare un parco FV in mare.

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Il fotovoltaico galleggiante prova a esprimere tutte le sue potenzialità con un super-progetto da 2 GW in Corea del Sud, senza dimenticare la prima installazione offshore nel Mare del Nord su cui punta un consorzio di aziende europee.

Per quanto riguarda il progetto in Asia, il ministero sudcoreano dell’energia nei giorni scorsi ha comunicato di aver approvato la realizzazione di un parco solare sul lago di Saemangeum (qui la nota ufficiale del ministero).

Con 2,1 GW di capacità totale sarà la centrale floating PV più grande del mondo e coprirà una superficie lacustre pari a 30 km quadrati.

Un impianto del genere darebbe una spinta notevole all’industria del settore, considerando che in tutto il 2018 su scala globale si sono installati pannelli fotovoltaici galleggianti per circa 780 MW di potenza complessiva (vedi qui).

La costruzione dovrebbe iniziare nella seconda metà del 2020 dopo aver ottenuto le varie autorizzazioni ambientali e per l’utilizzo dell’acqua pubblica.

Si parla di investimenti privati per quasi quattro miliardi di dollari; il maxi parco flottante richiederà oltre cinque milioni di moduli fotovoltaici.

Così la Corea del Sud intende avvicinarsi all’obiettivo di produrre il 20% dell’energia elettrica con fonti rinnovabili entro il 2030, il triplo rispetto a oggi, superando 60 GW di capacità cumulativa nelle risorse “verdi” a quella data.

Intanto in Europa un consorzio belga che riunisce diverse aziende – Tractebel, Jan De Nul Group, DEME, Soltech – oltre alla Ghent University, supportato dall’agenzia governativa per l’innovazione nelle Fiandre, intende sviluppare un impianto solare galleggiante nel Mare del Nord, situato nei pressi di una centrale eolica offshore e di un impianto per l’acquacoltura.

Il budget complessivo dell’iniziativa è di circa due milioni di euro tra fondi privati/statali.

Per il momento, la nota diffusa dal consorzio è piuttosto avara di dettagli tecnici sul progetto: si parla di sperimentare soluzioni innovative per questo tipo di installazioni, con test in laboratorio e sul campo per adattare la tecnologia del solare FV alle condizioni marine.

In particolare, i pannelli fotovoltaici dovranno resistere all’erosione dell’acqua salata e alla forza del moto ondoso e delle correnti; inoltre, le aziende dovranno studiare un sistema di piattaforme da ancorare sui fondali riuscendo a contenere il costo complessivo dell’installazione e tutelando il più possibile l’integrità dell’ecosistema marino.

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