L’auto elettrica che vi racconterò è di segmento B, acquistata usata da un concessionario a fine ottobre 2024, con appena 7.400 km all’attivo e immatricolata un anno fa.
Le batterie sono in ottimo stato, certificate al 100% di salute e coperte da una garanzia di 8 anni o 160.000 km. Il bollo è esentato e il prezzo d’acquisto (nessun incentivo) è stato più o meno in linea con quello di un’auto termica dello stesso segmento.
Prima di entrare nel dettaglio dei consumi e dei costi di ricarica, vorrei fare però un paio di considerazioni preliminari.
Auto elettrica, pregiudizi e disinformazione
Anzitutto, è vero che l’auto elettrica non è ancora per tutti. Non tutti, infatti, hanno accesso alla ricarica domestica, che rappresenta un vantaggio cruciale sia in termini di praticità che di costi: rifornirsi a casa può essere fino a tre o cinque volte più economico rispetto all’uso delle colonnine pubbliche.
Ma l’auto elettrica è già una soluzione valida per molti più utenti rispetto a quelli che finora l’hanno scelta. Non possiamo negare alcune criticità, ma le cose stanno cambiando rapidamente.
Veniamo ora al secondo punto. Lo scarso successo del mercato elettrico in Italia rispetto agli altri paesi europei non dipende tanto dalla tecnologia o dai costi, ma soprattutto da un problema di comunicazione.
Siamo di fronte a una campagna di disinformazione che, per un paese industrializzato, è imbarazzante. Una narrativa promossa da persone che sui social e, peggio ancora, in TV, parlano senza reale conoscenza del tema, spesso senza mai aver guidato un’auto elettrica.
Questa disinformazione è amplificata da giornalisti poco professionali e competenti, legati a vecchi pregiudizi, che perpetuano paure irrazionali e stereotipi privi di fondamento.
Le etichette denigratorie poi non mancano: “elettrodomestico con le ruote”, “macchine senz’anima”, “smartphone giganti”, “moda passeggera” o “zombie elettrici”.
Non mancano nemmeno le argomentazioni pseudo-industriali, come la presunta dipendenza da altri paesi o il timore per il declino dell’industria automobilistica nazionale. Affermazioni che ignorano il fatto che il petrolio, che ancora importiamo massicciamente per metterlo nei serbatoi, non è certo prodotto in Italia, e che moltissimi dei dispositivi tecnologici che utilizziamo quotidianamente non sono certo “made in Europe“. Poi ci sono gli alternativi più fantasiosi e un po’ complottisti, quelli che attendono l’idrogeno, i biocarburanti e perfino le vetture ad acqua, i cosiddetti “perché non ce lo dicono”.
Si sa, molte persone temono ciò che non conoscono. Le innovazioni tecnologiche richiedono un adattamento, implicano l’abbandono di vecchie abitudini e possono inizialmente generare diffidenza. Il ruolo dell’informazione dovrebbe essere proprio quello di aiutare a comprendere, con obiettività e senza approcci integralisti, né a favore né contro.
Infine, è importante ricordare che, quando parliamo di auto elettriche, non possiamo generalizzare. Non esiste “un’unica” auto elettrica, ma una gamma di modelli e soluzioni progettate per esigenze diverse, modalità d’uso specifiche e caratteristiche tecniche che variano sensibilmente.
Di conseguenza, il profilo del “tipico possessore” di auto elettrica è molto più variegato di quanto si voglia far credere.
I dati sui consumi per i primi 3.335 km
Per questa fase iniziale d’uso, ora veniamo ai consumi dell’auto, che è dotata di una batteria da 50 kWh.
Nei mesi di novembre e dicembre ho percorso 3.335 km, quasi interamente su strade provinciali e in città, con una velocità media di 41 km/h.
Questo è il ciclo di utilizzo principale previsto per l’auto nel corso dell’anno. La ricarica è avvenuta sempre presso l’abitazione, inizialmente con un caricatore di emergenza (“carichino”) e successivamente con una wallbox acquistata e installata con agevolazioni statali (in genere preferisco non portare la batteria troppo sotto il 20% e ricaricarla al massimo all’85%).
Il consumo medio registrato è stato di 13,1 kWh per 100 km. Tuttavia, per una stima più conservativa e includendo dispersioni di circa il 7-8%, considererò un valore di 14 kWh/100 km.
Le batterie sono state ricaricate per il 15% grazie alla produzione di un piccolo impianto fotovoltaico (un risultato limitato dalla bassa radiazione solare nei mesi invernali o per ricariche notturne), mentre il restante 85% dell’energia è stato prelevato dalla rete.
Ecco allora i calcoli sui costi di alimentazione di questo veicolo e un confronto con un’auto a benzina dello stesso segmento.
Costo dell’alimentazione elettrica
- Energia consumata per 3.335 km: 467 kWh.
- Costo medio dell’elettricità prelevata dalla rete: 0,25 €/kWh (inclusi tutti i costi variabili)
Se tutta l’energia fosse stata prelevata dalla rete, il costo della ricarica sarebbe stato 117 € (467 kWh × 0,25 €/kWh).
Grazie al 15% di energia fornita dal fotovoltaico (circa 70 kWh a costo zero), il consumo da rete si è ridotto a 397 kWh, per un costo totale di 99 €. Questo significa che, anche in inverno, con una limitata produzione solare, è possibile risparmiare ulteriormente.
Costo dell’alimentazione a benzina
Considerando un’auto a benzina con un consumo medio di 17 km/l, il carburante necessario per percorrere 3.335 km sarebbe di 197 litri.
Al prezzo medio di 1,76 €/l, il costo totale sarebbe di 345 €.
Confronto tra i due sistemi di alimentazione
Il costo per alimentare l’auto elettrica è stato 2,9-3,5 volte inferiore rispetto a quello di un’auto a benzina. Nei mesi primaverili ed estivi (aprile-settembre), con una maggiore autoproduzione da solare, il risparmio potrebbe arrivare a essere 5-6 volte superiore.
Riassumendo (utilizzo a novembre e dicembre):
- Auto elettrica: 3,5 € ogni 100 km, che scendono a 3 € con una quota di energia fotovoltaica.
- Auto a benzina: 10,3 € ogni 100 km.
Modalità d’uso e ulteriori vantaggi
L’auto sarà utilizzata per il 90% su percorsi giornalieri medi di 55-60 km, in linea con le abitudini della maggior parte degli automobilisti.
Nei pochi casi di percorrenze più lunghe o di viaggi, i costi superiori della ricarica pubblica in corrente continua (possibile fino a 100 kW) saranno compensati dalla convenienza delle ricariche quotidiane primaverili ed estive pressoché a costo zero grazie alla produzione fotovoltaica.
Non mancano ulteriori benefici: una guida più piacevole e rilassata, nessuna ansia da autonomia, grazie alla ricarica prevalentemente domestica, accesso alle ZTL urbane con parcheggio gratuito (almeno finora).
E metto solo alla fine un “particolare” non di poco conto: nessun inquinamento e zero emissioni locali, grazie anche all’elettricità che prelevo dalla rete garantita da fonti rinnovabili. Quell’elettricità che per quasi il 90% va alle ruote, contro il 25-30% dell’energia immessa nell’auto termica (l’altra è dispersa nell’ambiente).
Prossimi test e stime
In futuro si analizzeranno nel dettaglio le prestazioni su percorsi più lunghi, in autostrada e le ricariche pubbliche AC e DC. Per il momento, l’esperienza con l’auto elettrica si è rivelata estremamente soddisfacente.
Voglio anticipare che, secondo alcuni miei calcoli spannometrici, con una percorrenza media annuale di circa 18.000 km, il risparmio economico nei prossimi cinque anni, rispetto ad un auto endotermica, sarà di almeno 7000-7.500 € (inclusa l’esenzione del bollo).
Su veicoli elettrici e mercato segnaliamo “L’auto elettrica alla prova del mercato: prezzi, ricariche, autonomie” la prossima video intervista di QualEnergia.it in collaborazione con KEY 2025. Ne discuteremo venerdì 17 gennaio (ore 15) con Carlo Iacovini (esperto internazionale di mobilità elettrica, condivisa e autonoma) e Paolo Mariano, esperto di auto elettriche che ha testato oltre 60 modelli per quasi mezzo milione di km percorsi in 11 anni.