Rinnovabili in Italia, le 7 soluzioni

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Il Coordinamento FREE ha messo a punto 7 proposte e position paper per raggiungere gli obiettivi al 2030: bioenergie, mobilità sostenibile, fotovoltaico e agricoltura, semplificazioni, detrazioni fiscali, idrogeno verde, cogenerazione.

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Con il coinvolgimento della maggior parte delle Associazioni che si riuniscono nel Coordinamento FREE è stato promosso l’approfondimento di alcune tematiche legate alla transizione ecologica e alle opportunità derivanti dall’applicazione delle misure del Pnrr.

Il lavoro svolto ha portato alla redazione di 7 Position Paper che vengono messi a disposizione del dibattito pubblico e delle Istituzioni (link in fondo all’articolo).

Ogni Position Paper ha analizzato la situazione esistente, le possibilità di sviluppo e le criticità che devono essere superate per conseguire gli obiettivi prefissati, nell’ottica di fornire uno strumento e un’utile chiave di lettura.

Un elenco non esaustivo dei temi legati alla decarbonizzazione, ma che presentano un quadro organico e condiviso.

  1. Il contributo dell’energia da biomasse al processo di transizione ecologica

La bioenergia e la fonte rinnovabile che contribuisce più di tutte le altre ai consumi energetici del Paese, da sola (10,7 Mtep) quasi come tutte le altre fonti rinnovabili.

Questo avviene attraverso “filiere” come il calore da biomasse solide (usi civili e industriali), l’elettricità e il calore da biomasse solide, biogas come il biometano e biocarburanti liquidi come il biodiesel.

A fronte di alcuni indiscussi punti di forza (chiusura dei cicli produttivi con la valorizzazione integrale delle colture, opportunità di sviluppo del sistema agricolo locale e nazionale, tutela del territorio, contrasto al dissesto idrogeologico), oggi il settore lamenta alcune criticità, come quella di una programmazione strategica non adeguata alle sue potenzialità.

Le proposte avanzate dal Coordinamento riguardano la necessità di inserire alcune azioni nel Pniec da aggiornare, come per esempio l’incentivazione della produzione di energia da biomasse prevedendo sistemi di supporto distribuiti sull’intera filiera, oppure il riconoscimento del valore aggiunto degli impianti cogenerativi a servizio di realtà manifatturiere alimentati con scarti e sottoprodotti.

La proposta di investimenti nel settore delle bioenergie con un sostegno finanziario più significativo e la semplificazione delle procedure autorizzative potrebbero permettere una più larga diffusione del settore che ancora aspetta la definizione di una efficace standardizzazione della qualità dei biocombustibili solidi e la necessità di strumenti normativi per lo sviluppo di sistemi efficienti di teleriscaldamento e teleraffrescamento a biomasse.

  1. Mobilità sostenibile

Le proposte in questa sezione sono articolate con riferimento al vettore, elettrico o gas.

Per vettore elettrico, occorre prorogare fino al 2025 l’Ecobonus sui veicoli di categoria M1 fascia 0-60 g CO2/km, distinguendolo tra acquisto con o senza rottamazione di un veicolo della stessa categoria omologato Euro 1 – Euro 4, e fino al 2026 gli incentivi ai veicoli elettrici di categoria N1 (<3,5t) includendo gli N2 (3,5t ≤ 12t) e N3 (>12t) per supportare la domanda di veicoli elettrici per il trasporto merci.

La mobilita elettrica chiede una tariffa dedicata, almeno con riferimento agli oneri generali di sistema. per prevedere una tariffa di ricarica pubblica allineata a quella privata per i clienti domestici (più conveniente).

Sempre in merito alle tariffe elettriche, occorre definirne una dedicata allo strumento chiave nella strategia di sostenibilità nei porti, quello del cold ironing, per rendere la fornitura elettrica alle imbarcazioni competitiva rispetto all’utilizzo di altri combustibili fossili.

Inoltre, occorrerà aumentare i fondi per realizzare una rete di ricarica pubblica adeguata ai target 2030, rivedendo le modalità di finanziamento e governance previste dal Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei Veicoli Elettrici per prevedere un cofinanziamento che copra i costi di connessione e di esercizio delle infrastrutture di ricarica.

Per il vettore gas, invece, si chiede di adeguare ad un orizzonte di medio termine i meccanismi incentivanti per il biometano, rendendoli più attrattivi per gli imprenditori agricoli ed estendendo l’ambito di applicazione al trasporto marittimo.

E opinione del Coordinamento facilitare l’integrazione del mondo agricolo con quello dell’energia.

Nel caso del biometano nel settore trasporti, i target al 2030 non sono quelli indicati nella policy UE e nei documenti strategici (RedII, Afir, Ssms).

Per i bioliquidi occorre dare continuità agli incentivi per l’acquisto di mezzi LNG e introdurre agevolazioni per i bioLNG.

Infine, per l’idrogeno si chiede con forza l’emanazione della strategia nazionale in modo da dare concretezza alle azioni di supporto alla penetrazione coerente di tutta la sua value chain, definendo ad esempio un adeguato iter autorizzativo per l’installazione di elettrolizzatori collegati a impianti rinnovabili e definire lo sviluppo e il mix in termini di capacità delle fonti rinnovabili a questo dedicate.

  1. Fotovoltaico e agricoltura

Il Pnrr nella misura dello sviluppo dell’agrovoltaico finanzia impianti di medie e grandi dimensioni che non compromettano l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte, anche potenzialmente valorizzando bacini idrici con soluzioni galleggianti.

Occorre condividere tale definizione anche in campo normativo, predisponendo un contestuale monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia.

Per renderlo occasione di sviluppo dell’impresa agricola si propone di configurare questa misura come un vero “progetto di sviluppo agrovoltaico” elaborato con il supporto di un agronomo che lo asseveri.

Dovrà descrivere le caratteristiche produttive pre e post intervento, in funzione delle caratteristiche dei suoli, della quantità e finalizzazione dell’energia prodotta (quota immissione in rete, eventuale partecipazione ad una CER, autoconsumo, eventuale attivazione nuovi sistemi irrigui di precisione, eventuale riconversione con trattori elettrici, eventuale nuovo piano colturale con colture protette, ecc.).

Sarà necessario definire una scala di priorità per le aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra, concentrandosi su criteri oggettivi per definire aree marginali o non idonee alla coltivazione, ovvero aree idonee alla installazione ancorché suscettibile alla coltivazione, nelle quali è possibile realizzare un impianto FV strutturalmente funzionale alla conduzione dell’impresa agricola.

Vi sono favorevoli condizioni affinché, d’intesa con l’imprenditore agricolo, questa tipologia di impianti possa vendere l’energia elettrica prodotta attraverso PPA (Power Purchase Agreement, accordo di fornitura di energia elettrica a lungo termine tra due parti).

Nel Position Paper si riportano le ipotesi di superficie necessaria per impianti a terra, superficie che rappresenta una piccolissima porzione della superficie agricola utile.

La domanda alle Istituzioni quindi e semplice e merita una risposta urgente chiara: siete disposti a sostenere politicamente la necessita di destinare lo 0,20% della superficie agraria nazionale per realizzare 25 GWp di impianti fotovoltaici a terra, progettati nel rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale, della biodiversità, della difesa idraulica e idrogeologica dei suoli e del ruolo dell’imprenditore agricolo?

  1. Semplificazioni, come rendere fattibili gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030

La semplificazione delle procedure esistenti per l’autorizzazione degli impianti rinnovabili ha bisogno di un maggior coordinamento tra le istituzioni centrali e le amministrazioni regionali/provinciali/locali, nel senso di far rispettare innanzitutto i termini dei procedimenti esistenti. La perentorietà dei termini dovrebbe poter essere garantita dalle scadenze imposte dalla legge.

A solo titolo d’esempio si ricorda che, ai sensi dell’art. 56 del DL Semplificazioni, per un impianto di competenza statale il rilascio del Procedimento Autorizzatorio Unico (PAU) è previsto un termine massimo di 505 giorni, che di fatto è sistematicamente disatteso.

Occorre prevedere la chiusura con esito positivo dei procedimenti, una volta decorsi inutilmente i termini previsti, stabilendo per esempio che alla scadenza l’esito positivo del PAU sia automatico.

Un punto nevralgico riguarda il comportamento delle soprintendenze che dovrebbero limitare la loro giurisdizione alle sole proposte riguardanti aree sottoposte a vincoli sulla base del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.

L’articolo 12 della Governance del Pnrr prevede che in caso di mancato rispetto degli obblighi e degli impegni finalizzati all’attuazione del Pnrr da parte di regioni ed enti locali o qualsiasi altro ente attuatore, il Governo può esercitare il potere sostitutivo.

Un analogo potere sostitutivo, con gli strumenti adeguati, salvaguarderebbe l’attuazione del Pniec.

Infine, nel Position Paper si fa riferimento all’importanza della sensibilizzazione dei cittadini, non solo informati, ma addirittura coinvolti direttamente.

Va garantito il dibattito pubblico su tutti i progetti della transizione ecologica, con una procedura che permetta di stabilire tempi certi e il diritto dei cittadini ad essere informati, a potersi confrontare sui contenuti dei progetti, ad avere risposta rispetto alle preoccupazioni ambientali.

Uno strumento di coinvolgimento è quello dell’autoconsumo collettivo. In pratica, si ha una configurazione di autoconsumo collettivo quando una pluralità di consumatori è ubicata all’interno di uno stesso edificio/condominio nel quale sono presenti uno o più impianti che producono energia rinnovabile destinata a soddisfare i loro consumi e quelli condominiali.

In Italia la Legge 8/2020 all’art. 42-bis ha previsto un recepimento anticipato delle disposizioni della Red II e l’attuazione recente ha allargato il perimetro di intervento per ciò che riguarda le comunità energetiche.

  1. Proposte per il pacchetto delle detrazioni fiscali

Il miglioramento dello strumento è possibile e anche necessario.

Definire un orizzonte di lungo periodo per il pacchetto delle detrazioni, armonizzare le misure fiscali e armonizzarle al tipo di intervento e al potenziale di decarbonizzazione delle soluzioni agevolate, mantenere sconto e cessione in fattura, rimodulare le aliquote del superbonus in funzione del merito carbonico, semplificando l’accesso alla misura, premiare l’Energy Performance Contract, sono tutte misure che vanno nella direzione di rendere più efficace il pacchetto delle detrazioni.

Per assicurare un risparmio certo di energia occorrerebbe passare a criteri di accesso più efficaci del salto di due classi energetiche, in prospettiva collegandosi ai protocolli energetico-ambientali e privilegiare gli interventi sugli immobili abitati in modo continuativo.

A questo proposito, occorre prevedere la raccolta dei dati e la loro analisi sistematica per favorire la rendicontazione energetico-ambientale, con l’introduzione di un monitoraggio dei consumi effettivi degli immobili riqualificati, inclusi i consumi ante intervento.

Questo anche per prevedere misure di accompagnamento informative, formative e di supporto e assicurare un’informazione continua e trasparente dei risultati raggiunti, e contribuire a promuovere la digitalizzazione della P.A.

  1. L’economia dell’idrogeno verde

Sul tema idrogeno sono molte le questioni strategiche da affrontare immediatamente e riguardano due ordini di problemi: la strategia nazionale e la regolamentazione dell’idrogeno verde.

Il Pnrr ha introdotto misure molto generose sull’idrogeno verde, quasi a surrogare una mancanza di strategia nazionale che deve essere al più presto indicata, anche perché deve confrontarsi con quanto richiesto dalla Comunità Europea.

Tale strategia deve riguardare una serie determinazioni:

(i) quante e quali fonti rinnovabili devono essere dedicate alla produzione dell’idrogeno verde

(ii) quanti e quali progetti occorrono per rafforzare la filiera nazionale di produzione di elettrolizzatori

(iii) fornire elementi alle istituzioni territoriali per motivare bandi di messa a disposizione di siti per rinnovabili

(iv) definire i termini di servizio per il bilanciamento di rete e degli oneri di dispacciamento e trasporto sull’energia elettrica, abilitando il Power-to-gas ai servizi del Mercato e dei servizi di dispacciamento.

Temi ineludibili sono quelli delle garanzie d’origine per l’idrogeno, della ristrutturazione dei meccanismi autorizzativi degli impianti rinnovabili e, non ultimo, della ricerca applicata sui temi dell’accumulo, del trasporto, delle infrastrutture di rifornimento e degli usi finali.

  1. Cogenerazione

Rispetto ad altre soluzioni impiantistiche, la cogenerazione è un investimento capital intensive e il suo sviluppo e la sua diffusione sono quindi maggiormente influenzati dal quadro legislativo ed economico in cui si opera, che non può ammettere incertezze e difficoltà di applicazione.

Il recente DM 21 maggio 2021 sui Tee (titoli di efficienza energetica) introduce delle misure utili a rilanciare l’offerta, ma sarà fondamentale una reale azione di supporto e promozione da parte di MiTE e Gse.

I nuovi obiettivi per il quadriennio 2021-24, fortemente ridotti rispetto a quelli degli anni precedenti, non sono in linea con gli obiettivi nazionali al 2030 e, soprattutto, con la necessità di supportare efficacemente interventi di efficientamento energetico come elemento fondamentale per rilanciare la competitività dell’industria nazionale ed evitare di subire l’effetto dell’emission trading e delle tensioni geopolitiche sulle materie prime.

Il meccanismo delle aste, art. 7 del DM 21 maggio 2021, deve essere uno strumento in affiancamento ai Certificati Bianchi e non in competizione. Tale strumento potrebbe essere molto efficace per stimolare interventi di efficientamento energetico oggi non adeguatamente remunerati con i certificati bianchi e necessari per riqualificare sia i prodotti, sia i processi.

Si ritiene fondamentale che gli sconti all’industria energivora siano abbinati a interventi di efficientamento energetico obbligatorio da parte degli stessi, come già previsto dal D.Lgs. 102/2014.

Ancora più efficace sarebbe una concreta diffusione della norma ISO 50001, estesa fra tutti gli energivori, la cui adozione da parte delle imprese agevolate andrebbe adeguatamente supportata dal MiTE e dalle agenzie collegate, in quanto garantirebbe un miglioramento continuo su questi temi e il raggiungimento di risultati migliori, con ricadute anche sui costi dell’emission trading.

Tra le ipotesi di rilancio delle azioni, sono state individuate nella proposta i provvedimenti strutturali relativi all’eventuale trasferimento degli Oneri di Sistema sulla fiscalità generale, la necessità di confermare la possibilità di acquisto delle Garanzie di Origine sul mercato, la eliminazione delle barriere burocratiche, ancora con iter autorizzativi troppo complessi per i micro-impianti.

I 7 POSITION PAPER:

1 – IL CONTRIBUTO DELL’ENERGIA DA BIOMASSE AL PROCESSO DI TRANSIZIONE ECOLOGICA

2 – LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

3 – NUOVO FOTOVOLTAICO IN AMBITO AGRICOLO 

4 – SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA PER REALIZZARE GLI OBIETTIVI DI DECARBONIZZAZIONE AL 2030

5 – LE PROPOSTE PER SUPERBONUS E DETRAZIONI FISCALI 

6 – L’ECONOMIA DELL’IDROGENO VERDE

7 – LE OPPORTUNITA’ DI SVILUPPO PER LA COGENERAZIONE

 

L’articolo è stato pubblicato sul n.5/2021 della rivista bimestrale QualEnergia

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