Nonostante l’Unione Europea ospiti solo il 7% della popolazione mondiale, il nostro continente copre ben il 20% degli investimenti globali in ricerca e sviluppo e produce un terzo di tutte le pubblicazioni scientifiche di alta qualità.
Detiene, inoltre, una posizione di leadership mondiale in settori industriali come quelli farmaceutico, chimico, meccanico e della moda.
La ricerca e l’innovazione sono stati anche elementi chiave per combattere l’epidemia di coronavirus, grazie all’impiego di 1 miliardo di euro di fondi messi in campo da Horizon 2020 per promuovere lo sviluppo collaborativo e la diffusione universale di sistemi di diagnostica, cure e trattamenti e, infine, vaccini.
Come noto, anche energia e clima sono stati uno dei pilastri del programma Horizon 2020 che, però, volge ora al termine con gli ultimi bandi dell’appendice “Green Deal”, in scadenza il 26 gennaio 2021.
Oltre 95 miliardi di euro nei prossimi 7 anni
Per assicurare un forte grado di continuità proprio con Horizon 2020, a fine 2020 è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento europeo, gli Stati membri nel Consiglio e la commissione sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e la “NextGenerationEU” per il lancio di un nuovo programma di sostegno a progetti di ricerca e innovazione.
Il programma, denominato “Horizon Europe”, coprirà il periodo 2021-2027 e avrà il compito di contribuire a ricostruire un’Europa post COVID-19, più verde, più digitale e più resiliente.
L’ambizione fa il paio con un sostanzioso budget messo a disposizione dall’UE per realizzare questo obiettivo, pari a ben 95,5 miliardi di €.
Si tratta di un incremento di risorse del 30% rispetto a quanto messo in campo per il precedente programma Horizon 2020 e fa di Horizon Europe il più ricco pacchetto di finanziamenti per la ricerca e l’innovazione nel mondo intero.
Dal punto di vista procedurale e burocratico, il nuovo programma manterrà le regole e le procedure di finanziamento già testate in Horizon 2020.
I tre pilastri
Il programma Horizon Europe si fonda su tre pilastri, di cui primo è l’eccellenza scientifica, da promuovere tramite lo European Research Council (ERC), le azioni Marie Skłodowska-Curie per il trasferimento e lo scambio dei ricercatori, nonché lo sviluppo e il potenziamento delle infrastrutture di ricerca.
Il secondo elemento fondamentale, poi, è costituito dalle sfide globali e dalla competitività industriale europea.
Questo pilastro comprende numerosi poli tematici, come sanità, cultura, creatività e società
inclusiva, sicurezza civile per la società, sviluppo digitale, industria e spazio, clima, energia e mobilità, prodotti alimentari, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente. Si tratta del pilastro al quale sarà destinata la porzione più ricca del budget, pari a circa il 50% del totale.
Di particolare interesse, anche se ancora non si conosce la fetta di budget che vi sarà dedicata, è il “cluster” numero 5, focalizzato sulle tematiche climatiche, energetiche e relative alla mobilità.
Il terzo e ultimo pilastro, infine, è quello dell’Europa innovativa che mira a fare del continente un soggetto leader nell’innovazione di mercato grazie al Consiglio europeo per l’innovazione, agli Ecosistemi europei
dell’innovazione e all’Istituto europeo di innovazione e tecnologia.
Gli impatti
Uno degli aspetti centrali del nuovo programma è la valutazione dei suoi impatti complessivi tramite alcuni indicatori globali, che si rivelano centrali per la stabilità economica e climatica dell’Unione Europea.
Il primo indicatore è quello relativo alla crescita economica: si stima, infatti, che ogni euro investito in un progetto o in un’azione di ricerca e sviluppo possa portare a una crescita di 11 euro nel prodotto interno lordo su un periodo di 25 anni. Si tratta, quindi, di una leva finanziaria di entità davvero rilevante.
Il secondo aspetto, poi, è relativo agli obiettivi di protezione del clima che la stessa Unione Europea si è prefissata: i fondi a disposizione del programma Horizon Europe sono stati suddivisi in modo che circa il 35% delle risorse totali possano contribuire proprio al raggiungimento di questi obiettivi.
L’ultimo indicatore, infine, è focalizzato sulla tematica occupazionale: il programma, infatti, “promette” di essere in grado di creare 300mila nuovi posti di lavoro al 2040. Non solo: trattandosi di un pacchetto di finanziamenti incentrato su ricerca, sviluppo e innovazione, si stima che il 40% di questi nuovi occupati svolgerà mansioni di alta specializzazione.
A quando il prossimo appuntamento?
Il prossimo, e più importante, passo è la pubblicazione dei programmi di lavoro per le varie azioni previste: su questo appuntamento, purtroppo, la Commissione Europea non si è sbottonata più di tanto, promettendo solo che il programma avrà inizio “il prima possibile” nel 2021.
Ciò significa, probabilmente, che i documenti di lavoro saranno messi a disposizione entro il primo trimestre dell’anno.
Non appena disponibile, in uno di questi articoli sarà presentato il piano di lavoro del “cluster” numero 5 su clima, energia e mobilità e, successivamente, via via che saranno pubblicati, saranno analizzati in dettaglio i singoli bandi di finanziamento sui temi energetici.